Porto, il Ministero dei Beni Culturali chiede chiarimenti urgenti al Comune

Dubbi del Dicastero sul rispetto delle prescrizioni stabilite nel decreto di compatibilità ambientale del giugno 2005

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di La Redazione (www.molfettalive.it/…)

Un'opera faraonica e al tempo stesso controversa. Il nuovo porto commerciale di Molfetta continua a far discutere.

Prima il pronunciamento dell'Autorità di Vigilanza per i Lavori Pubblici con sede a Roma, nel quale l'operato dell'amministrazione comunale di Molfetta era fortemente censurato «per molteplici violazioni di leggi e regolamenti» e la conseguente «trasmissione di tutti gli atti alla Procura della Repubblica ed a quella della Corte dei Conti», poi due consigli comunali richiesti con urgenza dall'opposizione, in cui però la maggioranza si è sottratta alla discussione dell'argomento.

Adesso un altro capitolo, anche questo recante il timbro postale della Capitale. 

È il Ministero per i Beni e le Attività Culturali a chiedere stavolta al Comune di Molfetta con urgenza informazioni sui lavori in corso, in particolare sul rispetto delle prescrizioni stabilite nel Decreto di compatibilità ambientale n. 648 del 23 giugno 2005.

Lo rende noto il Circolo di Legambiente in una nota a firma del presidente Antonello Mastantuoni, nella quale sono elencate le tappe dell'iter che ha portato l'associazione ambientalista ad aver accesso agli atti della vicenda.

«Il 27 marzo scorso il Circolo cittadino di Legambiente – scrive Mastantuoni – aveva presentato al Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, al Presidente della Regione Puglia, all’Assessorato Regionale dell’Assetto del Territorio, all’Assessorato Regionale dell’Ecologia, alla Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio per le Province di Bari e Foggia e, infine, al Sindaco del Comune di Molfetta una richiesta di accesso a informazioni di carattere ambientale relative ai lavori della nuova sistemazione del porto.

In particolare il Circolo chiedeva di accedere al “Progetto esecutivo” dei lavori di sistemazione dell’area portuale approvato con delibera di Giunta il 13 febbraio 2008.

Le ragioni di questa richiesta stavano nella sconcertante impressione di assistere alla inadempienza sistematica delle prescrizioni di VIA (la Valutazione di Impatto Ambientale) impartite dalla Regione Puglia, dal Ministro dell’Ambiente e dal Ministero per i Beni Culturali.

In particolare il Decreto di compatibilità ambientale n. 648 del 23 giugno 2005, con il quale si concludeva l’istruttoria di VIA, evidenziava l’intenzione di salvaguardare il water-front dell’area urbana Madonna dei Martiri–Borgo Vecchio, già soggetto a vincolo paesaggistico, puntando alla “riqualificazione degli attuali capannoni delle officine e cantieri ed in particolare quello della CINET, che viene destinato a “Museo del Mare”, mentre, com’è noto, sul sito in precedenza occupato dal Cantiere CINET sono in corso i lavori di realizzazione della nuova Capitaneria di Porto, essendo stato il vecchio fabbricato abbattuto per fare posto alla nuova costruzione.

A fronte di questo precedente – continua il comunicato -, la mancata pubblicizzazione del Progetto esecutivo impedisce di capire quale sorte venga prevista per la “Banchina Seminario” il cui ampliamento (lo sbandierato “lungomare di Ponente”) nelle prescrizioni viene stralciato, trattandosi di area sottoposta a vincolo paesaggistico; impedisce di capire se e in che modo avverrà la riqualificazione dell’area dei “Cantieri Navali”; non dà conto dei lavori di sistemazione idraulica delle aree di pertinenza ed annesse alle lame; non mostra in che modo verranno resi compatibili con i lavori le aree archeologiche presenti nelle aree interessate e quando e in che modo verranno eseguite le prospezioni archeologiche richieste dal Ministero del Beni Culturali e come si potrà eventualmente tenere conto dei loro risultati.

Gli unici riscontri alla richiesta di accesso agli atti, fatta ai sensi del D. Lgs. 195/2005 e dell’art. 28 del D. Lgs. n. 152/2006, erano stati, fino a pochi giorni fa, una mail con la quale il Ministero dell’Ambiente dichiarava di non essere in possesso dei documenti richiesti e, in data 13 maggio 2009, una nota del Ministero dei Beni Culturali con la quale veniva demandata alla Soprintendenza per i Beni Culturali di Bari l’acquisizione di notizie, dicendosi anche in questo caso il Ministero sprovvisto di qualunque documentazione.

Il 27 luglio è arrivata al Circolo una seconda nota da parte del Ministero dei Beni Culturali che, avendo a sua volta ricevuto dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia notizie dettagliate e preoccupanti sulla vicenda, chiede al Comune di Molfetta quanto sia stato fatto ad adempimento delle prescrizioni contenute nella V.I.A. e richiede che sia messo a disposizione delle Autorità competenti il famoso e, a questo punto sembra lo si possa dire, misteriosissimo “Piano esecutivo”.

Vale la pena riportare di seguito il testo della nota della Soprintendenza.

«Si rileva in proposito che, per quanto consti a questa Soprintendenza – è affermato nel documento -, non hanno avuto seguito di fatto le prescrizioni rilasciate nella nostra del 22.03.05, prot. n. 5321 in sede di esame del Progetto preliminare della nuova sistemazione portuale di Molfetta, benchè ritenute vincolanti nel parere prot. n. 07.08.408/4229. del 22.04.05 del Dipartimento per i Beni culturali e paesaggistici – Direzione generale per i Beni architettonici e il Paesaggio in merito alla richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale, ex art. 6 l .349/1986, avanzata dal Comune di Molfetta.

Infatti, per quanto di competenza di chi scrive, ai sensi del D. 19s 22 gennaio 2004, n. 42, non è stato sottoposto a parere da parte dell'ATI incaricata (Cooperativa Muratori) il richiesto progetto esecutivo delle opere di realizzazione del parco a verde intorno all'area del complesso monunentale-archeologico della Madonna dei Martiri, in cui dovevano essere anche previsti gli oneri per l'assistenza alle opere di movimentazione terra, nonchè per l'eventuale recupero di contesti archeologici emergenti. Il progetto esecutivo peraltro è stato approvato dal Comune di Molfetta con deliberazione di G.M n: 68 del 13.2.08.

Si fa inoltre presente che non risulta, per quanto a noi noto, sia stato dato corso alla richiesta di prospezioni archeologiche subacquee preventive nello specchio d'acqua antistante il complesso monumentale citato, nè alle prospezioni geofisiche preliminari alla movimentazione terra, come espressamente richiesto dalla Direzione generale per i Beni archeologici con nota prot. n. 3931 del 15.04.05».

Da qui la decisione del Ministero di richiedere urgentemente al Comune informazioni «su quanto posto in essere al fine dell'adempimento alle prescrizioni previste».

«La richiesta che il Ministero – conclude Legambiente – ha inviato al Comune di Molfetta non sembra nei modi e nella sostanza troppo diversa da quella di chi con gentilezza chiede alla volpe notizie della gallina. Ma tant’è.

Il Circolo di Legambiente non può far altro, a questo punto e di fronte a questo incredibile pastrocchio che sempre di più rivela di essere la vicenda del porto molfettese, che trasmettere questa nota alla stampa attendendosi che ne dia il risalto che merita e alla magistratura perché valuti l’esistenza di comportamenti illeciti e produttivi di danni all’ambiente».

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