Quello che ho detto stasera in Piazza Paradiso è l’unica versione dei fatti che sosterrò fino a quando avrò voce per poterla urlare. Nell’ottobre 1992 Procura e Prefettura ordinarono lo sgombero di Piazza Paradiso con le circa quaranta ordinanze notificate ad altrettanti operatori commerciali presenti in fatiscenti box al limite della legalità di tutte le leggi e regolamenti comunali dal punto di vista amministrativo e sanitario.
Tra quegli operatori c’erano quelli che, all’indomani dell’omicidio di Gianni Carnicella, hanno diffuso ad alto volume canzoni di Nino D’Angelo. Alcuni rappresentanti di quel variegato mondo, che nel 1992 ha organizzato il concerto di Nino D’Angelo insieme all’assassino Cristoforo Brattoli, ieri sera hanno voluto onorarci della loro presenza durante il comizio di chiusura in Piazza Paradiso.
Che sia chiaro a tutti, non mi sono lasciato intimorire in questi 20anni da questi signori e né mi lascerò intimorire in futuro. A Piazza Paradiso non devono tornare mai più i box che ora appartengono al “mercato diffuso abusivo”. Quella Piazza deve rimanere “bene comune” dei cittadini del quartiere, di quella parte umile che subisce danni ogni notte di capodanno e che non ha nulla a che fare con “i fruttivendoli” sfrattati. La futura amministrazione deve solo incentivare iniziative commerciali, culturali e di arredo urbano per ripristinare la convivenza civile negata da sempre.
Purtroppo, stasera, chi ha parlato dopo di me ha tradito me e i miei elettori.
Matteo d’Ingeo