“Le tangenti a Molfetta un sistema collaudato: ogni evento era buono”

L’ex assessore Caputo si è avvalso della facoltà di non rispondere – fonte: Isabella Maselli – bari.repubblica.it

« Conforti si sdraia e inserisce la mano destra all’interno della tasca del pantalone e raccoglie un involucro di carta. Si sente il fruscio tipico della carta stropicciata. Contestualmente con la mano sinistra apre il portellino del vano portaoggetti e inserisce l’involucro. Quindi lo richiude» . È la descrizione che la guardia di finanza fa di una delle consegne di denaro documentate da intercettazioni video all’interno dell’auto del funzionario comunale molfettese Orazio Lisena. A consegnare il denaro è Paolo Conforti, imprenditore ed ex candidato sindaco di Noci: entrambi sono in carcere nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Trani su presunti episodi corruttivi al Comune di Molfetta. Oltre a Conforti e Lisena sono stati arrestati altri 13 indagati (complessivamente dieci in carcere e sei ai domiciliari), ma sotto inchiesta sono in totale 34 e fra questi c’è anche il sindaco Tommaso Minervini (non raggiunto da misure cautelari).
L’episodio descritto dai finanzieri è uno dei tanti documentati nelle macchine di Lisena e di Mariano Caputo, l’ex assessore comunale ai Lavori pubblici ritenuto la mente attorno alla quale ruotava il presunto sistema di tangenti in cambio di appalti agli imprenditori amici e finito anche lui in carcere. La vicenda descritta che coinvolge Conforti e Lisena risale al 5 maggio 2020. «Anche in tale occasione — si legge negli atti — Lisena non chiede a Conforti cosa stia facendo, cosa ci sia nell’involucro: il sistema Lisena-Conforti è ampiamento consolidato » . « Collaudato » , sosterrà la gip Rossella Volpe nell’ordinanza di custodia cautelare, dimostrando « una capacità di piegare e condizionare ogni evenienza, trasformandola in occasione di guadagno e di interesse illecito condiviso » . Ci sono episodi nei quali è visibile il passaggio del denaro e chi è in auto ne parla « apertamente ». Come il 17 maggio 2020. Nell’auto di Caputo ci sono l’ex assessore e Michele Palmiotti, ritenuto intermediario tra il pubblico ufficiale e gli imprenditori.
I due « parlano apertamente del denaro loro consegnato, classificando le singole dazioni e quanto spetti a ciascuno di loro » . Di tutte queste vicende gli indagati arrestati sono chiamati ora a rispondere dinanzi alla giudice negli interrogatori di garanzia iniziati ieri. Il primo a essere convocato è stato proprio l’ex assessore Caputo, assistito dall’avvocato Felice Petruzzella, e ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Oltre lui sono stati interrogati quattro degli imprenditori che si trovano in carcere: Riccardo Di Santo, Andrea Ladogana, Valerio Di Gregorio, Domenico Tancredi. Tutti hanno risposto alle domande respingendo le accuse e negando di aver pagato tangenti in cambio di appalti.
Tancredi, assistito dall’avvocato Mario Malcangi, ha prodotto documentazione e chiesto all’esito dell’interrogatorio la revoca o la sostituzione della misura cautelare, con il parere negativo della Procura. La gip si è riservata di decidere e lo farà forse entro domani, all’esito degli altri interrogatori. Oggi toccherà a Lisena e Conforti, ma anche all’ex consigliera comunale Anna Sara Castriotta e agli imprenditori Francesco e Pasquale Ieva. Per quanto riguarda Conforti il difensore, l’avvocato Domenico Di Terlizzi, ha fatto sapere che non risponderà alle domande ma ha già depositato un ricorso al Riesame per chiederne la scarcerazione. Le convocazioni dinanzi alla gip proseguiranno con i sei indagati agli arresti domiciliari ( il presidente della commissione di gara di uno degli appalti pilotati, Vincenzo Manzi, e cinque fra imprenditori e dipendenti delle aziende coinvolte: Francesco Sancilio, Mauro Giancaspro, Michele Palmiotti, Maurizio Bonafede, Vito De Robertis).

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