Tangenti al capo della protezione civile, si indaga sul maxi appalto per il sistema radio del 118: bocciato dal Tar ma non da Lerario

Il un mega-appalto da quasi 17 milioni aggiudicato al raggruppamento Leonardo-Tim-Techtron-GeG nell’agosto 2020, poi revocato dal Tar quindi riassegnato definitivamente dopo la sentenza favorevole del Consiglio di Stato – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Una gara plurimilionaria, per la realizzazione del sistema di radiocomunicazione regionale del servizio 118 e della Protezione civile, potrebbe celare l’ennesimo pasticcio procedurale dell’era Lerario. Si tratta di un mega-appalto, aggiudicato al raggruppamento Leonardo-Tim-Techtron-GeG nell’agosto 2020, poi revocato dal Tar quindi riassegnato definitivamente dopo la sentenza favorevole del Consiglio di Stato. Appalto da 16,8 milioni, uno dei più grossi gestiti negli ultimi anni dagli uffici regionali, che sarà oggetto di verifica sia sul piano penale che su quello amministrativo, dopo l’arresto per corruzione dell’ex capo della Protezione civile Mario Lerario avvenuto il 23 dicembre.

L’iter della gara è segnato da un passaggio molto particolare (ma infine ritenuto legittimo) ovvero la consegna, dal gruppo capeggiato da Leonardo, di un dvd contenente le mappe dello studio di copertura del territorio pugliese durante il seggio di apertura delle buste amministrative. Un passaggio contestato dall’unico altro partecipante al bando: il raggruppamento Methodos Engineering-Amt Service, che ha perso per solo 0,33 punti (88,22 contro 87,89) e ha impugnato la gara al Tar.

Ai giudici amministrativi è toccato quindi il compito di vagliare atti e offerte, chiedendo alla polizia postale una consulenza tecnica sulle famose mappe. Il disciplinare prevedeva che tutta la documentazione fosse inviata dai candidati sul portale EmPulia tramite file non superiori a 7 megabyte. Il giorno stesso della scadenza del bando, però, Leonardo ha chiesto e ottenuto dal rup Pasquale D’Erasmo di poter consegnare parte della documentazione su un dvd, con mappe per oltre 2 gigabyte. Tre giorni dopo, durante l’apertura delle buste, è arrivato un secondo dvd.

Methodos Engineering e Amt Service hanno contestato che, in tal modo, la stazione appaltante avrebbe favorito l’altro raggruppamento chiedendo l’annullamento della gara. E ottenendo ragione in prima battuta. La polizia postale ha certificato che le mappe caricate dall’aggiudicataria sul portale non erano leggibili mentre lo erano – grazie alla più alta risoluzione – le singole mappe in pdf (260 file) presenti sui due cd consegnati a mano.

“Nella valutazione delle offerte si è tenuto conto proprio di questa documentazione aggiuntiva – hanno scritto i giudici del Tar nella sentenza – Ma il rup ha autorizzato il deposito su supporto fisico senza estendere tale possibilità agli altri concorrenti”. I giudici hanno ritenuto che “la valutazione della commissione giudicatrice è stata incontrovertibilmente resa possibile dai 260 file contenuti nel dvd” e che “se non lo avesse avuto a disposizione non avrebbe potuto accedere alle informazioni richieste dal disciplinare”. La lamentata violazione della par condicio, dunque, era stata ritenuta “palese” e, per questo motivo, il Tar aveva prima sospeso l’aggiudicazione e poi annullato gli atti con cui la Regione non aveva escluso Leonardo e associati.

La decisione, a firma del presidente del Tribunale amministrativo Orazio Ciliberti era arrivata a giugno scorso ma la Regione aveva dato subito mandato ai suoi legali di appellarla al Consiglio di Stato, senza neppure valutare l’opportunità di aggiudicare la gara all’unico altro concorrente. E da Palazzo Spada, pochi giorni prima di Natale, è arrivata un’interpretazione opposta della vicenda. Per i giudici di secondo grado, le modalità di presentazione dell’offerta tecnica (oltre che con i documenti caricati sul portale, anche con i due dvd) sono assolutamente regolari, anche perché si ritiene che l’esistenza di ulteriore documentazione non abbia inciso sul processo valutativo della commissione.

“Il deficit informativo delle mappe caricate online – dice la sentenza – avrebbe potuto essere colmato senza attingere alle mappe ad alta risoluzione prodotte con dvd, consultando la legenda riportata nella relazione tecnica”. La produzione delle stesse mappe, inoltre, non avrebbe “in alcun modo trasgredito i limiti in cui è ammesso il soccorso istruttorio da parte della stazione appaltante”.

Dopo tale decisione, la gara è stata aggiudicata in tutta fretta al raggruppamento capeggiato da Leonardo. Nel frattempo, però, la Regione Puglia è finita nell’occhio del ciclone dell’arresto di Lerario. E adesso anche quel bando milionario è oggetto di verifica. A partire dall’entità stessa dell’appalto, enorme se si considera che regioni più piccole ma montuose (quindi più difficili da coprire) hanno aggiudicato lo stesso servizio a un prezzo due volte inferiore. E anche che l’offerta della Methodos Engineering-Amt Service era di 8,8 milioni, quindi esattamente la metà della base d’asta. Senza tralasciare le funzionalità specifiche della tecnologia richiesta dal bando, che sarebbero state precisate dietro specifica richiesta di Lerario.

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