L’inciucio tra destra e P.D. intralcia il corso della giustizia e salva il senatore Azzollini. Porto Molfetta, Senato dice no all’uso delle intercettazioni

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Porto Molfetta, Senato dice no all’uso delle intercettazioni di Azzollini

Con 160 si e 36 no

SENATO DELLA REPUBBLICA
—— XVII LEGISLATURA ——
365a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 

Presidenza del vice presidente GASPARRI, indi della vice presidente LANZILLOTTA

RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente GASPARRI

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 9,31). Si dia lettura del processo verbale.

VOLPI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.

Sul processo verbale

GAETTI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GAETTI (M5S). Signor Presidente, chiedo la votazione del processo verbale, previa verifica del numero legale.

Verifica del numero legale

PRESIDENTE .Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.
(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.
(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato non è in numero legale.
Sospendo la seduta per venti minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 9,36, è ripresa alle ore 9,57).

Ripresa della discussione sul processo verbale

PRESIDENTE. Passiamo nuovamente alla votazione del processo verbale.

ENDRIZZI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENDRIZZI (M5S). Signor Presidente, chiedo la votazione del processo verbale, previa verifica del numero legale.

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.
(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza mediante procedimento elettronico.
(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato è in numero legale.

Ripresa della discussione sul processo verbale

PRESIDENTE. Metto ai voti il processo verbale.
È approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L’elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all’Assemblea saranno pubblicati nell’allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

PRESIDENTE. Avverto che nel corso della seduta odierna potranno essere effettuate votazioni qualificate mediante il procedimento elettronico.
Pertanto decorre da questo momento il termine di venti minuti dal preavviso previsto dall’articolo 119, comma 1, del Regolamento (ore 9,59).

Discussione del documento:
(Doc. IV, n. 5) Domanda di autorizzazione all’utilizzazione di intercettazioni di conversazioni telefoniche del senatore Antonio Azzollini, nell’ambito di un procedimento penale pendente anche nei suoi confronti (ore 9,59)

Approvazione della proposta della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la discussione del documento IV, n. 5, recante: «Domanda di autorizzazione all’utilizzazione di intercettazioni di conversazioni telefoniche del senatore Antonio Azzollini, nell’ambito di un procedimento penale pendente anche nei suoi confronti (n. 1592/09 RG – n. 2629/11 RG – n. 3775/13 RG GIP)».
La relazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari è stata già stampata e distribuita.
Ricordo che la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari ha deliberato di proporre all’Assemblea il diniego dell’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni telefoniche nei confronti del senatore Antonio Azzollini.
Chiedo al relatore, senatore Moscardelli, se intende intervenire.

MOSCARDELLI, relatore (PD). Signor Presidente, onorevoli senatori, in data 21 gennaio 2014 il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Trani ha trasmesso al Senato una domanda di autorizzazione all’utilizzazione di intercettazioni di conversazioni telefoniche del senatore Antonio Azzollini nell’ambito di un procedimento penale pendente anche nei suoi confronti.
Il Presidente del Senato ha deferito alla Giunta tale richiesta il 29 gennaio 2014 e l’ha annunciata in Aula in pari data.
La Giunta ha esaminato la domanda in varie sedute e nella seduta del 25 marzo il senatore Azzollini ha dato in distribuzione ai presenti una memoria riassuntiva e depositato un’ulteriore memoria difensiva, alla quale sono stati allegati vari documenti, precisando che la stessa analizza in maniera più dettagliata i profili indicati sinteticamente nella memoria riassuntiva precedentemente depositata.
In data 10 aprile 2014 la Giunta ha accolto la proposta del relatore di richiedere, attraverso la Presidenza del Senato, un’integrazione istruttoria al tribunale di Trani, volta all’acquisizione di copia della notizia di reato del Corpo forestale dello Stato, nonché del cronologico dettagliato di tutte le iscrizioni nel registro degli indagati a carico del senatore Azzollini, allo scopo di conoscere le date precise delle iscrizioni nel predetto registro per le singole e diverse ipotesi di reato.
L’integrazione documentale è stata trasmessa dall’autorità giudiziaria alla Presidenza del Senato in data 27 maggio 2014 e deferita alla Giunta il giorno successivo.
Nella seduta del 10 luglio 2014 la Giunta ha accolto le proposte dei componenti di trasmettere al Presidente del Senato la richiesta volta all’acquisizione, dall’autorità giudiziaria competente, dell’ordinanza di proroga del termine di durata delle indagini preliminari del 27 gennaio 2012 (e di tutti gli atti richiamati nell’ambito della stessa), come pure di tutte le ordinanze riguardanti ulteriori richieste di proroga delle indagini stesse (con i relativi atti richiamati).
L’ulteriore integrazione documentale è stata trasmessa dall’autorità giudiziaria al Presidente del Senato il 29 agosto 2014 e deferita alla Giunta il 3 settembre successivo.
La richiesta di autorizzazione in esame, trasmessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trani, concerne l’intercettazione di dieci conversazioni telefoniche registrate tra il 4 maggio 2010 e il 6 ottobre 2011.
Si precisa preliminarmente che il giudice per le indagini preliminari ha invece ritenuto inutilizzabili i tabulati telefonici di utenza sottoposta a intercettazione effettuati il 4 maggio 2010, per i quali il pubblico ministero richiedeva l’autorizzazione all’utilizzo.
La richiesta si colloca nell’ambito di due procedimenti penali pendenti nei confronti del senatore Azzollini, in concorso con altri imputati, che riguardano i lavori di realizzazione nel nuovo porto commerciale di Molfetta, vicenda svoltasi tra il settembre 2006, quando il progetto definitivo dell’opera pubblica fu validato, e l’ottobre del 2012, quando il senatore si dimise da sindaco del comune di Molfetta.
Il senatore Azzollini, quindi, agendo in qualità di sindaco del comune di Molfetta, è accusato dall’autorità giudiziaria di aver commesso, in concorso con altri, una serie di reati che sono elencati nella relazione che è a vostra disposizione.
Il giudice per le indagini preliminari ha accolto l’istanza del pubblico ministero per l’inoltro al Senato della Repubblica della richiesta di autorizzazione all’utilizzo di intercettazioni nei confronti del senatore Azzollini, rigettando invece, come precedentemente sottolineato, l’istanza avanzata dalla procura di utilizzazione dei tabulati telefonici.
La difesa del senatore Azzollini ha eccepito la violazione dell’articolo 4 della legge n. 140 del 2003, come pure alcune nullità di tipo procedurale. Il giudice per le indagini preliminari, dopo aver rigettato le eccezioni procedurali, fa riferimento alla sentenza della Corte costituzionale n. 390 del 2007, per evidenziare come nel caso di specie non trovi applicazione l’articolo 4 della legge n. 140 del 2003 quanto l’articolo 6 della stessa legge.
Il giudice per le indagini preliminari precisa inoltre che la richiesta di autorizzazione all’utilizzo di intercettazioni telefoniche ha oggetto un’utenza in uso a Vincenzo Balducci ed è stata concessa non per il reato di abuso d’ufficio, quanto per quello di associazione a delinquere, turbativa d’asta, frode nelle pubbliche forniture e corruzione. Le telefonate sull’utenza del signor Balducci sono state effettuate dal 4 al 6 maggio 2010 e va evidenziato che il senatore Azzollini, iscritto nel registro degli indagati per il reato di abuso d’ufficio in data 16 marzo 2009, veniva iscritto il 30 aprile 2012 anche per i reati di truffa e truffa aggravata, mentre il 5 agosto 2013 veniva iscritto per il reato di associazione a delinquere.
Passando all’analisi delle ragioni sottese alla decisione della Giunta, si fa presente che la seconda integrazione istruttoria, deferita alla Giunta stessa il 3 settembre 2014, ha lasciato emergere, nell’ambito delle richieste di proroga delle indagini preliminari, l’indicazione del titolo di reato di associazione a delinquere per tutti i coindagati e quindi anche per il senatore Azzollini. La stessa procura nella lettera del 21 agosto 2014 dichiara testualmente: «Le rappresento come non debba trarre in inganno – con riguardo alla posizione giuridica dell’Azzollini Antonio – la circostanza dell’indicazione cumulativa e indifferenziata (omissis) dei titoli di reato».
In realtà, la predetta indicazione indifferenziata dei titoli di reato (e quindi anche di quello di cui all’articolo 416 del codice penale) non solo può trarre effettivamente in inganno, ma è altresì suscettibile di creare un ragionevole dubbio in ordine alla data dell’effettivo inizio delle indagini nei confronti del senatore Azzollini per tale fattispecie criminosa.
E in tal caso il principio, costituzionalmente rilevante, del favor rei comporta la logica conseguenza che il dubbio su un elemento così significativo per la valutazione dell’occasionalità o meno delle intercettazioni su utenze di terzi determini inevitabilmente il rigetto della richiesta di autorizzazione. Ma anche a seguire la tesi prospettata implicitamente dall’autorità giudiziaria – ossia quella dell’errore materiale – i profili di dubbio non sono risolti. Infatti, nel caso di specie l’iscrizione del senatore Azzollini per il reato di concorso in abuso d’ufficio, risalente al 19 marzo 2009, rendeva prevedibile un’interlocuzione abituale tra i vari concorrenti e, conseguentemente, rendeva concretamente configurabile per l’autorità inquirente il rischio che intercettando le conversazioni sulle utenze telefoniche intestate a terzi si potesse intercettare indirettamente anche il parlamentare in questione.
Quindi, nel caso di specie l’autorità giudiziaria, pur non perseguendo in via diretta l’obiettivo di intercettare le conversazioni telefoniche del senatore Azzollini attraverso le utenze di terzi, non poteva non rappresentarsi la probabilità (o quantomeno la concreta possibilità) che intercettando terzi concorrenti nel reato, si intercettasse anche il parlamentare coinvolto in tale concorso.
In tale contesto complessivo, la circostanza della natura del reato iscritto nel registro degli indagati potrebbe risultare irrilevante. Infatti, anche se in via meramente ipotetica considerassimo che la data del 16 marzo 2009 il senatore Azzollini fosse stato iscritto solo per concorso nel reato di abuso d’ufficio, sarebbe stato tuttavia prevedibile che lo stesso, anche nella sua qualità di sindaco del Comune committente dei lavori pubblici in questione, potesse intrattenere rapporti e colloqui abituali e ripetuti con il soggetto incaricato di realizzare l’opera stessa (e peraltro concorrente nel reato di abuso d’ufficio).
Tale circostanza risulta assorbente rispetto ad altre questioni emerse nel corso dell’istruttoria e in particolare a quella attinente alla data effettiva di iscrizione del senatore Azzollini per il reato di associazione a delinquere.
Per le sopra esposte argomentazioni la Giunta ha deliberato di proporre all’Assemblea il diniego dell’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni telefoniche nei confronti del senatore Antonio Azzollini.

PRESIDENTE. Non essendovi iscritti in discussione, passiamo alla votazione della proposta della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari.

CAPPELLETTI (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAPPELLETTI (M5S). Signor Presidente, colleghi e colleghe senatrici, parliamo dell’autorizzazione all’utilizzazione di intercettazioni di conversazioni telefoniche nell’ambito di un procedimento penale che poggia su ipotesi corruttive, che certo coinvolgono più soggetti, ma parliamo comunque di procedimenti legati ad episodi di corruzione.
Ieri mattina noi italiani ci siamo svegliati con un nuovo primato: l’Italia è il Paese più corrotto d’Europa, lo abbiamo letto su tutti i giornali. Abbiamo superato Bulgaria e Grecia. L’indice della corruzione percepita ci colloca stabilmente al 69° posto nel mondo. Un primato di cui andare ben poco orgogliosi.
I titoli dei giornali di ieri si sono tutti concentrati sugli arresti di Roma per mafia. Una mafia degli appalti che ha coinvolto, o meglio travolto, sia i partiti di destra che di sinistra. Come sempre la criminalità politica in Italia é bipartisan.
Io arrivo dal Veneto, la Regione di Galan e del vice di Galan – che ora corre nuovamente per la Presidenza della Regione – e dello scandalo del MOSE, un buco nero che si é ingurgitato in tangenti, sprechi e fatture gonfiate una cifra vicina ai 3 forse 4 miliardi di euro.
Una cifra pari a mille volte tanto la madre di tutte le tangenti, quella Enimont per intenderci. Ancora una volta – anche con riferimento al MOSE – si tratta di tangenti rigorosamente bipartisan, per non scontentare nessuno.
In Veneto la candidata alla Presidenza della Regione del centrosinistra ha avuto un finanziamento alla campagna elettorale per le europee dalla famiglia Maltauro, nota società di Vicenza due volte commissariata dall’Autorità nazionale anticorruzione, come se fosse la cosa più normale del mondo. Certo è lecito, ma è anche etico?
La più importante infrastruttura in costruzione nella mia Regione, la Pedemontana veneta, del valore di oltre 2 miliardi e 250 milioni, viene realizzata nascondendo a tutti i cittadini la convenzione economica che stabilisce metodi e criteri di ripagamento dell’opera. Non sono bastate quattro richieste di accesso agli atti e due interrogazioni parlamentari per riuscire ad entrare in possesso di questi documenti. Dove non c’è trasparenza, colleghi, sappiamo bene che alberga il malaffare ed in tema di Pedemontana la trasparenza non c’è.
Ho fatto questa premessa per indicare in modo forte e chiaro che priorità nel nostro Paese è chiaramente la lotta alla corruzione. Serve una legge efficace anticorruzione, lo sappiamo tutti. Serve una riforma della prescrizione e l’introduzione del falso in bilancio. Sappiamo bene, però, che tutte queste riforme sono state bloccate dal Governo da ben prima dell’estate.
A dire la verità, su richiesta insistente del Movimento 5 Stelle, il pacchetto di norme anticorruzione era persino stato tolto dalla polvere e posto all’ordine del giorno del Senato in concomitanza con l’esplosione dello scandalo tangenti di Expo 2015. Lo ricordiamo tutti bene perché eravamo in campagna elettorale per le europee. Ma il giorno successivo a quello di chiusura dei seggi elettorali – guarda caso – il pacchetto di leggi anticorruzione, tra cui era presente anche il disegno di legge a prima firma Piero Grasso, è sparito dall’ordine del giorno. Chiediamoci se questa è solo incapacità o mancata volontà di agire; non è forse, invece, mancanza di volontà di far funzionare la giustizia? Perché mai, d’altra parte, dovreste andare contro i vostri interessi?
Vi ricordo che l’inazione del Parlamento nella lotta alla corruzione, però, è complicità.
In questo contesto, non certo idilliaco, la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari nega alla magistratura di fare il suo mestiere, o meglio glielo rende più difficile, negando l’autorizzazione all’utilizzazione delle intercettazioni telefoniche in un procedimento penale nei confronti del senatore Azzollini.
Ora, io non ho nulla contro il potente senatore Azzolini del Nuovo Centrodestra. Potrebbe essere anche l’arcangelo Gabriele, ma, se il sindaco di Molfetta è protagonista dello sperpero di 150 milioni di euro destinati alla costruzione di un porto inutile, dannoso e mai terminato e viene intercettato incidentalmente dalla magistratura, perché mai deve essere la politica a sottrarlo alle sue responsabilità, mettendosi di traverso e dunque ostacolando l’accertamento della verità? (Applausi dal Gruppo M5S e della senatrice Puppato).
Non mi si richiami, per favore, l’articolo 68 della Costituzione, che non c’entra nulla. Qui non c’entrano nulla le opinioni o i voti espressi nell’esercizio delle funzioni del parlamentare e le utenze intercettate – lo sappiamo tutti – notoriamente non erano le sue.
In verità Azzollini doveva essere salvato a tutti i costi, perché doveva restare Presidente della Commissione bilancio, probabilmente in cambio della fiducia a quella vergogna del jobs act o magari in cambio di una manovra di bilancio più sensibile alle esigenze di taluni. (Applausi dal Gruppo M5S).
Poco importa, dunque, che alla testa di una Commissione fondamentale per le leggi di spesa del nostro Paese sieda un signore celebre per aver fatto autoassegnare alla città di cui era primo cittadino, prima 70 milioni di euro, saliti poi a 150, per la costruzione di un’opera faraonica, dannosa per l’ambiente, inutile e mai completata.
Di nuovo qui ci sono solo le parole, ma per il resto si va avanti come prima con larghe intese politiche e d’affari talmente forti da consigliare a qualsiasi investitore estero di girare al largo dal nostro Paese. La vittima di persecuzione non é il presidente Azzolini, ma l’intero popolo italiano, illuso che tutto cambi, e poi testimone del fatto che tutti assieme incredibilmente, Lega compresa, continuate a difendere la casta e uno dei suoi più autorevoli esponenti.
Per tutti questi motivi, annuncio il voto favorevole del Gruppo Movimento 5 Stelle all’autorizzazione all’utilizzo da parte della magistratura delle intercettazioni telefoniche nel procedimento penale nei confronti del senatore Azzollni, come vorrebbe tutto il popolo italiano, con la sola eccezione di voi che qui ancora una volta lo rappresentate indegnamente. (Applausi dal Gruppo M5S. Commenti dal Gruppo LN-Aut).

CUCCA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CUCCA (PD). La valutazione di questa vicenda, come è successo e succederà per le analoghe vicende per le quali la Giunta è chiamata e sarà chiamata a valutare, pone dei problemi per la delicatezza del compito che la Giunta stessa è chiamata a svolgere. Per questo motivo abbiamo sempre agito nell’ambito della Giunta in piena libertà di coscienza e credo che anche oggi siamo chiamati ad applicare questo principio e a svolgere il nostro ruolo molto serenamente.
È per questi motivi che voteremo a favore della proposta del senatore Moscardelli, condividendo integralmente il contenuto del suo intervento, soprattutto avuto riguardo alle maturazioni giuridiche poste a fondamento del suo ragionamento, che si identificano poi in sostanza con il rispetto delle norme costituzionali, alla cui osservanza noi, come tutti, siamo tenuti anche nella valutazione del caso che ci occupa, sempre scevri – questo tengo a sottolinearlo – da influenze esterne di qualsiasi genere, ma con l’unico intento di rispettare il principio di legalità e le norme vigenti, almeno sino a quando queste norme resteranno in vigore, e senza operare invece alcuna valutazione sul merito delle accuse perché quella valutazione non spetta assolutamente a noi. Ci sono altri organi deputati a farlo che valuteranno i fatti per come sono riportati negli atti processuali. Ovviamente tutti, come sempre abbiamo fatto finora, rispetteremo le decisioni e le valutazioni che saranno assunte. Confermo il voto favorevole alla proposta del senatore Moscardelli. (Applausi del senatore Russo).

BUEMI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BUEMI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE). In premessa, vorrei dire al collega Cappelletti che è indegno chi non rispetta le leggi sempre, anche in questa Aula, e che quindi chi offende generalizzando il giudizio di parlamentari o di cittadini normali rischia l’indegnità lui stesso. (Commenti dal Gruppo M5S). Voi non avete nessuna patente per dare giudizi di questo genere. (Vivaci commenti dal Gruppo M5S).

PRESIDENTE. Fate parlare il collega. Senatore Buemi, prosegua il suo intervento cercando di contribuire anche lei ai lavori. (Vivaci commenti delle senatrici Lezzi e Moronese).

BUEMI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE). Presidente, siamo stati chiamati in causa tutti e nessuno se lo può permettere, neanche loro che sono come noi dal punto di vista del diritto!
LEZZI (M5S). È una questione personale.
Non può parlare con il senatore Cappelletti.

PRESIDENTE. Senatrice Lezzi, non interrompa il collega.

BUEMI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE). Intervengo ora brevemente sul merito della questione. (Commenti della senatrice Lezzi).
Credo che il compito di giudicare tutti noi spetti alla magistratura e in questo senso noi non intralciamo questa attività, anzi ribadiamo un principio che almeno per me è fondamentale: tutti siamo chiamati a rispettare la legge e la Costituzione e, quindi, anche coloro che sono chiamati a giudicare ricoprendo il ruolo di autorità inquirente sono tenuti a rispettare le leggi dello Stato. Ora, da questa vicenda emerge che questo non è stato fatto e, quindi, a prescindere dal merito della questione, c’è un principio che anche lo Stato quando agisce attraverso i suoi servitori deve rispettare la legge.
In questo caso mi pare evidente che non sia stato fatto e noi ribadiamo questo principio fondamentale, che prescinde dalle responsabilità che in sede processuale devono essere ancora accertate. Annuncio pertanto il voto favorevole alla relazione del Gruppo Per le Autonomie (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE perché il principio fondamentale del rispetto delle leggi deve essere osservato in tutte le sedi.

DE PETRIS (Misto-SEL). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE PETRIS (Misto-SEL). Signor Presidente, vorrei svolgere molte riflessioni, anche paragonando questa vicenda e le conclusioni della relazione presentata dalla Giunta con un’altra, che pure abbiamo qui esaminato, nella quale si è tenuto un comportamento un po’ diverso. Mi riferisco alla vicenda che ha riguardato il senatore Milo. Con molta franchezza mi sembra vi siano stati due pesi e due misure.
Detto questo, annuncio il voto contrario del Gruppo Sinistra Ecologia e Libertà.

STEFANI (LN-Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANI (LN-Aut). Signor Presidente, in merito alla relazione proposta e considerata tutta la questione, anche noi riteniamo di votare a favore della proposta della Giunta, reputando che, per le modalità con le quali sono state condotte le indagini e per i presupposti, effettivamente in questo caso gli inquirenti non potevano non rappresentarsi la probabilità che si stesse intercettando proprio il senatore Azzollini.
Il nostro pertanto sarà un voto favorevole.

GAETTI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GAETTI (M5S). Chiediamo che la votazione venga effettuata a scrutinio simultaneo mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE.
Indìco quindi la votazione della proposta della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari di diniego dell’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni telefoniche nei confronti del senatore Antonio Azzollini, trasmessa dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Trani, nell’ambito di un procedimento penale pendente anche nei suoi confronti.
(Segue la votazione).
Il Senato approva.(v. Allegato B). (Applausi ironici dal Gruppo M5S).

LEZZI (M5S). Commissariatevi tutti! Tutti insieme!

MORONESE (M5S). Venduto! Tutto il PD!

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