Scontro fra treni, il faro dei pm sulla centrale di Ferrotramviaria: “Forse potevano evitare il disastro”

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TRANI – “Se il direttore della centrale di coordinamento della Ferrotramviaria poteva accorgersi di qualcosa e non lo ha fatto è ancora da stabilire”. Il capo della Procura di Trani, Francesco Giannella, fa intendere che le responsabilità del disastro ferroviario costato la vita a 23 persone non sono solo del capostazione di Andria che ha fatto partire il treno senza attendere quello da Corato. Il sospetto è che i due convogli potevano essere fermati.

A un mese di distanza dalla tragedia i magistrati del pool tirano le somme dell’inchiesta, sulla base dei dati delle scatole nere che comunque evidenziano un disallineamento tra ciò che è stato registrato in testa e in coda ai due treni. “Ci sono difformità cronologiche, un disallineamento dati dovuto a ritardi e presenza di altri treni quel giorno – ha spiegato Giannella –  I consulenti ci hanno assicurato che la soluzione sarà trovata a breve”.

Quello che è certo, per il capo della Procura, è che i macchinistri morti nell’impatto non avevano possibilità di evitare l’impatto: “I due treni sono entrati in collisione tra loro, ma i macchinisti – ha spiegato Giannella – non si sono assolutamente avveduti, neanche un secondo prima dell’incidente, perchè non c’è alcun dato che registra un tentativo di frenata”.

Sei sono le persone indagate dai magistrati tranesi, che dopo i familiari delle vittime incontreranno i giornalisti per fareil punto dell’inchiesta: il direttore generale di Ferrotramviaria, Massimo Nitti, il direttore di esercizio, Michele Ronchi, la presidente e legale responsabile della società ferroviaria, Gloria Pasquini, il capotreno Nicola Lorizzo e i capistazione

di Andria e Corato, rispettivamente Vito Piccarreta e Alessio Porcelli.

Intanto il pool di magistrati ha incontrato alcuni dei familiari delle vittime delle tragedia. Michela Merra, sorella di Benedetta. ha spiegato di aver ricevuto parole di consolazione dal capo della Procura le ha riferito come le indagini siano ormai a metà strada.”Mia sorella ha lasciato due figli – ha detto – E pensare che quattro minuti dopo sarebbe arrivata ad Andria. Siamo distrutti”.

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