PopBari, multe da capogiro, Bankitalia stanga gli Jacobini

Gli ultimi mesi della gestione di Marco e Gianluca Jacobini hanno fatto emergere «gravissime e diffuse irregolarità», l’«inadeguatezza dei sistemi di governo e controllo» e le «carenze nella gestione dei rischi, soprattutto creditizi», quelli che hanno portato PopBari a effettuare operazioni di dissipazione del patrimonio costringendo il governo a intervenire. Ed è per questo che Bankitalia ha inflitto agli ex vertici e al cda dell’istituto barese non solo le multe più pesanti dell’ultimo decennio di Vigilanza, per un totale di 3,3 milioni di euro, ma anche l’interdizione dall’attività a carico degli ex vertici.
Nei giorni scorsi palazzo Koch ha notificato gli esiti dell’ispezione conclusa alla vigilia di Natale 2019, cioè pochi giorni dopo il commissariamento che ha poi portato al salvataggio con l’intervento del Fidt e del Mediocredito Centrale. L’ex presidente Marco Jacobini ha ricevuto una multa di un milione e mezzo di euro oltre a 36 mesi di interdizione dall’attività bancaria.

Per l’ex ad Giorgio Papa una multa di 375mila euro e 24 mesi di interdizione, gli stessi 24 mesi che hanno colpito l’ex condirettore generale, Gianluca Jacobini, per il quale la multa è di 285mila euro. Al precedente ad, Vincenzo De Bustis Figarola, Bankitalia ha comminato solo una sanzione pecuniaria di 240mila euro, così come all’ex direttore finanziario Luigi Jacobini (60mila euro).

Le sanzioni record, scrivono gli ispettori guidati dal capo della Vigilanza, Andrea Pilati, sono state commisurate alla «capacità finanziaria dei soggetti coinvolti nella procedura come desumibile dalle remunerazioni, fisse e variabili, in qualunque forma riconosciute negli ultimi tre anni». Nell’ultimo anno, mentre la banca approvava il bilancio 2018 con 420 milioni di perdite, il cda aveva aumentato il gettone dei consiglieri da 40 a 70mila euro e stabilito uno stipendio da un milione di euro per De Bustis. La retribuzione complessiva di Marco Jacobini nell’ultimo anno pieno di attività (si è dimesso a metà del 2019) era invece arrivata a toccare i 3 milioni di euro lordi. Giusto per fare un paragone, nel 2015 lo scandalo della Popolare di Vicenza si concluse con sanzioni per circa 3,6 milioni, ma quella più alta, all’ex numero uno Gianni Zonin, era di 234mila euro.
In estrema sintesi agli ex vertici di PopBari viene contestata l’erogazione di crediti a persone non meritevoli, e in particolare l’operazione da 51 milioni con il fondo lussemburghese Naxos che sarebbe dovuta andare in parallelo con la sottoscrizione di un prestito obbligazionario da 30 milioni da parte della Muse service di Gianluigi Torzi, il finanziere coinvolto nello scandalo del palazzo vaticano di Londra.

Le sanzioni, che diventeranno definitive tra alcuni giorni trascorsi i termini per i ricorsi, riguardano anche l’intero cda (Di Taranto 46mila euro, Pignataro 49mila, Nitti 60mila, De Rango 53mila, Montrone 29mila, Venturelli 22mila, Viesti e Viti 15mila), gli ex sindaci (Pirola 88mila euro, Antonio Dell’Atti 67mila, Acerbis 84mila) e gli ex dirigenti che facevano parte del comitato crediti (Loperfido 175mila euro, Maggi 89mila, Catalano 34mila). Ai consiglieri e ai manager viene in sostanza contestato di essersi appiattiti sulle volontà degli Jacobini e di De Bustis, veri padroni della PopBari. Nessuna sanzione invece nei confronti dell’ex presidente dei sindaci Alberto Longo e dell’ex consigliere e direttore generale Luigi Mastrapasqua, «considerato che numerose violazioni sono precedenti all’assunzione delle rispettive cariche e che, comunque, i fatti rilevati non risultano imputabili alle responsabilità dei deducenti, che hanno spesso assunto un ruolo critico in sede consiliare o di comitato crediti manifestando il proprio dissenso su alcune decisioni». Longo, come risulta anche dagli atti raccolti dalla Procura, fu l’unico a cercare di opporsi allo strapotere della famiglia Jacobini.

fonte: MASSIMILIANO SCAGLIARINI – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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