Sciolto per mafia il Comune di Cerignola. “Sindaco celebrava e partecipava a nozze di pluripregiudicati”

Sciolto per mafia l’ente comunale di Cerignola per forme ingerenza da parte della criminalità organizzata. Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministero dell’Interno, ha così deliberato lo scioglimento del consiglio comunale di una delle città più importanti della provincia di Foggia, quasi 60mila abitanti. Una stangata che era nell’aria da settimane.

Nella relazione del Ministero consegnata al CdM si parla apertamente di “assidui rapporti tra il sindaco Franco Metta ed esponenti di rilievo della criminalità locale”. Il primo cittadino sarebbe persino intervenuto in episodi di abusivismo per invitare gli agenti della polizia locale a soprassedere in favore di pregiudicati. Inoltre avrebbe “celebrato il matrimonio di un pluripregiudicato per poi partecipare al ricevimento nuziale, alla presenza di numerosi esponenti della criminalità, con reati anche di tipo associativo, condividendo immagini sui social network”.

Nel mirino, inoltre, l’affidamento del verde pubblico alla società Mondoservice, raggiunta nei mesi scorsi da interdittiva antimafia. La relazione ricorda che il sindaco espresse parole di condanna nei confronti della Prefettura dopo quel provvedimento.

“Una gestione dell’ente avulsa dal rispetto dei principi della legalità”, anche in considerazione dell’affidamento dei lavori di ampliamento del cimitero comunale e della gestione della villa, tutto finito nelle mani di società composte da noti pregiudicati.

“Frequentazioni e cointeressenze tra amministratori comunali ed esponenti della criminalità organizzata – si legge – rappresentate dalla circostanza che il primo cittadino e un assessore hanno presenziato all’inaugurazione di uno dei locali gestiti da componenti della famiglia criminale egemone. Ad alcuni di questi gestori sono state rilasciate autorizzazioni permanenti all’occupazione di suolo pubblico, in palese contrasto con il regolamento comunale che prevede per tale tipo di concessioni una durata massima di cinque anni”.

Una lunga serie di motivazioni, dunque, per le quali il Ministero ha chiesto una gestione commissariale di 18 mesi ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo 267/2000.

Sono ora tre i comuni sciolti per mafia nel Foggiano, dopo Monte Sant’Angelo nel 2015 e Mattinata nel 2018. Manfredonia resta in attesa dell’esito.

fonte: www.immediato.net

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