Riciclaggio e truffa, indagati i fratelli Riva: “Il tesoro dell’Ilva sui conti off-shore”

bari.repubblica.it

Sequestri per 1,2 miliardi euro bloccati nei paradisi fiscali e perquisizioni nelle abitazioni di alcuni componenti della famiglia Riva a Milano. L’indagine – come ha anticipato il nostro giornale – riguarda una maxi evasione fiscale con soldi della famiglia Riva sottratti indebitamente alle casse dell’azienda. I fratelli Emilio e Adriano, patron del Gruppo cui fa capo anche il siderurgico di Taranto, sono indagati a Milano per trasferimento fittizio di beni e truffa ai danni dello Stato. Altri due professionisti risultano indagati per riciclaggio.

Il provvedimento di sequestro preventivo riguarda immobili, titoli e disponibilità finanziarie per un valore totale di un miliardo e duecento milioni di euro, custoditi nel paradiso fiscale di Jersey. Il provvedimento è stato firmato dal Gip del tribunale di Milano ed è stato eseguito dagli uomini del nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle del capoluogo lombardo e di Varese. Le accuse nei confronti della famiglia Riva sono di frode fiscale, riciclaggio, intestazione fittizia e truffa ai danni dello Stato.

Secondo quanto accertato nel corso delle indagini i Riva, mediante l’interposizione fittizia di alcuni trust in Italia e Svizzera, e di altre società, avrebbero nascosto la reale titolarità delle disponibilità finanziarie create con i soldi dell’Ilva, facendo risultare all’estero beni che, invece, sono nella loro disponibilità in Italia, per rendere applicabili i vantaggi derivanti dallo scudo fiscale. Oltre ai sequestri, sono in corso una serie di perquisizioni nei confronti della famiglia Riva e dei professionisti che ne hanno curato la pianificazione fiscale. L’ipotesi della Procura, che ha analizzato le operazioni di compravendita di azioni effettuate dalla famiglia Riva tra il ’96 e il 2006, gran parte del miliardo e 200 milioni di euro il cui equivalente in beni è stato sequestrato oggi dai finanzieri sono usciti dalle casse del colosso siderurgico.

Il gip del tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, nel frattempo, ha concesso gli arresti domiciliari al presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, arrestato il 15 maggio scorso per concussione nell’ambito dell’inchiesta pugliese ‘Ambiente svenduto’. Resta in carcere invece l’ex assessore provinciale all’Ambiente, Michele Conserva.

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