Tangenti, dalle mascherine di Zema ai container per i migranti: la Finanza passa al setaccio gli appalti della Regione Puglia

Dopo il caso che ha portato in carcere l’ex capo della Protezione civile regionale Lerario acquisite le carte degli ultimi 4, anche la relazione sulle possibili irregolarità nell’iter dell’ospedale in Fiera – fonte: Antonello Cassano, Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Non solo gli atti degli appalti firmati da Mario Lerario tra il 2018 e il 2021 ma anche la copia della relazione con cui il dirigente Nicola Lopane, già acuni mesi fa, aveva messo in guardia i vertici della Regione sulle presunte irregolarità nelle procedure di progettazione e realizzazione dell’ospedale Covid alla Fiera del Levante.

Tangenti in Puglia, rimossa la gigantografia di Lerario con Emiliano: svettava all’esterno della fabbrica regionale delle mascherine

La documentazione è stata acquisita dalla Guardia di finanza negli uffici regionali di via Gentile, nell’ambito delle inchieste incrociate che il 23 dicembre ha fatto finire in carcere Lerario, ex capo della Protezione civile regionale e il 24 ha portato i finanzieri nelle case del funzionario regionale Antonio Mercurio e degli imprenditori Luca Leccese di Foggia; Donato Mottola di Noci; Antonio Illuzzi di Giovinazzo; Domenico Tancredi di Altamura, Francesco Girardi di Acquaviva e Sigismondo Zema di Bari.

Sono indagati a vario titolo per concorso in turbativa d’asta e corruzione. Lerario, intanto, durante l’interrogatorio del 28 dicembre, in cui è stato affiancato dall’avvocato Michele Laforgia, ha manifestato la volontà di dimettersi dall’incarico (che gli è stato revocato dopo l’arresto) senza attendere il provvedimento disciplinare.

Il repulisti

È iniziato in Regione subito dopo l’arresto di Lerario: il governatore Michele Emilianolo ha affidato al nuovo capo della Protezione civile, Nicola Lopane, e al dirigente dell’Anticorruzione, Roberto Venneri. Dovranno passare al setaccio determine e affidamenti per verificare se ci siano anomalie, anche se Lopane le prime consistenti stranezze sulla procedura di realizzazione dell’ospedale Covid alla Fiera del Levante le aveva segnalate ai vertici regionali già a settembre.

La prima determina annullata, invece, è quella per la ‘Fornitura, con ordinativi e consegne, di attrezzature e mezzi occorrenti per le operazioni di accoglienza e soccorso alla popolazione della Regione Puglia in scenari di crisi e/o emergenza’, firmata da Lerario il 13 dicembre. La gara da 3 milioni – per realizzare container e moduli abitativi – era stata indetta a novembre 2020, poi aggiudicata alla R.I. Spa di Trepuzzi con offerta economicamente più vantaggiosa a 2,3 milioni. Il 27 dicembre la determina è stata annullata.

Poltrone e mascherine

Sigismondo Zema è imprenditore molto conosciuto a Bari e non solo per il negozio di arredamento, cancelleria, oggetti di design in via Imbriani. Per la Regione Puglia è “un professionista esperto” in attività quali approvvigionamento dei materiali, gestione delle linee produttive, programmazione degli acquisti in Italia e all’estero. Esattamente quello di cui l’ente aveva bisogno quando, in piena pandemia, decise di trasformare (ovviamente con i poteri della Protezione civile) un capannone nella zona industriale di Bari nella fabbrica di dispositivi di protezione individuale.

“Sigi” era l’uomo giusto per dirigerla: “dotato di pluriennali capacità manageriali e di esperienza nel commercio estero, ed in particolare nei mercati asiatici, particolarmente importante per la tipologia di prodotti da gestire”. Così nel febbraio 2021, con un atto urgente, è stato nominato responsabile della logistica aziendale dello stabilimento, per un importo di 4mila euro al mese (totale di 72mila) da gennaio 2021 a giugno 2022. La determina di affidamento dell’incarico è firmata da Lerario e Mercurio.

Gli stessi nomi che, alternativamente, compaiono su altri affidamenti alla ditta Demetrio Zema, molti dei quali acquisiti dalla Guardia di finanza nei mesi scorsi. Per esempio, quello dei lavori per l’installazione di scaffalature nel magazzino dpi della fabbrica di mascherine, per cui è stata fatta un’indagine di mercato, all’esito della quale è emerso che la Zema, con i suoi 137mila euro, aveva fatto la migliore offerta. Oppure quello relativo ad arredi, che hanno portato nella sede della Protezione civile regionale poltrone e sedie di design.

Mense e vaccini

L’ecletticità dell’imprenditore che ha costruito la sua fortuna partendo dai prodotti di cartoleria, a quanto pare, era stata molto apprezzata negli uffici regionali. Tanto che il nome Zema si trova anche in altri documenti. Nel 2017, tanto per dirne una, aveva fornito (sempre in via d’urgenza) arredi per 127mila euro al costruendo Consiglio regionale in via Gentile. E su quel cantiere, guarda caso, numerosissimi erano stati gli affidamenti diretti, per somma urgenza e con appalti frazionati per restare di qualche centinaio di euro sotto soglia, firmati sempre da Lerario.

Poi, durante la pandemia, Zema era tornato prepotentemente alla ribalta. Nell’agosto 2020, per esempio, si era deciso di attrezzare la mensa della Protezione civile (nella sede della zona industriale) “con attrezzature e arredi idonei e decorosi”. La necessità di non lasciare i dipendenti senza pranzo, naturalmente, era talmente impellente da ricorrere all’affidamento diretto dell’appalto, rimasto rigorosamente sotto la soglia dei 150mila euro.

Per giustificare la scelta di Zema era stata prodotta una perizia dalla sezione Provveditorato, all’epoca guidata da Lerario. Un anno dopo, luglio 2021, nell’ambito della sistemazione di alcuni centri vaccinali (la maggior parte dei quali operava già da inizio anno) era sorta l’urgenza di avere alcuni arredi e, anche in quel caso, era stato scelto Zema, a cui era stata pagata una fattura di 18mila euro.

Prima del Covid

Il sospetto degli investigatori è che il sistema di favoritismi e corruttela andasse avanti da anni e che, durante la pandemia, abbia solo raggiunto il suo culmine grazie alla possibilità di effettuare molti più affidamenti diretti. Grazie al suo ruolo di capo della Protezione civile, Mario Lerario, ha avuto la possibilità di fare il bello e il cattivo tempo, considerato che l’emergenza in atto dava la possibilità al suo ufficio di prendere decisioni senza che nessuno potesse sindacare sull’effettiva urgenza.

Tale sostantivo, però, era stato utilizzato anche in passato con una certa frequenza. Nel marzo del 2019, per esempio, l’allora dirigente della sezione Provveditorato e economato, Lerario, aveva firmato una determina per dare il via libera a lavori di adeguamento funzionale e messa in sicurezza di parte del magazzino dell’immobile regionale denominato ex Ciapi. La manutenzione doveva avvenire con il supporto di una ditta specializzata in lavori edili e impianti elettrici: “È stata richiesta disponibilità per tale attività alla ditta Illuzzi Antonio di Giovinazzo”.

I lavori sono costati 88mila euro e, “vista l’urgenza” e l’importo inferiore a 150mila euro sono stati affidati direttamente alla ditta. Illuzzi è tra i sei imprenditori che il 24 dicembre hanno ricevuto la visita degli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria, che hanno esibito il decreto di perquisizione firmato dal procuratoreRoberto Rossi e dall’aggiunto Alessio Coccioli.

Il business dei migranti

Era un’occasione immancabile per fare affari. Sia per chi assegnava gli appalti che per coloro che avrebbero dovuto realizzarli. A Luca Leccese e Donato Mottola la Regione aveva affidato lavori nel ghetto foggiano di Borgo Mezzanone. E loro per ricambiare – sospetta la Procura – avrebbero consegnato al dirigente regionale le tangenti da 10 e 20mila euro che lo hanno fatto finire in carcere. Gli stessi container della Protezione civile avrebbero dovuto essere costruiti nel campo rom di Stornara (in cui il 17 dicembre due bimbi sono morti nel rogo di una baracca). Anche lì Lerario fece un sopralluogo ma problemi burocratici poi bloccarono i lavori.

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