I residenti del quartiere Madonna della Rosa s’interrogano sulla chiusura della stradina adiacente all’ex cementificio De Gennaro.

E’ vero, la consuetudine non crea la certezza del diritto ma, in tutti questi anni, i residenti del quartiere Madonna della Rosa lo hanno guadagnato, a giusto titolo, quel diritto a transitare lungo la stradina che costeggia l’ex cementificio De Gennaro, attuale cantiere della ditta Giuseppe Lovino di Ruvo. Certamente guadagnato perché i residenti storici il quartiere lo hanno visto non solo crescere ma lo hanno visto soprattutto nascere. Circa 25 anni fa non c’era praticamente nulla, non esistevano strade, non esisteva l’illuminazione pubblica e i pochi palazzi costruiti erano circondati dagli alberi di ulivo e dalla campagna, e l’unica via di collegamento con la città era la vecchia via Bitonto (Madonna della Rosa). Col tempo il quartiere si è esteso, ingrandito e popolato, senza non poche difficoltà. Una delle conquiste più grandi che i residenti storici non possono dimenticare fu proprio quel collegamento diretto, quella scorciatoia, quella stradina ricavata all’interno dell’area del cementificio che facilitava notevolmente il percorso, in termini di tempo e di distanza, tra il quartiere e la Stazione. Da allora sembrava finalmente di essere più vicini alla città e per la prima volta i residenti non si sono sentiti più solo una parte di periferia della città. Bene, a distanza di tanti anni in questi giorni questo diritto acquisito è stato loro negato.

La ditta edile Lovino, che nel frattempo è diventata proprietaria dell’intera area e delle strutture dell’ex cementificio De Gennaro,  vieta il transito della storica stradina chiudendola con imponenti cancelli sulle due uscite. Il quartiere protesta contro un atto di profonda ingiustizia e sopruso, vissuto come la negazione e la privazione di un servizio al cittadino. Un problema di mancanza di buon senso e di egoismo da parte di chi ha deciso arbitrariamente di “cancellare” la stradina e quindi allungare il percorso, creando non poco disagio ai residenti tutti. Ad oggi non si hanno informazioni certe ed ufficiali sui motivi che abbiano spinto la ditta Lovino a questa infelice decisione. I pochi che sono riusciti ad avere un colloquio diretto col titolare della ditta, il signor Giuseppe Lovino, riferiscono che le responsabilità vengono attribuite, dall’interessato, interamente al Comune di Molfetta in virtù di accordi non rispettati.  Altri ancora indicano che la strada è semplicemente privata ed il titolare ne ha la facoltà d’uso indiscussa, ma non si riesce a capire perchè questa facoltà viene esercitata improvvisamente solo ora, dopo 10 anni.

In attesa di notizie certe sulla natura “privata” o “pubblica” della stradina auspichiamo che le parti interessate, Comune e ditta Lovino, possano concludere in tempi brevi un accordo e ci auguriamo che prevalga il buon senso, quello del buon vicinato, lo stesso che è prevalso in tutti questi 10 lunghi anni e che ha consentito alla ditta Lovino e ai residenti di convivere negli stessi luoghi nel reciproco rispetto.

di Maria Laura Scala e Matteo d’Ingeo

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