La piscina comunale “faceva acqua” già nel 2009, quando fu contestato il capitolato d’appalto. La nostra inchiesta

Al secondo piano della sede comunale di Lama Scotella è esposto, da molti anni, il plastico dell’intero impianto natatorio comunale di via Longone della Spina, rimasto incompleto. Infatti un comunicato stampa dell’amministrazione Azzollini, risalente all’agosto 2010, parlava della realizzazione di una piscina scoperta a uso pubblico; una vasca semiolimpionica (25 x 12.5 metri), allestita con corsie, segnacorsie, blocchi di partenza e impianti idrici omologati, che sarebbe stata collocata nell’area esterna della struttura. La realizzazione della nuova piscina era uno degli interventi tecnici presentati dall’associazione temporanea di imprese locale (ATI – Molfetta Nuoto Società Sportiva Dilettantistica s.r.l., Clima Service srl e Coopdiving società cooperativa) che vinse il bando pubblico per l’affidamento (per 6 anni) dell’impianto di proprietà del Comune di Molfetta situato nel cuore della futura Cittadella dello Sport.

Schermata 2016-04-17 alle 19.08.13

L’allestimento degli spazi esterni era infatti una delle condizioni tecniche richieste dal bando comunale e l’attribuzione dei punteggi è avvenuta sulla base della migliore offerta economica e della migliore offerta tecnica. La piscina scoperta avrebbe permesso l’utilizzo dell’impianto natatorio anche nei periodi estivi, garantendo così la continuità delle attività sportive e riabilitative (destinate anche ai diversamente abili) durante tutto l’anno.

Oltre ad aver offerto il più alto canone annuo di concessione a favore del Comune di Molfetta, l’ATI (Molfetta Nuoto Società Sportiva Dilettantistica s.r.l., Clima Service srl e Coopdiving società cooperativa) affidataria della gestione si era impegnata a riqualificare completamente gli impianti idrici ed elettrici garantendo migliori parametri di sicurezza e misure ecosostenibili per il risparmio di gas e acqua. Sarebbe stata allestita, inoltre, una palestra per attività sportive e riabilitative destinate anche ai diversamente abili. Per il rilancio della piscina comunale era prevista anche la riqualificazione della zona docce e degli spogliatoi.

Il bando pubblicato dal Comune per la gestione della piscina di Molfetta è l’ennesimo esempio di quella cattiva amministrazione, contraria agli interessi pubblici, che caratterizza questa sciagurata stagione amministrativa e che andiamo denunciando da tempo”.  Così attaccava, nel settembre del 2009, Giovanni Abbattista, coordinatore locale del Partito Democratico, parlando della procedura ad evidenza pubblica avviata dal Comune per l’affidamento dell’impianto natatorio della nostra città.

“Già avevamo avuto modo di rilevare, nelle scorse settimane, l’assoluta (e sospetta) anomalia della pubblicazione in pieno agosto di un bando così importante, finalizzato a selezionare il soggetto cui affidare per nove anni (rinnovabili) la gestione del principale impianto sportivo della nostra città, e una volta letto il capitolato d’appalto non possiamo che confermare la nostra iniziale sensazione: l’amministrazione comunale sembra aver ‘confezionato’ un bando in modo tale da scoraggiare chiunque possa essere in qualche maniera interessato a partecipare alla gara, con la conseguenza (assai prevedibile) che, alla data di scadenza per la presentazione delle domande (e cioè il prossimo 9 settembre), ci saranno pochissime offerte depositate.

Anzi, non è da escludere che, vista la portata delle prescrizioni limitative (come quella che stabilisce il possesso del libretto per la conduzione delle caldaie di primo livello, ossia delle caldaie a vapore, forse in possesso solo di qualche “fortunato” possibile concorrente), parteciperà alla gara una sola ditta”.

D’altro canto (come la vicenda del Porto testimonia…) l’amministrazione comunale di Molfetta ha anche in altre occasioni confezionato bandi che hanno di fatto compresso la partecipazione consentendo la partecipazione ad un solo concorrente. E anche in questa circostanza sembra si sia voluto fare così”.

Entrando nel merito della questionespiegava Abbattistaoccorre evidenziare come tra le condizioni dell’affidamento, disciplinate dall’art. 5 del Capitolato d’Appalto, vi è, tra l’altro, l’obbligo, per il soggetto che si aggiudicherà la gestione, di riservare gratuitamente praticamente per tutto l’anno (e per quattro ore al giorno, nella fascia oraria pomeridiana e serale, quella, cioè, di maggior afflusso di utenti) ben cinque delle sei corsie disponibili “alle società sportive della Città di Molfetta operanti sotto l’egida del CONI e della Federaziona Italiana Nuoto, per attività di allenamento delle squadre agonistiche”. Come a tutti noto, però, nella nostra città esiste una sola società sportiva che svolge questo genere di attività e che quindi potrebbe beneficiare di questo incredibile vantaggioAlle stesse società sportive (o, per meglio dire, alla stessa società sportiva) dovrà anche essere garantito, sempre ai sensi dell’art. 5, l’utilizzo (ovviamente a titolo gratuito) dell’intera vasca per 21 ore settimanali, dalle ore 14 alle ore 17 di ogni giorno”.

“… Quale imprenditore potrebbe mai essere interessato ad investire nella gestione della piscina comunale, ben sapendo che potrà beneficiare di ricavi sostanzialmente inesistenti, dovendo di fatto consentire ad una sola società sportiva di utilizzare gratuitamente l’intero impianto per la stragrande maggioranza del tempo? Possibile che una struttura pagata con i soldi dei contribuenti, patrimonio di tutti i molfettesi, debba essere appannaggio praticamente esclusivo di una sola società sportiva? E’ evidente che quella clausola limita enormemente la concorrenza tra i soggetti potenzialmente interessati ad aggiudicarsi la gara d’appalto, dal momento che a garantirsi la gestione dell’impianto non potrà che essere quel consorzio o Ati cui partecipi l’unica società sportiva di nuoto della nostra città, che potrà utilizzare gratuitamente la struttura, pur facendo pagare ai suoi associati le quote di iscrizione….

Per questa ragione chiediamo con la massima fermezza che l’amministrazione comunale revochi in autotutela il bando pubblicato anche al fine di evitare i ricorsi (e le inevitabili spese) che, con ogni probabilità, soggetti potenzialmente interessati alla gestione della nostra piscina (ma di fatto esclusi dalle clausole del capitolato d’appalto) presenteranno dinnanzi al Tar.

Speriamo sinceramente che il sindaco Azzollini, almeno stavolta, voglia ascoltare il nostro suggerimento. Dinnanzi al suo ennesimo fallimento amministrativo non vorremmo essere chiamati ancora una volta a dire (come già successo tante volte in passato): noi vi avevamo avvisati”. Questo dichiarava nel 2009 Giovanni Abbattista.

Questo lo scenario dal 2009 ad oggi con la “RISOLUZIONE PER GRAVE INADEMPIMENTO DEL CONTRATTO PER L’AFFIDAMENTO IN CONCESSIONE DELLA GESTIONE DELLA PISCINA COMUNALE”Det. Dirigenziale n. 339 del 7.12.2015 e l’Ordinanza Sindacale n.21257 del 15.04.2016 con cui si chiude momentaneamente la piscina. Tra le motivazioni elencate nella Det. Dirigenziale n. 339 (che si può leggere QUI) non si parla minimamente della principale, e più grave, inadempienza dell’ATI (Molfetta Nuoto Società e Clima Service srl) quella che ha permesso alla stessa di ottenere il massimo del punteggio per l’aggiudicazione dell’appalto gestione della piscina; i concessionari non hanno mai iniziato i lavori per la costruzione della piscina scoperta. Anzi, in tutti questi anni hanno allestito e gestito uno stabilimento balneare, il “Village Molfetta Nuoto“, ma non sono mai iniziati i lavori per la costruzione della piscina scoperta, pur avendo ottenuto il permesso a costruire n° 1913/2011 (pubblicato in Albo Pretorio il 07/12/2011 al n° 2558), rilasciato dall‘Ing. Balducci e con il parere favorevole del Dirigente Rocco Altomare.

11402914_1591405937777289_8191793295651332999_o pic.php

Con quel permesso si autorizzava la costruzione di una “piscina all’aperto” in zona demaniale, nelle vicinanze della piscina Comunale su strada vicinale Longone della Spina distinto in catasto al foglio 9 particelle 2311 e 1093.

Interessante ricordare che la concessione edilizia, richiesta da tale sig. Binetti Luigi, in data 04 marzo 2011, è stata rilasciata, in seguito, a tale sig. Marino Giuseppe (titolare della Clima Service srl), subentrato nella qualità di amministratore unico della Società concessionaria, della Piscina Comunale, “A.T.I. MOLFETTA NUOTO S.S.D. srl già dal 22 febbraio 2011, come riportato nel verbale dell’assemblea della stessa società.
Inoltre nel documento autorizzativo si legge che il permesso a costruire è subordinato a precise prescrizioni e condizioni: l’opera doveva essere eseguita dalla ditta CLIMA SERVICE srl con sede in Molfetta via dei Bottai 7, giusta comunicazione del 20.11.2011 prot. 60302 (comunicata da chi?).

Alla luce di questa ricostruzione storica e dei dubbi che abbiamo sempre avuto sull’affidamento di questa struttura comunale ci chiediamo:

1) – Come mai il sig. Marino Giuseppe, titolare giuridico della Società A.T.I. MOLFETTA NUOTO S.S.D. srl, sin dal 22 febbraio 2011, lascia chiedere la concessione edilizia al “decaduto” sig. Binetti Luigi il 4.3.2011?

2) – Chi era il responsabile comunale del procedimento amministrativo e che attività d’ufficio ha svolto affinché il permesso a costruire fosse portato a termine?

3) – Chi in tutti questi anni ha permesso che la Società A.T.I. MOLFETTA NUOTO S.S.D. srl utilizzasse lo spazio esterno della Piscina Coperta con una vera e propria attività imprenditoriale, invece di costruire la piscina scoperta come da capitolato d’appalto? La stessa attività imprenditoriale, nella fattispecie uno stabilimento balneare, aveva tutte le concessioni e permessi previsti dalle leggi regionali e nazionali?

4) – Ci sono stati motivi ostativi per cui la Società A.T.I. MOLFETTA NUOTO S.S.D. srl non ha più costruito la piscina scoperta? Esistono per caso contenziosi urbanistici che insistono sulle particelle interessate alla costruzione della piscina scoperta? In caso affermativo si chiede, come mai è stata aggiudicata la gestione dell’impianto ad una società che ha ottenuto il punteggio più alto sulla base della migliore offerta economica e della migliore proposta tecnica irrealizzabile?

Per quanto esposto si chiede l’istituzione di una Commissione d’Indagine interna al Consiglio Comunale che chiarisca e individui le responsabilità in capo a Dirigenti e/o funzionari comunali che non hanno vigilato sulla corretta gestione della piscina comunale e sul rispetto del capitolato d’appalto.

Schermata 2016-04-18 alle 20.57.52 Schermata 2016-04-18 alle 20.57.01 Schermata 2016-04-18 alle 20.58.49 Schermata 2016-04-18 alle 20.59.05 Schermata 2016-04-18 alle 20.59.41

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi