Le vacanze dei due giudici corrotti

Dall’hotel extralusso Savoy di Cortina al cinque stelle Lungarno di Firenze, con impareggiabile veduta del ponte vecchio. La suite nella Signum Boutique di Salina e la doppia vista mare al Seaclub Lindos sull’isola di Rodi. E poi il soggiorno al Crawn Plaza di Roma per Capodanno, l’albergo Carlo IV a Praga e il Saker a Vienna, a pochi passi dal teatro dell’Opera. La dolce vita degli ex magistrati di Trani Michele Nardi e Antonio Savasta era fatta di viaggi nelle capitali europee e soggiorni non esattamente economici. Week end in alberghi di lusso e settimane bianche, che – secondo la procura di Lecce – sarebbero stati pagati da Flavio D’Introno e Paolo Tarantini, titolare dell’agenzia di viaggi Resta di Corato.

E’ lui la seconda vittima del gruppo di corruttori, individuata dai carabinieri di Barletta dopo D’Introno. Lui che ha rivelato di avere pagato almeno 400mila euro per ottenere pronunce favorevoli in alcuni processi. Per farsi consegnare denaro da Tarantini, contestano i pm Roberta Licci e Giovanni Gallone, Nardi e Savasta avrebbero addirittura fatto notificare un falso avviso di garanzia, episodio smentito da Savasta, che la procura ha ugualmente contestato nell’avviso di conclusione delle indagini per corruzione in atti giudiziari, notificato ai magistrati e altre dieci persone, tra cui l’ex collega Luigi Scimè. Nel fascicolo formato a fine inchiesta sono contenuti migliaia di documenti, comprese le fatture di una decina di viaggi, effettuati da Nardi, Savasta e dall’avvocatessa Simona Cuomo, che Tarantini sostiene di aver pagato di tasca sua. Ad approfittare maggiormente dei rapporti intrecciati con it titolare dell’agenzia Resta, sarebbe stato Nardi: “Quella che deposito è solo una parte della copiosa documentazione relativa ai moltissimi viaggi pagati a Nardi – ha messo a verbale Tarantini – Specifico che parte dei viaggi e dei soggiorni sono stati pagati da D’Introno e altri dalla mia agenzia ma non sono in grado di distinguerli per il gran lasso di tempo intercorso“.

Di certo c’e che si trattava di vacanze in cui non si badava a spese. Lo dimostrano le tariffe base delle camere in alcuni alberghi scelti, come il Lungarno, da 500 euro a notte, in cui la famiglia Savasta soggiornò per festeggiare l’inizio dell’anno nuovo nel 2016. Oppure il Saker di Vienna, voluto da Nardi per trascorrere alcuni giorni con moglie e figli, che da tariffa si paga circa 400 euro al giorno. Non è un caso che la trasferta viennese costò all’agenzia Resta 4.000 euro per il soggiorno dei Nardi e 1.600 per non meglio specificati servizi. Del resto, anche in occasione della settimana bianca a Cortina, oltre ai 1.300 euro per vitto e alloggio, il magistrato si fece pagare anche i 440 euro per il trasporto da e per l’aeroporto di Verona.

Altri viaggi affatto economici furono quelli aerei fatti da Nardi con i familiari: per un Bari-Roma, per esempio, furono sborsati 2.000 euro. Altre batoste arrivarono a Tarantini per misteriosi soggiorni, brevi e costosissimi, che l’allora giudice faceva da solo, come quello all’hotel Excelsior Hilton di Palermo, dove per una notte fu presentata una fattura da 1.000 euro. Stessa storia per alcune permanenze a Bari, allo Sheraton e al Nikolaus. E poi ancora a Roma, dove Nardi fu cliente per due giorni dell’Excelsior, spendendo la bellezza di 2.000 euro. Nella documentazione consegnata da Tarantini ai carabinieri, a suo dire relativa a viaggi pagati da lui o da D’Introno, c’e anche quella relativa alla vacanza dell’avvocatessa Cuomo nell’estate 2016 a Rodi: 8.600 euro per tre persone. La camera doppia era in un club di alto livello. Il supplemento per la vista mare assicurato.

fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

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