Tre bombe in 24 ore: emergenza a Foggia, in campo l’Antimafia

Nel mirino un negozio del capoluogo e altri due a San Severo. Tano Grasso: “ Sui clan pressione senza precedenti dallo Stato” – fonte: Tatiana Bellizzi – bari.repubblica.it
 
Tre ordigni in meno di ventiquattro ore davanti a un negozio di Foggia e due di San Severo: si apre così il 2022 nelle provincia pugliese in cui l’allarme criminalità è tornato a farsi sentire prepotente.
«Come sotto ai bombardamenti della guerra», racconta un residente di via Guido Dorso, a Foggia, dove l’altra notte è saltata in aria la serranda di un negozio di fiori. Prima era toccato alla profumeria Afrodite in viale 2 Giugno a San Severo, la notte precedente. Venti minuti dopo alla concessionaria di auto Romano Opel in via Giustino Fortunato, nella stessa città. Oltre ad aver causato danni alle vetrate di entrambe le attività commerciali, in viale 2 Giugno l’esplosione ha investito anche due auto parcheggiate nelle vicinanze. Le telecamere di sicurezza hanno immortalato i due presunti attentatori: due giovani che a bordo di un monopattino sono arrivati davanti all’esercizio, hanno posizionato l’ordigno e poi sono fuggiti via.
Danni anche a Foggia ventiquattro ore dopo. La deflagrazione in questo caso ha distrutto la saracinesca del fioraio e danneggiato anche la tapparella di un’abitazione al primo piano. «Stavo dormendo e ho sentito un forte boato, sembrava di essere in guerra», ha raccontato un residente di via Guido Dorso con lo sguardo ancora impaurito dopo la notte insonne. «Abitiamo al piano di sopra, ci siamo spaventati. A caldo non abbiamo realizzato cosa fosse accaduto. Fortunatamente non abbiamo subito danni», ha aggiunto un vicino.
Le indagini su tutti e tre gli attentati sono condotte dai carabinieri e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari e dalla Procura di Foggia. Di certo, per ora, c’è soltanto che la bomba piazzata a Foggia non è collegata alle intimidazioni di San Severo.
Fabio e Claudia, i titolari della profumeria Afrodite, chiedono a tutti aiuto e supporto affidando il loro appello a un post su Facebook: «Chi ci conosce sa che abbiamo bisogno di voi, dei vostri messaggi, perché in questi momenti quello che serve è la solidarietà» Le tre intimidazioni dei giorni scorsi richiamano alla memoria quanto accaduto nei primi mesi del 2020, quando in provincia gli attentati furono una dozzina in pochi giorni. Per cercare di ampliare il fronte del contrasto sociale alla criminalità organizzata è nata un’associazione antiracket dedicata ai fratelli Luciani ( Luigi e Aurelio, le vittime innocenti del quadruplice omicidio di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017) che sarà presentata il 17 gennaio.
 
A Foggia l’antiracket nacque una prima volta nel 2014, ma il progetto tramontò di lì a breve. Oggi i 15 imprenditori foggiani sono certi di poter realizzareuna nuova forma di associazionismo che consenta di fare fronte comune e arginare il racket. «Contatteremo al più presto le tre vittime per accompagnarle in un percorso di collaborazione con le forze dell’ordine » , ha commentato il neopresidente Alessandro Zito. Mentre il presidente nazionale della Federazione antiracket italiana, Tano Grasso, ha spiegato il ritorno delle bombe facendo ricorso a una duplice chiave di lettura: «Da un lato possono rappresentare la volontà delle organizzazioni di riaffermare il proprio potere criminale sul territorio. Dall’altro lato potrebbero manifestare una sorta di paura dei clan mafiosi, che cercano di imporsi soltanto attraverso episodi di violenza». A detta di Grasso, la pressione esercitata dallo Stato negli ultimi due anni nel Foggiano non ha precedenti nella storia.

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