Scritto da Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani – (www.ilfatto.net/…)
Molfetta – La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani ha richiesto in data 19/11/2010 il rinvio a giudizio di n. 142 persone imputate del reato di associazione a delinquere con sede in Molfetta finalizzata alla emissione di fatture soggettivamente inesistenti, alla dichiarazione dei redditi fraudolenta e alla omessa dichiarazione dei redditi.
Tra gli imputati figura il legale rappresentante della società p.a. di Molfetta (Bari) INGROSS LEVANTE -operante in tutta Italia con il noto marchio MIGRO CASH & CARRY attraverso una rete di n.11 centri di distribuzione di beni food e no food- per gli stessi fatti tratto in arresto nel luglio del 2005, unitamente ad altre n. 48 persone, dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Trani su richiesta di questo Ufficio inquirente.
Il sistema di frode, scoperto grazie alle complesse investigazioni (intercettazioni telefoniche, attività di pedinamento, acquisizione di documentazione) della polizia giudiziaria poste in essere in conseguenza di una verifica fiscale avviata nel 2004 nei confronti della MIGRO, si sostanziava nel fare risultare cartolarmente come destinate a ditte estere operanti in paesi comunitari (Grecia, Spagna, Francia, Germania, Austria, Inghilterra e Portogallo) -sono state individuate circa n. 40 ditte fantasma appositamente create all’estero ma solo sulla carta- merci in realtà vendute dai vertici della INGROSS LEVANTE consapevolmente -come ritenuto dal Tribunale del Riesame di Bari in più ordinanze passate in giudicato- a cittadini italiani operanti in Campania e in Puglia e non all'estero.
In tal modo, tra il 1999 e il 2005, per un verso veniva omesso dalla MIGRO il pagamento dell’i.v.a. su quelle vendite (infatti, secondo la normativa comunitaria e le disposizioni fiscali nazionali, le cessioni di beni effettuate da società italiane all’ordine di imprese comunitarie consentono la fatturazione senza addebito dell’i.v.a. perché questa imposta deve essere versata nel paese di destinazione delle merci) per quasi 40 milioni di euro (emettendo fatture soggettivamente false per oltre 190 milioni di euro) e per altro verso gli acquirenti pugliesi e campani acquistavano le merci in nero rivendendole·poi a supermercati, a piccole imprese e a società italiane a prezzi notevolmente vantaggiosi.
Nelle indagini risultano coinvolti anche decine di autisti e di vettori (incaricati di carichi di merce solo fittiziamente destinata all'estero), oltre 100 imprese nazionali di autotrasporti (di cui almeno la metà completamente sconosciute al Fisco), mentre ulteriori 164 persone sono state denunziate per analoghi reati, secondo la rispettiva competenza, alle Procure di Napoli, di Nocera Inferiore e di Bari.