De Benedictis e il coimputato, l’imprenditore andriese Antonio Tannoia, avevano chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato mentre il caporal maggiore dell’esercito Antonio Serafino ha chiesto di patteggiare la pena di 5 anni e ha ottenuto il consenso degli inquirenti.
Per Tannoia il pm Alessandro Prontera aveva chiesto invece 12 anni e 8 mesi (e 78mila euro di multa), accusandolo di avere fornito all’ex giudice la disponibilità della depandance della sua masseria di Andria, poi trasformata in un arsenale. La giudice Laura Liguori ha confermato con la sentenza le ipotesi accusatorie. Ha inoltre disposto la confisca di tutte le armi.
I due sono stati giudicati colpevoli di traffico e detenzione di armi ed esplosivi, anche da guerra, del relativo munizionamento e di ricettazione.
La difesa
“Questa difesa non è adusa a commentare le sentenze fuori dalle aule di giustizia, ritenendo che le decisioni dei giudici vadano impugnate nelle sedi competenti, ma non può esimersi dall’evidenziare la assoluta illogicità e irrazionalità di questa sentenza”. Lo dichiarano gli avvocati Saverio Ingraffia e Gianfranco Schirone, difensori dell’ex gip.
I legali ritengono la condanna “illogica e irrazionale, tenuto conto – spiegano – che lo stesso giudice ha avallato un patteggiamento a 5 anni di reclusione per un co-imputato persino gravato da un capo di imputazione in più”.