
Sull’ex magistrato, già parlamentare del centrosinistra e componente della commissione giustizia, si sta lavorando per superare la divisione fra i sostenitori di Michele Laforgia – il Movimento 5Stelle, Sinistra Italiana, Socialisti e associazioni cittadine – e quelli di Vito Leccese, supportato da Pd Europa Verde, Azione, Socialdemocratici e varie liste civiche. A Colaianni si deve il codice etico dell’Università contro le Parentopoli – fonte: Davide Carlucci – bari.repubblica.it
Potrebbe essere Nicola Colaianni il nome che mette tutti d’accordo a Bari in vista delle elezioni comunali di giugno.
Sull’ex magistrato, già parlamentare del centrosinistra e componente della commissione giustizia, si sta lavorando per evitare la spaccatura fra i sostenitori di Michele Laforgia – il Movimento 5Stelle, Sinistra Italiana, Socialisti e associazioni cittadine – e quelli di Vito Leccese, supportato da Pd Europa Verde, Azione, Socialdemocratici e varie liste civiche
Tutto mentre il centrodestra in città annuncia ufficialmente il nome del suo candidato: Fabio Romito, con Melchiorre e Sisto come assessori. Al nuovo nome per il centrosinistra sta lavorando alacremente da giorni l’ex presidente Nichi Vendola, che nei giorni scorsi è stato a Bari e ha incontrato il sindaco Antonio Decaro. Nel frattempo la Convenzione per Bari che sostiene Laforgia è stata convocata alle 15.
Colaianni, 78 anni, è molto attivo sulla scena politica barese sui temi etici e sul fronte della lotta alla corruzione o nella lotta all’autonomia differenziata. Di formazione cattolica, docente nel direttivo nazionale dei “Comitati per la Costituzione”, fondati da Giuseppe Dossetti, ha insegnato diritto costituzionale italiano e comparato all’università di Bari, ed è stato componente di varie commissioni miste per i rapporti tra Stato e confessioni religiose.
È stato deputato del Pds tra il 1992 e il 1994. Nel 2013 è stato proposto dal Movimento 5 stelle, con l’appoggio del Pd, come membro laico del Consiglio superiore della magistratura. Nel 2007 fu lui, dopo lo scandalo della parentopoli all’università di Bari, a scrivere il codice etico che ha posto fine ai conflitti d’interesse e alle assunzioni di familiari in cattedra.