fonte: http://bari.repubblica.it/cronaca – di GIOVANNI DI BENEDETTO
Alla fine ha prevalso la linea dei motivi di opportunità. E, come scrive il capo della Procura di Trani, Francesco Giannella, il “desiderio di riportare serenità attorno alla vicenda”. Per questo motivo il magistrato Simona Merra, spiega ancora il procuratore, “pur ribadendo la propria correttezza nella conduzione delle indagini, ha deciso di astenersi dall’ulteriore trattazione del procedimento“.
La decisione arriva il giorno dopo la pubblicazione di alcune foto che immortalano la magistrata Merra a una festa privata del 2013, sul terrazzo di una casa nel centro storico di Molfetta, in compagnia dell’avvocato Leonardo De Cesare, difensore di Vito Piccarreta, il capostazione di Andria indagato insieme con altre cinque persone nell’inchiesta sul disastro ferroviario fra Andria e Corato in cui hanno perso la vita 23 persone. Fotogrammi che hanno indignato non poco i familiari delle vittime e hanno portato il caso all’attenzione del Csm, il Consiglio superiore della magistratura. “Sono serena”, aveva commentato a caldo la pm Merra.
In una nota Giannella spiega che “in relazione alle preoccupazioni manifestate dai parenti delle vittime del disastro ferroviario del 12 luglio scorso, in seguito alla pubblicazione di fotografie che sembrerebbero denunciare un rapporto di ‘familiarità’ tra uno dei magistrati titolari del procedimento relativo e il difensore di uno degli indagati, intende rassicurare quanti soffrono le conseguenze della terribile vicenda che le indagini sono state fin qui condotte e continueranno ad essere condotte nella più rigorosa imparzialità e trasparenza. A tal fine, nella consapevolezza della complessità tecnica delle verifiche, ma anche della delicatezza dell’inchiesta riguardante tragedie umane immani e irrimediabili, sono state assunte nell’immediatezza regole organizzative per le quali ogni iniziativa investigativa, atto e provvedimento del procedimento è stato adottato e sarà adottato collegialmente dai magistrati contitolari dell’indagine, coordinati in prima persona dal procuratore stesso“.
Le indagini vanno avanti, nonostante del pool iniziale non facciano più parte, oltre alla Merra, anche i pubblici ministeri Antonio Savasta e il vicario Luigi Scimè, che hanno lasciato per motivi personali.