di MARA CHIARELLI- bari.repubblica.it
Uno stub, perquisizioni e controlli, mentre si attende l’esito dell’autopsia su Vitantonio Fiore, Claudio Fanelli e Antonio Romito, massacrati ieri in via Piemonte, sul confine del quartiere San Paolo. E’ il giorno dopo, quello fatto di interrogatori, verifiche e piste da vagliare, mentre l’omertà dei cittadini non aiuta le indagini: al lavoro agenti della Squadra Mobile della Questura di Bari, coordinati dal pm antimafia Ciro Angelillis, che domani affiderà l’incarico per l’esame autoptico al professor Francesco Vinci dell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari.
E sempre domani, alle 12, si terrà in Prefettura a Bari un monotematico comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, al quale parteciperà anche il sindaco Michele Emiliano, che già nelle ore successive al triplice delitto aveva sollecitato l’intervento a Bari del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Il sindaco ha inviato un telegramma al vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro per chiedere ufficialmente e in tempi brevi la convocazione di una riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica nella città di Bari. L’invito ad Alfano affinché venga a Bari è stato ribadito anche dal presidente del consiglio regionale, Onofrio Introna: “Il Consiglio regionale della Puglia adotterà domani un ordine del giorno unitario per chiedere al governo nazionale iniziative urgenti per affrontare l’escalation di vendette criminali e di spietati episodi delinquenziali, che sta aggredendo la città di Bari”.
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IL SINDACO “Massacro preannunciato”
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Il ritrovamento di un’auto bruciata, una Croma, intanto ha concentrato i controlli della polizia scientifica, che dovrà accertare se si tratta della stessa vettura utilizzata per l’agguato di domenica. Bersaglio principale dei sicari era quasi certamente Fiore, figlio del boss del quartiere San Pasquale, attualmente detenuto per un duplice omicidio. Ma anche Romito e Fanelli, stando alle ultime risultanze investigative, sarebbero stati obiettivo di killer incaricati di uccidere, senza lasciare scampo.
A questo scopo hanno utilizzato in kalashnikov, un’arma molto potente, capace di trapassare il giubbotto antiproiettile indossato da Fiore. Il giovane sapeva di essere in pericolo, per aver avuto un importante ruolo nel delitto di Giacomo Caracciolese, il 5 aprile scorso, in via Dei Mille al quartiere San Pasquale. Romito, invece, anche lui armato di pistola che però non sarebbe servita a salvargli la vita, è ritenuto il reggente del clan Strisciuglio al rione San Paolo, mentre Fanelli sarebbe stato a lui vicino.
Mentre gli inquirenti cercano di individuare gli assassini in una corsa contro il tempo, per evitare che scorra altro sangue in città, fonti interne al quartiere San Paolo raccontano che nelle ore successive al triplice omicidio numerosi personaggi affiliati ai vari clan locali abbiano percorso le strade limitrofe, in sella a scooter.