Queste le nostre riflessioni e proposte per il “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali”

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Stamattina è stato convocato presso la sede Comunale di Lama Scotella il  “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali”; il Liberatorio Politico, rappresentato dal coordinatore Matteo d’Ingeo è intervenuto con il seguente documento.

Il Movimento civico “Liberatorio Politico”, preso atto dei crescenti e ripetuti fenomeni di criminalità che preoccupano palesemente la nostra comunità, non vuole sottrarsi all’impegno decennale contro le illegalità diffuse, impegno che da sempre lo ha contraddistinto.

In tal senso il “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali” è stato da noi fortemente voluto, sollecitato e quindi abbiamo accolto favorevolmente l’iniziativa del Presidente Piergiovanni di convocarci oggi anche se la “revisione” del regolamento sia stata deliberata nel lontano 15 ottobre 2014. Nonostante tutto non ci è chiaro il significato e il valore dell’odierna convocazione perché irrituale e non rispettosa sia del Regolamento del Comitato stesso, approvato in C.C. il 15 ottobre 2014, sia del vecchio regolamento varato nel 1997.

Il comunicato stampa diffuso sul sito istituzionale del Comune, il 21 marzo scorso, così recitava: “ … a conclusione della prima riunione i presenti hanno deliberato all’unanimità l’allargamento del Comitato anche a chi non ha fatto richiesta ma è interessato o impegnato sul tema come le reti scolastiche, l’associazione Antiracket, il liberatorio politico, le associazioni di categoria di commercianti, artigiani e imprenditori, il centro di ascolto “Pandora”, le organizzazioni sindacali e degli anziani…”.

Il “Liberatorio Politico” non ha risposto all’avviso pubblico perché ha ritenuto che quella delibera del 15 ottobre 2014 rendesse palese la volontà dell’amministrazione comunale di non prevedere un organismo paritetico tra istituzioni e cittadinanza attiva, facendo diventare quest’ultima una semplice invitata con nessun potere operativo. Ebbene oggi chiediamo al Presidente del Consiglio Comunale se siamo stati convocati per far parte integrante di questo organismo istituzionale, oppure siamo ancora dei semplici invitati. Il “Liberatorio Politico” vorrebbe che il Comitato diventasse operativo da subito, perché è stato perso già molto tempo, ma non intende farne parte attraverso una procedura irregolare. Nel primo caso, qualora si voglia “allargare” la composizione del Comitato agli odierni convocati, non è sufficiente la volontà del presidente del Consiglio Comunale ma è necessaria una delibera del Consiglio Comunale. Nel secondo caso, se gli odierni convenuti sono stati invitati come rappresentativi di categorie sociali, questa convocazione è da intendersi nulla perché non è chiaro il criterio di scelta operato all’interno delle categorie sociali invitate. Dall’elenco pervenuto ci sembra che alcune realtà sindacali, professionali e associative non siano state convocate. Pertanto la nostra proposta rimane quella di tornare in Consiglio Comunale, modificare il regolamento del Comitato, ripristinando quello originale in modo da avere un organismo paritetico.

Premessa  e  Proposte per il Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali.

Nella nostra città i fenomeni delinquenziali che si sono manifestati nel tempo, prima e dopo l’omicidio del Sindaco Carnicella, sono stati di diversa natura, dalla microcriminalità si è passati alle associazioni criminali famigliari dedite allo spaccio di droga, agli omicidi, rapine, furti, incendi dolosi e attentati dinamitardi. Negli ultimi mesi la comunità ha subito anche gravi atti vandalici contro il patrimonio, ma l’illegalità diffusa per eccellenza che continua a manifestarsi incontrastata è l’occupazione abusiva di suolo pubblico, con tutte le varianti dell’abusivismo in genere. Speso abbiamo letto, o ascoltato in pubbliche conferenze, qualche libera interpretazione del termine “abusivismo” anche riferito alle nostre quotidiane denunce in materia. Pertanto sentiamo l’esigenza di aggiungere qualcosa in più al termine “abusivismo” ed al suo significato. Con la formula linguistica “abuso” in realtà si deve intendere ogni condotta o attività che viene svolta in assenza di un titolo che ne sia la ragione giustificativa. Quello che invece si vuole dare ad intendere, e far apparire, è che nel termine “abusivismo” siano da raggruppare solo le “vendite di prodotti senza autorizzazione”, ma questo è solo un costrutto parziale che ha l’obiettivo di spostare la giusta attenzione dal problema.

L’abusivismo, al contrario, è un fenomeno multidimensionale che non si ferma alle occupazioni messe in atto in difformità dei regolamenti comunali, fino a includere le cosiddette “invasioni” ai sensi dell’art.633 cp., ma raggruppa anche tutte le occupazioni vietate dall’art. 20 del Codice della strada. In esso si prescrive che nelle strade, sui marciapiedi e in generale in qualunque luogo destinato ad uso e passaggio pubblico, è vietato occupare il suolo (con banchi, tavoli, sedie, pedane, espositori, attrezzature di servizio o qualsiasi struttura finalizzata alla esposizione della merce posta in vendita) se non previa autorizzazione del Comune, e sempre assicurando che sia lasciato lo spazio per il passaggio dei pedoni non inferiore a due metri.

Ovvio che sentir dire, da rappresentanti istituzionali, che nella condotta di chi mette qualche “cassettina” per strada non c’è abuso, fa percepire alla collettività questi comportamenti accettabili e marginali dal punto di vista del decoro e del rispetto dei beni comuni.

Non siamo noi a dover ricordare che l’ambiente urbano influenza i nostri comportamenti. Lo dimostra la “teoria delle finestre rotte”, secondo cui, “se l’ambiente è brutto e degradato siamo tutti più portati a degradarlo ancor più e a violare le regole che lo governano“. Se in un caseggiato c’è una finestra rotta che nessuno ripara, è esperienza comune verificare che nella zona si cominciano a rompere altri vetri, ad accumulare rifiuti, poi compaiono le scritte sui muri e in capo a qualche tempo non è difficile che si verifichi nei dintorni qualche atto vandalico o un episodio di microcriminalità. Se una comunità presenta segni di deterioramento ambientale, e questo sembra non interessare a nessuno, allora lì si genererà l’atto antisociale e illegale. Se una Comunità tollera i piccoli abusi finirà successivamente per accettare comportamenti ben più gravi e allarmanti. Non si tratta di adottare la “tolleranza zero” che suona come una sorta di soluzione autoritaria e repressiva, ma il concetto principale è che si deve prevenire qualsiasi forma di abuso e di illegalità diffusa.

L’Amministrazione Comunale deve assumersi la responsabilità della gestione della città e il Sindaco deve interviene per prevenire e contrastare:

  1. le situazioni urbane di degrado o di isolamento che favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi.
  2. le situazioni in cui si verificano comportamenti quali il danneggiamento del patrimonio pubblico e privato o che ne impediscono la fruibilità e determinano lo scadimento della qualità urbana;
  3. le situazioni che costituiscono intralcio alla pubblica viabilità o che alterano il decoro urbano, in particolare quelle di abusivismo commerciale e di illecita occupazione di suolo pubblico;
  4. l’incuria, il degrado e l’occupazione abusiva di immobili.

Questo non lo diciamo noi, ma lo afferma la legge e precisamente il Decreto del Ministero dell’Interno del 5 agosto 2008, che offre ai sindaci la facoltà di mettere in atto qualsiasi attività amministrativa con la finalità di migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la coesione sociale e il rispetto delle norme che regolano la civile convivenza.

Queste le nostre proposte operative:

1) Prolungamento orario di servizio della Polizia Municipale fino alle ore 24; pattugliamento ore notturne di Carabinieri e Guardia di Finanza, in coordinamento con le società di vigilanza privata.

2) Visto l’organico ridotto della Polizia Municipale e il crescente bisogno di sicurezza nella città, si propone di creare dei turni di prevenzione e controllo di quartiere, alternando e privilegiando ogni due giorni un diverso quadrante di città.

3) Potenziamento della video-sorveglianza comunale con co-affidamento del controllo del sistema alle Forze dell’Ordine presenti in città oltre che alla Polizia Municipale; coordinamento della video-sorveglianza privata con incentivi a chi la installa.

4) Creazione della “cassettina della legalità” dove si possono imbucare messaggi o segnalazioni anonime riguardanti situazioni di pericolo e di illegalità diffusa, creazione di un indirizzo mail e/o applicazione per le segnalazioni.

5) Creazione banche dati e statistiche: incendi, rapine, furti in appartamento, furti d’auto, omicidi, tentati omicidi, spaccio di stupefacenti, reati contro il patrimonio, reati ambientali, abusivismo edilizio, abusivismo amministrativo, vandalismo, ecc.

6) creazione e pubblicazione elenco di tutti i permessi e autorizzazioni per occupazione di suolo pubblico per un controllo civico delle stesse.

7) Promozione del rispetto di tutte le norme e regole di civile convivenza, con campagne promozionali nelle scuole; promozione di progetti di prevenzione della devianza minorile, antidispersione scolastica, cittadinanza attiva e prevenzione bullismo in collaborazione con le scuole.

8) Promozione di progetti di inclusione sociale per ex detenuti.

9) Coordinamento dei presidi sanitari esistenti sul territorio per prevenire l’uso di sostanze stupefacenti.

10) Creazione di un decalogo della legalità.

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