Rifiuti nel falso olio «bio», arrestate 16 persone sequestrate 15 imprese

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La commercializzazione di olio di oliva comunitario come falso olio extravergine di oliva biologico 100% Made in Italy era “il vero core business” della trentina di persone indagate – 16 delle quali arrestate oggi – nell’indagine della Guardia di Finanza di Andria che ha portato anche al sequestro di 16 aziende tra la Puglia e la Calabria.

L’attività delittuosa era – secondo quanto emerge dagli atti della Gdf – “il vero core business” degli indagati che “in barba a qualsivoglia forma deontologica antepongono i propri interessi personali a quelli della collettività, il tutto con gravi pregiudizi riscontrabili non solo nell’ottica del consumatore finale e della tutela della salute pubblica ma anche in quella dell’intero mercato autoctono dell’olio extravergine di oliva che, come appare sempre più frequentemente dalle cronache degli ultimi anni, risulta costellato da continue fluttuazioni al ribasso”. La frode – secondo gli investigatori – ha permesso agli indagati di ottenere “un vantaggio competitivo imprenditoriale altamente remunerativo”.

Le tre associazione per delinquere smantellate erano – secondo la procura – capeggiate due dall’imprenditore andriese Nicola Di Palma (dell’azienda olearia San Vincenzo), la terza da Antonio Cassetta (gestore di fatto della Sago srl di Andria). Entrambi sono stati arrestati. Di Palma avrebbe capeggiato due gruppi criminali: il primo aveva rapporti con aziende calabresi di Cassano allo Ionio (Cosenza) e di Petitia Policastro (Crotone), l’altro con aziende di Copertino (Lecce); Cassetta invece gestiva un’altro gruppo criminale: nella sua azienda di Andria, la Sago, è stata riscontrata la presenza di oli di oliva lampanti adulterati con oli di semi e/o grassi estranei all’olio d’oliva.

Le misure cautelari sono state emesse dal gip di Trani Angela Schiralli su richiesta del pm Antonio Savasta e del procuratore Carlo Maria Capristo.

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«IN QUELLE BOTTIGLIE C’ERANO RIFIUTI»
Le analisi chimiche e organolettiche compiute su campioni di olio d’oliva venduti come biologico extravergine Made in Italy, hanno dimostrato che in quelle bottiglie, in alcuni casi, non vi era nulla che potesse essere definito neppure olio lampante, addirittura che possa essere definito commestibile, trattandosi di oli esausti, residui di frittura, ossia rifiuti che, anzichè essere smaltiti erano venduti e finivano sulle tavole di consumatori “. Lo ha detto il responsabile dell’ispettorato repressione frodi di Bari, Luca Veglia, nel corso della conferenza stampa che si è svolta nella procura di Trani sull’operazione che ha portato a 16 arresti e al sequestro preventivo di 16 aziende e di 400 tonnellate di olio di oliva scadente o contaminato.
Si tratta di sostanze cancerogene e dannose per la salute degli ignari consumatori – ha aggiunto il pm Antonio Savasta – che invece hanno il diritto di sapere cosa c’è in quello che comprano e di scegliere i prodotti in base alle loro reali caratteristiche“.

Ecco gli arrestati e tutti gli indagati

Ecco l’elenco delle persone destinatarie dell’ordinanza applicativa della custodia in carcere (e ai domiciliari) emessa dal gip di Trani. Complessivamente sono 23 gli indagati.

Sono finiti in carcere: Nicola De Palma (54 anni, Andria) e Antonio Cassetta (Andria, 50 anni).

Ai domiciliari: Mario Cuda (52 anni, Catanzaro), Giuseppe Orlando Chiera (52 anni, Locri), Mario Vincenzo Brogna (Cassano dello Ionio, 56 anni), Antonio Di Gregorio (Andria, 45 anni), Giovanni Angelo Petito (46 anni, Copertino), Anna Paola Mariano (46 anni, Copertino), Luigi Michele Petito (50 anni, Copertino), Mauro Luigi Giuseppe Petito (50 anni, Copertino), Giuseppe Petito (23 anni, Copertino), Domenico Cassetta (47 anni, Andria), Leonardo Giovanni Papaianni (Corigliano Calabro, 43 anni), Giuseppe Di Bari (Andria, 48 anni), Domenico Locantore (Andria, 62 anni).

Il giudice ha rigettato la richeista di arresto per altre cinque persone. Grazia Pomo (47 anni, Andria, Rosaria Viteritti (Corigliano Calabro, 59 anni), Antonio Luzzi (34 anni, Rossano Calabro), Anna Maria Teresa Bianco (38 anni, Mesagne) e Giuseppe Monteleone (51 anni, Bari).

Locantore olii Andria

Le aziende pugliesi coinvolte, e interessate dal provvedimento di sequestro del gip sono:
Minolio (Andria), Agripetito (Copertino), Azienda agricola olearia San Vincenzo (Andria), Borgo Salento (Erchie), Meridex olli (Bitonto), Olisol (Barletta), Full Commerce (Andria), S Agg (Andria)

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