Qual è la vera “Punta Perotti” in salsa molfettese?

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Le motivazioni del provvedimento di sequestro del cantiere per la costruzione del termovalizzatore della Eco-Energia – società del gruppo Marcegaglia – nella zona industriale di Modugno, ci ricordano molto il procedimento autorizzativo della centrale elettrica della Powerflor di Molfetta.
Ci piacerebbe conoscere, a tal proposito il parere del nostro Sindaco Azzollini che, in un convegno tematico sull’energia, svoltosi quest’estate a Bisceglie, dichiarò pubblicamente le sue perplessità sulla costruenda centrale Powerflor srl di Molfetta.
Con toni, non tanto ironici, ebbe a dire che la centrale era sorta dalla sera alla mattina, nel bel mezzo dei campi di cicorie, sulla strada tra Molfetta e Bitonto, poco prima della MECA e che era il prodotto di una sorta di accordo tra funzionari e imprenditori.
Riteniamo che le dichiarazioni del primo cittadino siano state molto gravi, ma non comprendiamo il motivo per cui, nonostante gli esposti presentati non solo alla magistratura ma anche al Comune di Molfetta, il Sindaco non abbia mai emesso alcuna ordinanza di sospensione dei lavori per verificare eventuali irregolarità tecnico-amministrative o incompatibilità ambientali.
 
La nuova Punta Perotti di Molfetta, come l’ha chiamata Azzollini, non è certo rappresentata dalla costruenda Capitaneria di Porto di Molfetta ma, a nostro modesto parere, è proprio la Centrale elettrica POWERFLOR con gli attuali 39MWe, e futuri 116MWe di potenza.  
Ci sembra alquanto tardivo ed in odore di propaganda l’intervento del Sindaco Senatore Presidente Azzollini che si accorge solo oggi che la costruzione della nuova Capitaneria di Porto ostruirebbe irrimediabilmente la naturale prosecuzione del lungomare di Ponente, che non è mai esistito, fino alla basilica della Madonna dei Martiri. Conosciamo già il copione di queste manifestazioni di infima demagogia e ci viene spontaneo chiedersi dov’era il Sindaco e la sua armata quando è stato approvato il progetto della Guardia Costiera?
Non è credibile la sua crociata perché il cantiere non è nato dalla sera al mattino, come ha dichiarato per la centrale Powerflor.
Il Sindaco purtroppo è entrato troppo bene nella parte di chi non vede, non sente e non sa, ma evidentemente ha già incassato il risultato e, come è avvenuto in altre occasioni, deve mettere su la sceneggiata per dare fiducia ai suoi soldati e mostrarsi valoroso ai suoi sudditi.
Dal momento che la magistratura ha tempi lunghi per occuparsi dell’esposto che numerosi cittadini hanno firmato per verificare la legittimità dell’autorizzazione rilasciata alla Powerflor di Molfetta, chiediamo al Sindaco di farsi promotore presso la Regione Puglia di una conferenza di servizi, così come ha fatto per la Capitaneria di Porto, per esprimere le sue perplessità sull’autorizzazione concessa alla Powerflor riportando le stesse dichiarazioni che ha rilasciato al convegno di Bisceglie.
Inoltre non sarebbe male se rendesse dichiarazioni spontanee davanti ai Pubblici Ministeri della Procura di Bari che si stanno occupando della centrale di Molfetta, a tutela degli interessi dell’intera comunità molfettese.

Riportiamo di seguito l’articolo apparso sulla Repubblica/Bari del 23 settembre.

Stop all’inceneritore Marcegaglia

di Gabriella de Matteis

Alcune autorizzazioni, rilasciante dal Comune di Modugno e dalla Regione Puglia, sono considerate illegittime, altre, invece, non sono mai state richieste. Eppure i lavori per la realizzazione del termovalorizzatore, alla zona industriale di Modugno, erano già cominciati. Da ieri mattina però le ruspe sono ferme. L’ area dove doveva sorgere la struttura, un impianto per la produzione di energia attraverso il trattamento dei rifiuti, è sequestrata. Ad apporre i sigilli i carabinieri del Noe che hanno eseguito un provvedimento, disposto dal pm Francesco Bretone. L’ inchiesta conta quattro indagati. Sono Antonio Albanese, di 45 anni, di Massafra, rappresentante legale della Eco Energia (la società del gruppo Marcegaglia, azienda del presidente di Confindustria, a cui il progetto del termovalorizzatore fa capo), Carmine Carella, di 53 anni di Bari e Nicola Trentadue, entrambi direttori dei lavori e Luca Limongelli, di 53 anni, sino a due mesi dirigente dell’ assessorato regionale all’ ambiente. Prima di avviare i lavori, la società avrebbe dovuto chiedere il nulla osta paesaggistico perché l’ area, ha spiegato il consulente dell’ accusa, è caratterizzata da bellezze naturali, sottoposte a tutela. E anche l’ autorità di bacino avrebbe dovuto esprimere un parere vincolante perché nell’ area c’ è il vincolo idrogeologico. Irregolarità, alle quali si aggiunge il mancato rispetto dei "Galassino", la legge che impone una distanza di sicurezza dai corsi d’ acqua. L’ impianto sarebbe infatti troppo vicino a Lama Misciano, un affluente di Lama Balice. E questo è solo un aspetto della questione, affrontato nel provvedimento di sequestro d’ urgenza, lungo 29 pagine. La "Eco Energia" ha cominciato i lavori sulla base dei nulla osta a costruire, concessi dal Comune di Modugno e poi annullati, perché la proprietà dei terreni dove dovrebbe sorgere il termovalorizzatore è al centro di un contenzioso amministrativo. Anche il parere favorevole alla compatibilità ambientale rilasciato da Luca Limongelli, secondo la procura, non è valida. La società, prevede la normativa, avrebbe dovuto informare della realizzazione dell’ impianto i cittadini dei comuni dell’ area interessata. La notizia, però, fa notare il pm Bretone, è stata pubblicata «su un quotidiano non diffuso in Puglia» e su un quotidiano regionale che però a Modugno ha venduto solo quattro copie. «Si è trattato – dice il magistrato – di una operazione volta ad aggirare il principio dell’ informazione ai cittadini. Chiunque di noi sa quali sono i giornali che sono diffusi nell’area interessata. Non pubblicare la notizia su questi giornali significa non aver voluto informare i cittadini». Sotto accusa anche la mancanza del parere dell’ Enac, «le opere supererebbero in altezza il limite consentito nel raggio di 3 chilometri dall’ aeroporto». La procura cita poi i dubbi dei consulenti su alcune caratteristiche del termovalorizzatore «non affatto improntato all’ utilizzo della migliore tecnica». E alcuni problemi, come lo smaltimento delle ceneri, considerati rifiuti pericolosi e quello della produzione alla interno della centrale di cdr, non vengono considerati nel parere di Via. Il pm Bretone conclude, spiegando come questa sottovalutazione «da parte dell’ intero comitato di Via» «appare rispondere alla precisa volontà di non dire ciò che non si può dire perché ciò avrebbe comportato l’adozione di un parere sfavorevole alla realizzazione dell’ opera». –

2 Risposte a “Qual è la vera “Punta Perotti” in salsa molfettese?”

  1. Scusate ma quqlcuno ha mandato in Procura quelle dichiarazioni di Azzollini? Mi sembrano molto gravi. Un Senatore della Repubblica non può permettersi di dire certe cose senza assumersi le responsabilità

  2. e la Regione che ha fatto finora? Chi sono i dirigenti che hanno permesso la costruzione della centrale.

I commenti sono chiusi.

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