Puglia, l’ultimo sospetto su Lerario: un appalto senza gara da 5,2 milioni per ristrutturare padiglione in Fiera

La commissione consiliare Bilancio e l’ufficio Patrimonio stanno passando al setaccio un altro progetto, sullo sviluppo della filiera agro-alimentare, messo a punto dall’ex dirigente della Protezione civile regionale arrestato a dicembre – fonte: Antonello Cassano, Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it 

C’è un progetto milionario pensato per risollevare in parte le sorti della Fiera del Levante: l’hub della filiera agricola inventato dalla Regione e finanziato dall’Unione europea, grazie al quale sono stati iniettati fondi pubblici per la ristrutturazione esterna di alcuni padiglioni – destinati anche ad altri uffici regionali – e stipulati onerosi contratti d’affitto.

Anche su quel progetto – dal suggestivo nome Creative@hubs, uno degli ultimi firmati dal duo Mario LerarioAntonio Mercurio – oggi però si addensano dubbi, relativi sia alla legittimità delle procedure seguite sia agli obiettivi da raggiungere. Non è un caso che la commissione consiliare Bilancio, presieduta da Fabiano Amati (Pd), dopo aver esaminato la relazione della dirigente del Patrimonio, Costanza Moreo, abbia ipotizzato un’ispezione e che gli atti siano stati esaminati anche dalla task force istituita dopo l’arresto di Lerario a dicembre scorso.

Il progetto

Finanziato per 6,2 milioni nell’ambito del Programma Interreg Grecia-Italia 2014-2020 (lo stesso a cui la Regione ha spesso attinto con determine firmate da Lerario), approvato dall’Unione europea nel 2019, è finalizzato allo “sviluppo di una rete sostenibile tra la filiera agro-alimentare e l’industria creativa comune adriatico-ionica, basata sul concetto di sviluppo delle nuove opportunità e mercati per i prodotti della filiera agroalimentare”.

In altre parole prevedeva l’utilizzo degli spazi nella Fiera (ulteriori rispetto a quelli che la Regione già usa e non sono pochi) ai fini espositivi e di incontro fra le imprese. Partner di progetto era il dipartimento Agricoltura ma la sua realizzazione era stata demandata all’Economato, che aveva individuato un padiglione da utilizzare nella Fiera di Bari e uno nella Fiera di Foggia.

Con il placet della giunta regionale erano stati istituiti i capitoli di spesa in Bilancio e poi elaborato il progetto di ristrutturazione esterna e adeguamento sismico dei padiglioni 115, 116, 117 e 118 (per i quali viene pagato un affitto da 300mila euro l’anno, che dal 2023 salirà a mezzo milione), quale punto di partenza per la realizzazione di un hub dell’agricoltura, il cui destino si è improvvisamente legato a quello del Polo delle arti e della cultura.

L’affidamento milionario è avvenuto con procedura negoziata – perché l’importo a base d’asta di 5,2 milioni è inferiore ai 5,3 indicati come soglia comunitaria (altra caratteristica ricorrente dell’era Lerario – con invito di poche ditte e alla fine aggiudicato alla Fenix Consorzio Stabile.

I correttivi su Foggia

Nel frattempo, viste le notizie giudiziarie su possibili irregolarità negli affidamenti dell’era Lerario, alcuni dei quali fatti invitando alle gare soltanto ditte amiche, la Regione è corsa ai ripari nell’ambito della procedura per la ristrutturazione del padiglione di Foggia (finanziata per 2,8 milioni di euro). Sono stati raddoppiati gli inviti, dai 10 iniziali a 20, e specificato che gli operatori saranno estratti mediante sorteggio tramite l’algoritmo disponibile sul portale Empulia, in modo da allontanare sospetti su possibili illegittimità.

Le altre spese

In Regione si continua a lavorare per ridurre i fitti passivi, sui quali ha relazionato in Prima commissione la dirigente del Patrimonio, Costanza Moreo. Oltre ai 17mila euro annui pagati per gli uffici di corso Sonnino a Bari ci sono 84mila per la Mediateca regionale in via Zanardelli, 50mila per gli archivi regionali a Foggia, 45mila per mantenere uno sportello informativo della Regione in piazza Skanderberg a Tirana, con un canone di locazione che forse avrebbe consentito un acquisto.

Durante la recente audizione in commissione, sollecitata dalle domande del presidente di commissione Amati, la dirigente Moreo ha ricordato altri casi anomali, come il comodato d’uso di uno stabile in viale Unità d’Italia a Bari, concesso ai carabinieri forestali ai quali è stato comunicato lo sfratto. E il fitto annuale da 8mila 500 euro per un immobile a Ugento che ospita soltanto tre dipendenti del dipartimento Formazione professionale, che da Ugento – anziché dalla sede di Lecce – usufruirebbero anche di spese di missione maggiori.

La Fiera batte cassa

La dirigente ha fatto riferimento anche a un’altra vicenda, che riguarda i rapporti tra Regione e Fiera del Levante. Ovvero l’addendum, messo a punto da Lerario, tramite il quale la Regione si sarebbe fatta carico delle spese per la manutenzione del verde e della vigilanza in tutto il quartiere fieristico.

L’addendum non è mai stato però ratificato dalla Moreo (subentrata a Lerario), ma quei soldi sono importanti per le casse non in salute della Fiera. Per questo il 6 dicembre il presidente dell’Ente Fiera, Pasquale Casillo, ha richiesto il pagamento di quei servizi, quantificati in 203mila 373 euro. Una cifra che adesso la Regione è riluttante a pagare: “È in corso la valutazione di tale richiesta, al fine di verificare i presupposti legittimanti l’erogazione delle somme”.

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