Regione Puglia, bufera sul concorso per dirigenti all’Arpal: buste aperte in anticipo e uso di telefonini

Massimo Cassano è il direttore generale dell’Arpal 

I dubbi sulla regolarità delle procedure avanzati da alcuni candidati che hanno chiesto l’annullamento. La commissione d’esame ha ribadito la correttezza di quanto fatto ma l’Ufficio anticorruzione della stessa Regione vuole vederci chiaro – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

La busta della seconda prova scritta aperta prima ancora che si svolgesse la prima, con tanto di stampe effettuate in corso d’opera e pausa tra le due prove, durante la quale i candidati hanno avuto la possibilità di utilizzare telefonini, tablet e andare in bagno: nubi si addensano sul concorso per tre posti da dirigente presso l’Arpal, l’Agenzia regionale politiche attive del lavoro diretta da Massimo Cassano. I dubbi sulla regolarità delle procedure sono stati avanzati da alcuni candidati insieme alla richiesta di annullamento in autotutela delle prove scritte svolte il 1 marzo al Palaflorio.

Ma la commissione d’esame ha già risposto, ribadendo la regolarità della procedura seguita e rispedendo al mittente le accuse. La vicenda, però, è finita all’attenzione dell’Ufficio anticorruzione della Regione, che adesso dovrà valutarla approfonditamente e verificare sia le denunce dei candidati che la risposta della commissione d’esame.

A presiedere tale organismo è Domenico Laforgia – già rettore dell’Università del Salento poi capo del Dipartimento regionale Formazione e lavoro (di cui l’Arpal di fatto è il braccio operativo) e Sviluppo Economico quindi presidente di Acquedotto di Puglia – affiancato da gli avvocati Gabriella Grieco e Carlo Capone e dal segretario Pantaleo Peschechera. Al concorso hanno partecipato 150 persone, tra le quali alcune già in servizio all’Arpal e funzionari di diversi altri enti e Comuni. A far gola non è solo la possibilità di entrare a far parte dei ruoli dirigenziali dell’agenzia ma anche il fatto che la graduatoria potrebbe essere utilizzata nei prossimi mesi per implementare i ruoli della dirigenza della Regione.

La selezione – indetta nell’autunno scorso, dopo l’infornata di funzionari – non prevedeva prove pre-selettive ma due prove scritte, da svolgere nello stesso giorno al palazzetto. Alla conta si sono presentati una settantina candidati, quindi circa la metà di quelli che avevano inoltrato la domanda. Il sorteggio della prima prova (quiz a risposta multipla) è stato effettuato da tre candidati e, subito dopo, è stata aperta anche la busta della seconda prova, di cui è stata successivamente letta solo la traccia estratta. Qualcuno dai banchi ha contestato immediatamente tale modo di procedere ma la commissione ne ha attestato la regolarità e il concorso è andato avanti. Stando a quanto denunciato da un partecipante, mentre era in corso la prima prova sono state stampate le copie della traccia della seconda e, successivamente, i candidati hanno fatto una pausa di mezz’ora, con possibilità di utilizzare dispositivi elettronici e di andare in bagno.

Il sospetto – tutto da verificare – è che in quella circostanza, qualche candidato possa avere avuto anticipatamente notizie sulla traccia della seconda prova. Per questo motivo è stato chiesto l’annullamento del concorso, ritenendo che dopo l’apertura dei plichi con le tracce non sia possibile alcuno spostamento dei presenti. Da verificare anche la posizione di alcuni candidati che sono stati ammessi con riserva ma che non avrebbero i titoli previsti dal bando. Nonché quella del personale addetto alla vigilanza o componente della commissione in relazione a “possibili conflitti di interesse con alcuni candidati”.

Dopo la segnalazione, è giunta la replica altrettanto puntuale della commissione (inviata all’Ufficio anticorruzione dell’Arpal e della Regione nonché al presidente della giunta regionale), secondo cui “non si comprendono le ragioni per cui dovrebbero essere ripetute le prove d’esame, atteso che risultano pienamente rispettati i principi che si assume siano stati violati”. Nello specifico, è stato spiegato che il candidato che ha sorteggiato le prove “non ha aperto la busta e preso visione del contenuto, cosa che ha fatto un membro della commissione, facendo visionare ai candidati solo il primo rigo”. La traccia sarebbe quindi stata consegnata nelle mani del presidente e secretata.

Per quanto riguarda le copie, è stato evidenziato che l’unica persona addetta ad effettuare la stampa del file “è stata sorvegliata dalla commissione, la quale ha posto attenzione affinché non potesse essere letta dai candidati. Nessuna fotocopia è stata fatta”. Infine, in relazione alla pausa tra le due prove, la commissione esaminatrice ha chiarito che “non avendo nessuno dei candidati avuto conoscenza della traccia sorteggiata, la pausa non ha alterato le procedure concorsuali”.

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