Puglia, la piovra criminale sulle aziende: «I clan scommettono sull’usura»

Le leve mafiose attaccano le aziende in difficoltà o investono in settori come quello della sanificazione o dell’import-export di dpi.

fonte: MICHELE DE FEUDIS – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

Cresce l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico nazionale e in particolare meridionale, per le condizioni generate dalla crisi economica legata alla pandemia: Paolo Lattanzio, deputato del Pd e componente della Commissione Antimafia, ha presentato al XX Comitato della bicamerale una relazione intitolata «Per la prevenzione e la repressione delle attività predatorie della criminalità organizzata durante l’emergenza sanitaria» (sarà votata il 15 di aprile e poi andrà in plenaria, con proposte operative di intervento, frutto di una dialettica trasversale agli schemi politici). Spiega alla Gazzetta Lattanzio: «Le tragedie attirano gli appetiti criminali: accadde con il colera a Napoli, con il terremoto del Belice, dopo il sisma in Abruzzo e Marche. La pandemia lascia strascichi più profondi e duraturi di un terremoto. La mia ricerca si fonda sul lavoro dell’organismo permanente di monitoraggio del prefetto Vittorio Rizzi, sui report della Dia, e della Banca d’Italia sulle segnalazioni di operazioni sospette».

Il nodo cruciale è la richiesta di liquidità che mette in difficoltà le imprese, quelle del Sud in primis: «Sulla scarsità di liquidità del mondo economico lo Stato è intervenuto, ma le risorse pubbliche, per definizione – argomenta – non possono essere tempestive. Mentre i clan hanno denaro a disposizione e una presenza di prossimità con la quale arrivano al cittadino che ha delle sofferenze. Succede a Palermo dove i clan distribuiscono al secondo giorno di lockdown già i pacchi per gli indigenti. Come a Città del Messico con la figlia del Chapo».

Lattanzio descrive questa modalità operativa dei clan: «Hanno liquidità derivante dai traffici e posseggono un notevole controllo del territorio: avvicinano gli imprenditori in difficoltà e forniscono aiuti alle famiglie indigenti». Il fenomeno è anche pugliese: «Nell’ultimo report di Avviso pubblico la regione viene indicata come il territorio con il maggior aumento di minacce ai rappresentanti degli enti locali. Perché? Gestiranno appalti che possono consentire, se infiltrati, al denaro sporco di ripulirsi. Questo è il grande rischio. Al riguardo non si può deregolamentare il codice degli appalti. Va difeso. Alcune procedure possono essere semplificate, ma non si può cancellare in toto». Quali i territori più a rischio infiltrazioni? «Quelli – riflette Lattanzio – dove le consorterie sono più forti e hanno legami anche internazionali: il Foggiano, il Barese e il Salento, spazio di passaggio dei traffici oscuri con l’Albania. Abbiamo allerta importanti anche su Taranto, dove il tessuto sociale è molto provato, con alcuni comparti a forte infiltrazione criminale e barriere d’ingresso più blande. I clan proliferano sulla povertà, speculano sulle debolezze sociali». Le mani delle mafie sono invisibili: «Molte aggressioni a imprese e comunità sociali adesso non si vedono. Perché in una economia di guerra, come la definisce il procuratore Federico Cafiero de Raho, molti affari sono in nero, con i proprietari delle aziende trasformati in prestanome. I capitali sporchi entrano nei settori tradizionali: logistica, rifiuti, sanità. E nei nuovi spazi di investimento: sanificazione e import-export».

Nella relazione è fotografa l’evoluzione delle strategie criminali, il cambio di passo nelle logistica dei traffici e i misteriosi cambi di codice Ateco di tante piccole società, che di colpo si lanciano nelle importazioni di mascherine o nel business delle sanificazioni.

«Il reato spia? L’usura: mancano agli imprenditori le risorse per i pagamenti e per non perdere l’accesso al credito si rivolgo all’usura di prossimità. Con lo strozzino della porta accanto che presta denaro e chiede in cambio connivenze», puntualizza Lattanzio. Le soluzioni allo studio? «Bisogna insistere con la repressione e con il tradimento delle operazioni finanziari, anche grazie ad un sistematico incrocio delle banche dati. Poi bisogna aumentare i fondi di coesione sociale, per rendere il lavoro più garantito. Con lo sblocco dei licenziamenti la situazione può peggiorare. L’antimafia sociale? Soprattutto al Sud non è abbastanza presente. C’è bisogno di progetti, oltre l’approccio autoreferenziale di realtà come “Libera” che dialogano solo al proprio interno. Ci vuole studio non solo spontaneismo, per allargare le maglie oltre la Ztl», conclude con una vena polemica il deputato barese.

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi