“Corrado è un giornalista bravo e mite, uno di quelli che si adegua sempre. Nino è un ufficiale dell’arma, determinato, incorruttibile e con un passato in prima linea a Sarajevo. Nel paese di Giovanni, in pieno degrado, si muore a causa di olio avvelenato perché coltivato in una discarica di rifiuti da una nascente organizzazione mafiosa emersa grazie all’omertà e partecipazione di familiari conniventi, professionisti avidi e istituzioni corrotte. Giovanni, Nino e Corrado, uniranno i loro sforzi per debellare l’organizzazione malavitosa, in un ambiente desolante, abbandonato, in piena decadenza e in crisi di valori in cui le nuove mafie trovano terreno fertile per prosperare eliminando ogni prospettiva di futuro per la società locale. Corrado e Nino aiutano nella sua lotta Giovanni che pagherà un prezzo altissimo per salvare la sua gente e molti innocenti fra cui gli stessi figli del noto mafioso locale.”
“La mafia si esprime in diversi modi, ma non per questo cessa di essere tale; la mafia tende a essere una coperta che copre anche chi non la vuole”.
Il paese in cui si svolgono i fatti raccontati dall’autore può essere uno qualsiasi, anche il nostro, proprio perché il “sistema mafioso” ormai non ha confini.