MOLFETTA. Veleno nel nostro mare

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di Franesco Tempesta (www.ilfatto.net/…)

Sabato 01 Agosto 2009 02:31

 

Il nostro mare sta morendo ma molti cercano per qualche oscuro motivo di nascondere questa drammatica verità. Questo è quanto è emerso dall'incontro con  la città denominato “Tra bombe chimiche e alghe tossiche: quale futuro per il nostro mare” organizzato dal “Liberatorio Politico”. Al convegno erano presenti il giornalista e scrittore Federico Pirro, il parlamentare e coordinatore de “L'Italia dei valori” Pierfelice Zazzera e il coordinatore del Liberatorio Matteo d'Ingeo. E' stata un'occasione per cercare di mettere a conoscenza la cittadinanza sui pericoli che si celano nel mare di Molfetta. Pericoli che molti vogliono far credere inesistenti ma più che mai reali.

Il mare di Molfetta ormai è malato a causa degli innumerevoli ordigni bellici caricati  ad iprite disseminati sul fondale marino. Il rivestimento di queste bombe risalenti alla Seconda Guerra Mondiale – ha affermato d'Ingeo – dopo sessantacinque anni sta certamente subendo la corrosione marina e di conseguenza il contenuto si sta riversando in acqua. La Regione Puglia ha stanziato ben cinque milioni di euro per la bonifica dei nostri fondali, denaro che purtroppo il sindaco Azzollini sta destinando per il momento allo sminamento della zona del nuovo porto trascurando la “Zona rossa”, un sito immediatamente a largo della diga Salvucci pieno zeppo di bombe, e la zona di Torre Gavetone. Zona che richiederebbe un immediato intervento, dato che si stanno facendo numerose le testimonianze dei bagnanti vittime di improvvisi malesseri. I tecnici, ed in particolare l'Arpa, vogliono far credere –  ha spiegato d'Ingeo –  che i sintomi siano da associarsi al proliferare dell'Ostreopsis ovata (alga tossica). Questo potrebbe essere vero in parte in quanto l'alga tossica potrebbe aver subito delle mutazioni genetiche dovute alla massiccia presenza di sostanze chimiche provenienti dalle bombe sommerse. Mutazioni che sono state scientificamente provate dall'ICRAM (attualmente si chiama ISPRAM) nella zona di Molfetta e che hanno già interessato il corredo genetico di alcuni pesci di fondale quali lo scorfano e il gronco. Gli effetti dell'alga tossica sarebbero maggiormente amplificati quando dopo giorni di elevate temperature e bonaccia subentrano giorni di Tramontana e Maestrale. Questo perché il vento che soffia dal mare verso la terraferma convoglierebbe l'aria stagnante e potenzialmente avvelenata dall'alga tossica verso gli ignari bagnanti che respirerebbero il tutto come in un grande aerosol.

D'Ingeo ha annunciato che ha intenzione di denunciare il sindaco Azzollini per omissioni gravissime reo di non aver mai provveduto a mettere a conoscenza i molfettesi dell'enorme rischio che continuano a correre in mare. Sono tantissime le vittime molfettesi di questo oscuro pericolo che si cela nelle acque. Una donna vittima l'hanno scorso di tale situazione è ancora in condizioni di salute precarie dato che le sono state diagnosticate delle formazioni anomale vaginali dopo che è venuta a contatto con qualcosa presente nel mare antistante Torre Gavetone. Per non parlare dei pescatori vittime del loro stesso lavoro. Alcuni di loro sono ancora in attesa di ricevere i risultati di alcune analisi, effettuate presso il Policlinico di Bari, resesi necessarie dopo la comparsa di ustioni e lacerazioni agli arti superiori e a quelli inferiori. Essi hanno raccontato di aver visto la loro pelle sciogliersi in pochi secondi. Testimonianze che devono far pensare specialmente coloro che continuano a voler insabbiare il tutto per qualche ragione incomprensibile ed oscura. Ma quale ragione risulta così importante da essere anteposta all'incolumità e alla salute dei cittadini?

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