Olio ‘taroccato’ e dalla Spagna spacciato per biologico Made in Italy: 16 arresti in Puglia, chiuse le aziende

bari.repubblica.it

ANDRIA – Altro che ‘olio 100% italiano biologico’: un’indagine della Guardia di Finanza di Adria ha portato oggi allo smantellamento di tre associazioni per delinquere che gestivano un giro d’affari illecito stimato in 30 milioni di euro. Sono state arrestate 16 imprenditori pugliesi, ma nell’inchiesta ci sono anche altri indagati. La magistratura di Trani ha ordinato anche il sequestro preventivo di 16 imprese coinvolte.

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L’olio veniva etichettato come ‘100% italiano biologico’ quando la provenienza era in realtà comunitaria e sfruttava sul mercato il valore aggiunto delle menzioni riservate ai prodotti ‘Made in Italy’ e biologico. L’indagine ha permesso anche di apporre i sigilli a circa 400 tonnellate di olio dalle qualità organolettiche scadenti o contaminate. L’olio sequestrato era miscelato con grassi di diversa natura, contenenti fondami ed impurezze imputabili al circuito della raccolta degli oli esausti della ristorazione, nonché di provenienza furtiva, oppure scortati da documenti di accompagnamento indicanti natura e qualità diversi da quelli reali.

Le tre associazione per delinquere smantellate erano – secondo la procura – capeggiate due dall’imprenditore andriese Nicola Di Palma (dell’azienda olearia San Vincenzo), la terza da Antonio Cassetta (gestore di fatto della Sago srl di Andria).
Entrambi sono stati arrestati. Di Palma avrebbe capeggiato due gruppi criminali: il primo aveva rapporti con aziende calabresi di Cassano allo Ionio (Cosenza) e di Petitia Policastro (Crotone), l’altro con aziende di Copertino (Lecce); Cassetta invece gestiva un’altro gruppo criminale: nella sua azienda di Andria, la Sago, è stata riscontrata la presenza di oli di oliva lampanti adulterati con oli di semi e/o grassi estranei all’olio d’oliva.

L’inchiesta ha accertato che le tre presunte organizzazioni criminali pugliesi – due delle quali facevano capo ad uno stesso imprenditore andriese – si sono avvalse della complicità di imprese che commercializzano olio di oliva in Puglia e in diverse città della Calabria. A queste imprese era affidato il compito – secondo il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo, e il pm inquirente Antonio Savasta – di fornire false fatture attestanti fittizi approvvigionamenti di olio extravergine di oliva prodotto in Italia necessari ‘cartolarmente’ a legittimare ingenti acquisti di olio proveniente, in realtà, dalla Spagna.

All’indagine della Gdf hanno partecipato uomini dell’ispettorato repressione frodi di Roma e Bari del ministero delle politiche agricole e dell’Agenzia delle Dogane. Grande la soddisfazione del ministro Maurizio Martina. “Voglio ringraziare – ha detto
– tutto l’Ispettorato anti frode per il grande lavoro fatto a protezione di un prodotto simbolo del Made in Italy come l’olio d’oliva. L’operazione di oggi dimostra l’efficacia del sistema dei controlli e il concreto rafforzamento del coordinamento che abbiamo voluto con decisione. Azioni di contrasto come quella di oggi si inseriscono in un piano di azione contro l’illegalità, a tutela della sicurezza degli alimenti, della fiducia del consumatore e dei tantissimi produttori che con fatica e passione portano avanti il proprio lavoro rispettando le regole. Proprio sul settore dell’olio

 – ha concluso Martina – stiamo portando avanti un lavoro importante di controlli e di analisi, tanto nella fase d’ingresso dall’estero quanto negli stabilimenti di lavorazione in Italia, per proteggere una filiera che vale quasi un miliardo e mezzo di euro solo di export”.

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