Pino Amato "consiglia" la vigilanza privata armata (suo fratello) al "VEGLIONCINO PER BAMBINI" del Carnevale Molfettese

                                                   Foto: © MolfettaLive.it

Continua l'approfondimento della fabbrica del consenso elettorale a Molfetta attraverso le intercettazioni telefoniche e gli atti giudiziari del processo che ha condannato Pino Amato (ex assessore, ex consigliere comunale ed ex presidente del Consiglio Comunale), in primo grado, a tre anni di reclusione. Augurando al sig. Amato la piena assoluzione, nel processo d'appello, ci interessa conoscere e approfondire il "sistema" che crea consenso oggi in politica. Il nostro giudizio su questo sistema sarà sempre severo al di là delle sentenze definitive.

Quarta Puntata

omissis….

… Le indagini della D.I.G.O.S. hanno accertato che la manifestazione in occasione della quale l’AMATO ha preteso dal suo collega Mario Cantatore, con delega allo sport e agli spettacoli, il conferimento di un incarico di vigilanza a La Securpol, è una manifestazione di beneficienza organizzata, presso il Palazzetto dello Sport “PALAPOLI” di Molfetta, in occasione del Carnevale dei Bambini, con il patrocinio del Comune di Molfetta, il cui ricavato (al netto delle spese, è ovvio) sarebbe stato devoluto in beneficenza alle popolazioni asiatiche colpite dallo “TZUNAMI”. Nell'occasione è stata liquidata a La Securpol la somma di euro 269,56 (che, pertanto, è stata sottratta da quella da destinarsi in beneficenza) come si evince da copia della fattura acquisita presso quell’Assessorato (v. fascicolo, fogli da 1372 a 1374, prodotti dal p.m. all’udienza del1’11.6.2009).
 
Cantatore Mario veniva sentito come testimone all’udienza dell’11.6.2009, quando veniva comunque  acquisito il verbale delle s.i.t. rese alla DIGOS il 24.8.2005[1] nel corso delle indagini preliminati e i sopra indicati documenti.
Il Cantatore, dopo avere  esordito dichiarando di avere poco prima appreso, nel corridoio, dall’Avvocato, anzi direttamente dall’AMATO, della telefonata intercorsa con l’imputato e intercettata, di avere proposto, al comitato per il Carnevale molfettese, di assumere un buttafuori per garantire la sicurezza dei 700-800 bambini che avrebbero duvuto partecipate al Veglioncino dei bambini. La proposta, tuttavia, non era piaciuta (trattandosi di una manifestazione cui avrebbero preso parte dei bambini) e, in quella occasione, uno dei venti componenti del comitato (e non, quindi, l’assessore Amato, che di quel comitato non faceva parte e che con quella questione nulla centrava e nulla gli aveva chiesto) aveva invece proposto, come da verbale del comitato, di ingaggiare una guardia giurata. Dopodicchè aveva visto direttamente alla porta una guardia giurata della società La Securpol.
 
E’ stato ascoltato, inoltre, l’impiegato comunale, P.D., il quale ha testimoniato all’udienza del 16.12.2009 che l’assessore allo sport pro tempore, Mario Cantatore, in occasione del veglioncino dei bambini svoltosi durante la festa di Carnevale 2005, aveva predisposto per la vigilanza a tutela di quella manifestazione pubblica, e quella vigilanza era stata assicurata, oltre che dai vigili urbani, anche dalla società La Securpol, inoltre le fatture relative alle prestazioni rese in occasione del Carnevale Molfettese venivano pagate attingendo a fondi del comitato formati con contribuzioni di varia natura, comunale ma anche privata:
DICH P.  – Il Comune comunque  contribuiva.
AVV DI TERLIZZI – come contributo?
DICH P.  – Certo.
AVV DI TERLIZZI – ma la liquidazione…
GIUDICE GADALETA – La liquidazione veniva effettuata dal comitato?
DICH P.  – Era  il comitato che liquidava;  il Comune dava un contributo, c’erano altri fondi che venivano raccolti. 
GIUDICE GADALETA – il  comitato era autonomo in questo senso?
DICH P.  – Sì, il comitato era autonomo, sì. Questo sì.
Circa il pagamento della fattura emessa dalla società La Securpol, il Pisani riferiva:
DICH P.  – La fattura inizialmente era intestata al Comune invece l’ente, il soggetto che doveva pagare era il comitato, per cui si disse di fare una nota di credito e poi l’emissione   di una fattura al comitato perché il comitato… 
AVV DI TERLIZZI – Ci fu questo disguido?
DICH P.  – Sì, ci fu questo equivoco, questa situazione.
AVV DI TERLIZZI – Lei per caso, in riferimento  a questa vicenda della fattura, si è relazionato, ha parlato con l’assessore Amato?
DICH P.  – Sì. Sì sì. Lo chiamai telefonicamente mi sembra, sì. Non ricordo per il tele… cioè ci fu rispetto a questo, al discorso della fattura io mi sentii con l’allora assessore Amato, però diciamo…
AVV DI TERLIZZI – Questa telefonata da chi fu sollecitata? Chi le disse: “telefona all’assessore  Amato?”.
DICH P.  – Me lo disse l’assessore…
PC AVV MASELLIS – è suggestiva. 
PRESIDENTE – è ammessa la domanda.
AVV DI TERLIZZI – Chi le ha indicato?
DICH P.  – L’assessore Cantatore.
(…)
PM – Come mai lei chiamò l’assessore Amato per questa questione della fattura, della regolarizzazione della prestazione della Securpol? Perché lei chiamò l’assessore Amato?
DICH P.  – Perché l’assessore Cantatore mi disse di chiamare l’assessore Amato.
PM  – Per quale motivo?
DICH P.  – Non lo so.
PM  – Era la Securpol la società interessata o l’Assessore Amato?
DICH P.  – Non lo so. Siccome si dovevano chiudere i conti e allora…
PM  – Perché non chiamò la Securpol per chiudere i conti?
DICH P.  – Non… mi disse l’assessore, se n’è parlato con l’assessore, mi disse l’assessore “chiama l’assessore Amato” e chiamai l’assessore Amato. 
PM  – E lei non chiese “perché devo chiamare l’assessore Amato, se  qui stiamo parlando di securpol”?
DICH P.  – Al momento  non mi parve… me lo disse l’assessore e chiamai voglio dire. 
PRESIDENTE – Ha risposto, poi valuteremo.
PM  – Lei ha detto che ha fatto questa, ha svolto attività per il carnevale molfettese negli anni 2003, 2004, 2005.
DICH P.  – Sì.
PM – Ha  detto che si rendeva necessario svolgere un servizio di sorveglianza. Questo servizio di sorveglianza è stato svolto anche negli anni 2004  – 2003, ricorrendo alla vigilanza privata, oltre che ai vigili urbani?
DICH P.  – No. Non ricordo che ci sia stata la vigilanza privata.
PM  – È stato quindi il 2005 il primo anno in cui si  è svolta questo tipo di vigilanza?
DICH P.  – Per quello che mi ricordo sì, dottore.
(…)
GIUDICE GADALETA – lei ha partecipato alle riunioni del comitato? 
DICH P.  – Sì. 
GIUDICE GADALETA – è possibile che non sa come è stata individuata la Securpol, chi ha proposto?
DICH P.  – Posso persino giurare, non lo so. 
(…)
DICH P.  – Diciamo che c’era l’assessore che coordinava, questo sì. 
GIUDICE GADALETA – E i componenti chi erano, privati o soggetti della pubblica amministrazione?
DICH P.  – C’erano privati per lo più, però c’era anche qualche consigliere  comunale. 
GIUDICE GADALETA – Chi aveva potere di spesa all’interno del cominato? Chi decideva?
DICH P. – Sostanzialmente  il comitato. 
GIUDICE GADALETA – come agiva?
DICH P.  – Si riuniva, c’erano delle situazioni, dei problemi, si discutevano e poi alla fine o si decideva… 
GIUDICE GADALETA – chi è che ordinava la spesa, decideva, “io affido questo a Tizio, io affido questo a Caio, paghiamo questo”. 
DICH P.  – Il comitato  normalmente faceva.
GIUDICE GADALETA – La maggioranza? deliberava la maggioranza? Come operava?
DICH P.  – Diciamo che tutto sommato si riusciva sempre a trovare come dire quelle situazioni, non si arrivava alla votazione. 
GIUDICE GADALETA – c’era un regolamento in questo comitato?
DICH P.  – No no. 
PRESIDENTE – ha detto prima che c’era l’assessore che coordinava? Chi era l’assessore che coordinava?
DICH P.  – Cantatore. 
PRESIDENTE – quindi se Cantatore decideva di…
GIUDICE GADALETA  – …di affidare un servizio a qualcuno, era lui che decideva punto e basta?
PRESIDENTE –   voi sostanzialmente eravate d’accordo o contestavate o c’era una vera discussione su questo punto?
DICH P.  – Diciamo che io  non ero d’accordo,  nel senso che   io ero al margine. Comunque si facevano delle proposte quando si riunivano… 
(…)
PRESIDENTE – Ritorniamo alla domanda del collega: si ricorda un caso in cui  poi l’assessore  non l’ha spuntata?
DICH P.  – No. Che io ricordi no. 
(…)
PC AVV MASELLIS – Ritornando alla  intercettazione, quella  che le ha letto prima il collega Di Terlizzi, dice verso la fine: “eh eh, va bene. Cioè se può venire  stamattina stesso che l’assessore lo liquida”. A quale assessore si riferiva?
DICH P.  – All’assessore Cantatore.  Cantatore, sì.
PC AVV MASELLIS – Perché doveva liquidarlo l’assessore, posto che comunque era indirizzata la fattura al comitato e comunque c’era  quel problema dell’intestazione della fattura?
DICH P. – Cioè…?
PC AVV MASELLIS – Lei nell’intercettazione dice che l’assessore  lo liquida e ha detto  che aveva fatto pure la nota di credito. Quindi vogliamo capire per quale motivo…
(…)
GIUDICE GADALETA – chi ordinava i pagamenti, l’assessore?
DICH P.  – Il  raccordo, non so come dire, il responsabile, non so come chiamava. 
GIUDICE GADALETA – Pisani,  chi ordinava i pagamenti?  L’assessore?
DICH P.  – in che senso?
GIUDICE GADALETA – Disponeva i pagamenti, liquidare, liquida, quindi Cantatore disponeva di pagare le fatture.
DICH P.  – No. C’era una persona preposta. 
PRESIDENTE – E chi era?
DICH P.  – C’era una signora che faceva… aveva avuto il compito, aveva preso il compito. 
PRESIDENTE – E chi era questa?
DICH P. – La signora Minervini. 
PRESIDENTE –   Il nome se lo ricorda? 
GIUDICE GADALETA – Che faceva questa signora materialmente?
DICH P.  – Normalmente nell’ambito del comitato c’era sempre una persona che era adibita all’aspetto pagamenti. 
GIUDICE GADALETA – E come avveniva il pagamento? C’era un conto corrente?
DICH P.  – C’era un conto corrente.
GIUDICE GADALETA  – Quindi prendevate dal conto corrente e pagavate.
DICH P.  – Sì. 
GIUDICE GADALETA – Che c’entra l’assessore che deve liquidare? Perché liquida l’assessore?
DICH P. – L’assessore adesso non so,  probabilmente l’assessore o anticipava lui, faccio per dire, oppure siccome c’erano delle entrate per quanto riguarda il veglioncino, perché quell’anno se non ricordo male ci fu l’evento dello Tzunami, probabilmente l’assessore aveva  comunque liquidità e quindi poteva pagare. 
GIUDICE GADALETA  – E che c’entra il comitato con il Comune?  lei ha detto “è autonomo il comitato”. 
DICH P.  – Sì, autonomo il comitato.
GIUDICE GADALETA – E quindi paga il comitato?
DICH P.  – Paga il comitato. 
GIUDICE GADALETA – e che c’entra l’assessore  a liquidare per…  coordinava anche i pagamenti?
DICH P.  – Coordinava.
GIUDICE GADALETA – Anche i pagamenti del comitato?
DICH P.  – E’ chiaro.
GIUDICE GADALETA – Aveva quel potere, chiamava la signora e diceva “paga”. 
DICH P.  – aveva la funzione di supervisore, non  so che termine usare.
PC AVV MASELLIS  – Questo evento aveva il patrocinio del Comune?
DICH P.  – Sì. Sì, penso di sì.  Sì.
PC AVV MASELLIS  – Economico?
DICH P.  – Normalmente sì, il Comune contribuiva
PC AVV MASELLIS  – In quale misura lo ricorda?
DICH P.  – No no.
PC AVV MASELLIS  – Più o meno?
DICH P.  – No. Non ricordo.
PC AVV MASELLIS  – Mille euro, diecimila euro, 500 euro?
DICH P.  – No no,  direi delle…
PC AVV MASELLIS  – ritornando all’affidamento  di questo incarico alla Securpol,  ci fu un verbale? Fu sottoscritto un verbale? fu redatto un verbale?
DICH P.  – Che io sappia no.
PC AVV MASELLIS   – Lei  ha partecipato a tutte le riunioni del comitato, vero?
DICH P.  – Sì. Penso dei sì.
PC AVV MASELLIS  – L’affidamento dell’incarico come fu fatto? Fu fatta una telefonata alla Securpol e gli fu affidato l’incarico  o ci fu…
GIUDICE GADALETA  – più o meno abbiamo  capito come funzionava questo comitato;  lei ha fatto anche con le mani simbolicamente, ha agitato le sue mani per far capire come funzionava il comitato.  “Così” ha detto. 
PRESIDENTE – Molto informale.  
GIUDICE GADALETA – Era una cosa informale, non c’era un protocollo operativo preciso. 
DICH P.  – Sì, c’erano gli incontri, però poteva pure capitare, non so, che una qualche decisione venisse presa così, fuori da…  
GIUDICE GADALETA – dagli schemi.
DICH P.  – Sì, diciamo così.
PC AVV MASELLIS  – Nell’anno 2005  è verificato un episodio particolare tale da giustificare l’affidamento a un istituto di vigilanza privato e l’affiancamento soprattutto con la polizia municipale?
DICH P.  – No, non credo, non penso, non so, non ricordo. Non…
PC AVV MASELLIS  – Gli anni 2003 – 2004 ci furono episodi particolari, si verificarono episodi particolari che poi hanno giustificato l’inserimento dell’istituto di vigilanza privato nell’anno 2005?
AVV DI TERLIZZI   – si è verificato un evento particolare? Stop.  “Che hanno giustifico…”, significa.  
PRESIDENTE – Prima ha chiesto nel 2005, ora ha chiesto negli anni prima.
GIUDICE GADALETA – E’ in controesame l’Avvocato Masellis.
PRESIDENTE – Risponda.
DICH P. – Che io ricordi no.
(…)
GIUDICE GADALETA – C’era parecchia gente, ma situazioni particolari?
DICH P. –  Situazioni fuori dall’affluenza notevole no. 
GIUDICE MESSINA – Come tutti gli anni.
DICH P.  – Forse qualcosa in più, tenuto  conto che come impianto era più grosso,  quell’anno si andò…  ma voglio dire di fatti… 
GIUDICE GADALETA – Episodi di violenza?
DICH PISANI  – No no.
PC AVV MASELLIS  – Non ho altre domande. 
AVV DI TERLIZZI – Lei ricorda se  durante…  il carnevale molfettese si sviluppa in più giorni, non è che è un solo giorno. Lei ha ricordi se ci siano stati nei pressi del palazzetto dello sport episodi di vandalismo, sia pure fatto da ignoti, che possono aver  determinato  una certa preoccupazione?
DICH P.  – Che io ricordi, sappia no, che io sappia, però voglio dire…
 
Dunque l’assessore Giuseppe AMATO, con delega al commercio e alla polizia urbana, ha svolto, abusando di quella qualità e delle correlative funzioni, il ruolo di procacciatore di servizi presso enti pubblici per conto della società di vigilanza La Securpol.
E ciò anche sollecitando altri assessori, come ad esempio il suo collega con delega allo sport Mauro Cantatore, a richiedere a quella società un servizio di vigilanza aggiuntivo rispetto a quello assicurato ed assicurabile dalla Polizia Municipale da esso AMATO amministrata politicamente.
Ciò emerge dalle conversazioni telefoniche (R.I.T. n. 2/05) nn. 863, 875, 965, 2154, 3349 e 3350, dalle quali si evince, in particolare, che l’AMATO, non soltanto ha richiesto ed ottenuto dal collega Cantatore, a vantaggio della La Securpol, un servizio di vigilanza privata (aggiuntivo rispetto a quello assicurato dalla Polizia Municipale, e in concreto svolto da suo fratello Amato Alessandro) in occasione della manifestazione pubblica Il Veglioncino dei Bambini, tenutosi nel febbraio 2005 con patrocinio del Comune di Molfetta presso il Palapoli, ma si è anche occupato di mettere in contatto personale della La Securpol con l’assessore Cantatore e di velocizzare la liquidazione della fattura emessa dalla società di vigilanza.

q               conversazione telefonica n°863 (sull’utenza TIM di AMATO Giuseppe n….. – R.I.T. 2/05) del 01.02.2005 tra l’assessore Giuseppe AMATO (A) e l’assessore Mario Cantatore (C):
(dal minuto 00:00 al minuto 00:53) Giuseppe AMATO (Pinuccio) riceve la chiamata da un anonimo interlocutore che subito passa la comunicazione all'assessore allo sport Mario Cantatore (Assessore). Quest'ultimo chiede all’AMATO di poter far comandare due vigili urbani per il servizio di vigilanza presso il palazzetto dello sport della città in occasione delle prove di una manifestazione carnevalesca previste per le tre del pomeriggio. L'AMATO chiede se è possibile limitare la richiesta a un solo vigile e si accorda in tal senso con il Cantatore. Il Cantatore chiede ed ottiene dall’AMATO un analogo servizio per i due giorni successivi.
Poi gli chiede se ha provveduto ad affidare un servizio di vigilanza privata ricevendo risposta negativa perché, gli dice il Cantatore, “sta male, non è discoteca
”. Ma si tratta di una cosa che l’AMATO gli aveva chiesto quale personale cortesia (“è una cosa che ti avevo chiesto io gentilmente”) e, pertanto, il Cantatore si convince e chiede all’AMATO, che evidentemente dispone direttamente del personale de La Securpol, di mettergli a disposizione una unità (“vabbè, mettilo uno, uno, non so …”), che l’AMATO, quindi, si impegna a mandargli direttamente per prendere accordi sulle modalità di espletamento del servizio (“… te lo mando direttamente da te così tu concordi con lui …”):
 
B:Sì pronto? (voce maschile)
PINUCCIO:Pronto? (voce maschile)
B:assessore, un attimo, le passo l'assessore Cantatore.
PINUCCIO:Sì.
ASSESSORE:Uhe Pinuccio. (voce maschile)
PINUCCIO:Uhe assessore.
ASSESSORE:Senti a me, a me mi servono…oggi fanno le prove al Palazzetto.
PINUCCIO:Sì.
ASSESSORE:Mi servono un paio di Vigili.
PINUCCIO:A che ora?
ASSESSORE:Dalle tre in poi diciamo.
PINUCCIO:Dalle tre in poi?
ASSESSORE:Senti a me, poi devi dire…
PINUCCIO:Due Vigili? Uno non basta?
ASSESSORE:Basta uno, va bene.
PINUCCIO:Eh.
ASSESSORE:Però pure domani e dopodomani.
PINUCCIO:Per domani ho predisposto già.
ASSESSORE:Ah, hai fatto tutto quanto? Allora per sabato sto a posto che deve…
PINUCCIO:Stai tranquillo.
ASSESSORE:D'accordo. Senti a me, lì al palazzetto ho visto cose strane.
PINUCCIO:Cioè?
ASSESSORE:Bambini…eh bambini…ragazzi che vanno a pomiciare, a fare le porcherie, il custode non ha la forza diciamo…
PINUCCIO:Ah.
ASSESSORE:Adesso oggi pomeriggio diciamo devi dire al Vigile che non deve far entrare nessuno tranne le scuole.
PINUCCIO:Va bene. Senti…
ASSESSORE:All'ingresso…Dimmi.
PINUCCIO:Però hai visto per quella cosa che ti diedi io?
ASSESSORE:Non lo mettiamo diciamo il…capito.
PINUCCIO:Eh dai, uno potevi pure mettere però.
ASSESSORE:Perché mi hanno detto…dice: "Sta male, non è discoteca".
PINUCCIO:Non è vero…non è vero..non è così perchè, comunque, serve la persona là.
ASSESSORE:Allora…
PINUCCIO:Poi è una cosa che ti avevo chiesto io gentilmente.
ASSESSORE:Va bene, quella è stata una mia idea, poi mi hanno sconsigliato…va bene, mettilo uno…uno..non so.
PINUCCIO:Te lo mando io uno a parlare con te, te lo mando direttamente da te così concordi con lui.
ASSESSORE:D'accordo.
PINUCCIO:Va bene?
ASSESSORE:Sì.
PINUCCIO:Okay. Allora per oggi a che ora hai detto? Dalle 15:00…
ASSESSORE:Fino a quando i bambini finiscono lo spettacolo.
PINUCCIO:Fino alle 22:00…15:00-22:00.
ASSESSORE:Benissimo…fino…benissimo.
PINUCCIO:Va bene.
ASSESSORE:Ciao.
PINO:Ciao.
ASSESSORE:Ciao ciao.
fine intercettazione
 
q               conversazione telefonica n°875 (sull’utenza TIM di AMATO Giuseppe n°…….– R.I.T. 2/05) del 01.02.2005  tra un dipendente de La Securpol (tale Onofrio, chiamante) e l’assessore Giuseppe AMATO (Pino):
La comunicazione è trascritta in forma riassuntiva dal minuto 00:00 al minuto 00:49.
Un tale Onofrio chiama l’AMATO avendo trovato una chiamata dell’assessore sul suo cellulare. L’AMATO invita Onofrio a raggiungerlo presso la exPretura (dove ha sede l’ufficio dell’assessore alla Polizia Municipale e il Comando della Polizia Municipale), ma Onofrio gli comunica che è impossibilitato a raggiungerlo perchè sua figlia è ammalata.
Dal minuto 00:50 la comunicazione ha il seguente letterale tenore, dal quale si evince che è quel tale Onofrio la persona che l’AMATO mette in contatto con l’assessore Cantatore (v. progr. n. 863 dello stesso 1.2.2005) per il servizio di vigilanza privata da svolgersi a vantaggio del Comune di Molfetta a cura de La Securpol. L’AMATO decide che la guardia giurata da inviare al Palazzetto è suo fratello AMATO Alessandro e dice ad Onofrio di riferirlo alla “signora” GUIDO Giovanna:
ONOFRIO:Oggi pomeriggio si può fare?
PINO:Allora oggi pomeriggio vai al Palazzetto grande che sta alla 167 e chiedi dell'assessore Cantatore.
ONOFRIO:Aspetti, fammelo scrivere.
PINO:Eh.
ONOFRIO:Allora assessore…
PINO:Cantatore…
ONOFRIO:Eh.
PINO:E digli: "Vengo da parte dell'assessore Amato" per il servizio del carnevale che dobbiamo mettere una guardia per i due giorni, tre giorni che fanno.
ONOFRIO:Va bene, Pino.
PINO:Chiaramente là a quella sera per il servizio serve uno tosto, che non deve fare entrare nessuno, fai mettere Alessandro.
ONOFRIO:Non ti preoccupare.
PINO:Glielo dici alla signora che voglio lui là.
ONOFRIO:Sì, non ti preoccupare.
PINO:Va bene.
ONOFRIO:Se lui vuole andare…(ride)
PINO:Se vuole andare…
ONOFRIO:Se poi non vuole andare…
PINO:Decidi tu chi mettere..
ONOFRIO:Va bene, okay.
PINO:L'importante che lui, siccome ci saranno due Vigili Urbani, cioè non deve entrare nessuno, solo quelli che hanno il biglietto e il pass per entrare.
ONOFRIO:Stai tranquillo. Allora uno soltanto…
PINO:Ci sentiamo.
ONOFRIO:…soltanto di Vigile?
PINO:Sì, uno, uno, uno.
ONOFRIO:Va bene, Pinuccio.
PINO:Sono tre giorni che devono fare, due, tre e quattro.
ONOFRIO:Va bene, allora al palazzetto quello grande, quello nuovo…
PINO:Sì, sì.
ONOFRIO:…che hanno finito adesso.
PINO:Sì, sì…non devi parlare con nessuno, solo…
ONOFRIO:No.
PINO:…con l'assessore Cantatore.
ONOFRIO:Va bene, Pino, ti ringrazio.
PINO:Vai a nome mio. Ciao.
ONOFRIO:Stai tranquillo. Ciao…ciao..ciao.
fine intercettazione
 
q              conversazione telefonica n°965 (sull’utenza TIM di AMATO Giuseppe n°………. – R.I.T. 2/05) del 02.02.2005 intercorsa tra il chiamante Onofrio (Onofrio), dipendente de La Securpol e il chiamato assessore AMATO (A)

Onofrio, dipendente de La Securpol, informa l’assessore AMATO che sarà suo fratello AMATO Alessandro a svolgere il servizio di vigilanza imposto all’assessore Mario Cantatore.

La conversazione è qui di seguito trascritta, dal  minuto 00:00, in forma integrale:

PINO:Pronto? (voce maschile)
ONOFRIO:Pino, sono Onofrio. (voce maschile)
PINO:Dimmi Onofrio.
ONOFRIO:Vedi che io ho avvisato. Senti l'orario è 18:00, 19:00 hai detto?..
PINO:Dalle 18:00 alle 21:00.
ONOFRIO:Ah alle 21:00, okay.
PINO:Tre ore.
PINO:Chi è, chi mandi?
ONOFRIO:Va tuo fratello.
PINO:Ah okay.
ONOFRIO:Va bene?
PINO:Va bene.
ONOFRIO:Volevo avvisare.
PINO:Okay, va bene.
ONOFRIO:Pinuccio, fammi sapere se continua la cosa, hai capito.
PINO:Certo, va bene è chiaro.
ONOFRIO:Okay…ciao Pinuccio, ciao, ciao.
PINO:Ciao.
fine intercettazione
 

 


[1]Il 24.8.2005 è stato escusso a s.i.t. dalla p.g. l’assessore Mario CANTATORE (v. fascicolo, fogli da 1375 a 1376), il quale ha tra l’altro riferito quanto segue:
(…)
DOMANDA:  Nella prima settimana dello scorso mese di febbraio, è stata organizzata una manifestazione presso il Palazzetto dello sport di Molfetta, ubicato nella zona 167, in occasione del Carnevale. Può spiegare da chi è stata organizzata tale manifestazione e se vi è stato il patrocinio e/o sono stati versati dei contributi da parte del Comune di Molfetta?//
RISPOSTA: Come ogni anno è stata organizzata, con il patrocinio ed un piccolo contributo da parte dell’ Amministrazione comunale di Molfetta, credo di poche migliaia di euro, il veglioncino dei bambini di Molfetta, in occasione del Carnevale. Il ricavato, all’incirca di €12.000,00,  di detta manifestazione è stato devoluto in beneficenza alle popolazioni asiatiche colpite dallo Tzunami, allo scopo della costruzione di una scuola che sarebbe stata intitolata al Comune di Molfetta. Preciso che tutto il ricavato ottenuto dalla vendita dei biglietti è stato devoluto in beneficenza, mentre le spese vive dell’organizzazione della manifestazione sono state a carico del Comune.// 
DOMANDA: A questo Ufficio risulta che per tale manifestazione sono stati impiegati delle guardie particolari giurate appartenenti alla società di vigilanza “La Securpol”, sia per le prove che per il corso della manifestazione. Può riferire in merito al loro impiego, ovvero se tali operatori privati Le sono stati proposti da qualcuno, in alternativa all’impiego di personale della locale Polizia Municipale di Molfetta?//   
RISPOSTA: In occasione della manifestazione in parola, in considerazione del fatto che nella struttura dove era stata organizzata la manifestazione, ovvero il Palazzetto, avevo, anche personalmente, notato ragazzi o persone che vi si intrattenevano, senza averne titolo, anche con scopi illeciti o poco ortodossi, avevo ritenuto di far presente al Comitato organizzativo, costituito da rappresentanti di tutte le Forze politiche cittadine, di provvedere ad un’attenta vigilanza in occasione della manifestazione, anche in considerazione della partecipazione di oltre 1000 bambini. Allo scopo, a supporto della Polizia Municipale di Molfetta che sarebbe intervenuta, avevo inteso impegnare anche personale di vigilanza privata; addirittura avevo pensato di impiegare, gratuitamente, personale della vigilanza della struttura che gestisco, ovvero il “NAUTILUS”, ubicato sulla S.S.16 Molfetta-Giovinazzo, anche se, essendo una manifestazione con carattere ufficiale, ho desistito da tale mia idea.//
DOMANDA: Ricorda se qualcuno, e se si chi, le ha proposto l’utilizzo del personale di vigilanza privata della Società “La Securpol”?//
RISPOSTA: Non lo ricordo, come neppure ricordo quale fosse la società di vigilanza privata che ha prestato il suo servizio.//
DOMANDA: Ricorda se è stato l’assessore Giuseppe AMATO a proporle l’impiego del personale della Società di Vigilanza privata “La Securpol”.//
RISPOSTA: Sinceramente non lo ricordo anche perché mi pare che non facesse parte dei membri del Comitato organizzativo.//
DOMANDA: Può fornire copia della fattura relativa al pagamento delle prestazioni effettuate dalla Società di Vigilanza “La Securpol”?//
RISPOSTA: Mi riservo di fornirvela, chiedendo di cercarla dall’impiegato che gestisce la documentazione amministrativa.//
 

2 Risposte a “Pino Amato "consiglia" la vigilanza privata armata (suo fratello) al "VEGLIONCINO PER BAMBINI" del Carnevale Molfettese”

  1. scusate il fuori tema.

    Ho letto sul sito del Corriere della sera che la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illeggitimita della legge n 60 del 1953, bocciando di fatto il doppio incarico per i parlamentari. La Corte di fatto si è pronunciata sul caso STANCANELLI  Parlamentare e Sindaco di Catania. La decisione è la n. 277 del 17/10/2011 pubblicata il 21/10/2011. Secondo Voi questa decisione riguarderà anche il Nostro Sindaco?  Saluti

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