“La nostra azienda distrutta da Giancaspro” – L’imprenditore Bona: “Truffati come i tifosi”

fonte: la Repubblica Bari 27.7.2018 di Mara Chiarella

Alessio Angelo Bona, assieme a Giovanni Ferrara,13 anni fa ha fondato la società che opera nel campo delle energie rinnovabili. E ancora oggi – dopo I’ingresso del patron del Bari nella compagine, il progressivo svuotamento, l’acquisizione delle quote e, infine, il fallimento (disposto anche in secondo grado) – non riesce a darsi pace.

La storia di come Finpower finisce in tribunale non sembra diversa dalle sorti dell’ Fc Bari calcio 1908. Una vicenda che è anche corpo di un voluminoso fascicolo d’inchiesta, nella quale sono indagati Cosmo Giancaspro e altre persone a lui vicine. Tutto comincia, emerge dalle denunce dei due soci (di luglio e novembre 2016), quando Bona e Ferrara, dopo l’eolico, progettano 6 impianti fotovoltaici. Alle loro spalle c’e Giancaspro, consulente finanziario. Dopo aver ottenuto un finanziamento da 6 milioni e mezzo con Mediocredito italiano, dovendo realizzare gli impianti e in attesa dell’erogazione, i soci cercano anticipazioni finanziarie. Qui entra in campo Giancaspro, che li dirotta su un suo “amico“, direttore di filiale della Monte Paschi di Siena a Taranto. Il conto corrente viene aperto e la Finpower versa un assegno circolare da 5 milioni, ottenendo un’apertura di credito per altri 3. Ma, usati i 5 milioni per la prima parte degli impianti, il direttore fa sapere che non è più possibile usare quel credito visto che non c’era più garanzia.

Nel frattempo, però, Bona e Ferrara avevamo staccato assegni per 400 mila euro. Giancaspro, a quel punto, si offre come garante con Mps, entrando in società come Kreare Impresa, la società che detiene la maggioranza delle quote del Bari calcio. Lui, intanto, emerge dagli atti giudiziari, aveva già fatto il trasferimento di quote per il 20 per cento: nel bilancio 2011 di Kreare Impresa dichiara di averlo acquisito pagando 20mila euro, soldi mai versati. I soci scoprono poi che le garanzie a Mps non sono state rese e, a fronte di ulteriori assegni emessi per altri 600 mila euro, con il fido bloccato, Giancaspro fa intervenire Antonio Messina, legale rappresentante di un’azienda di Molfetta nel settore del software sanitario, che versa 600 mila euro a Mps per coprire l’esposizione e in cambio chiede il 51 per cento di Finpower a garanzia del prestito. L’accordo era che appena Finpower avesse ricevuto i fondi da Mediocredito, Bona e Ferrara avrebbero restituito i soldi e riottenute le loro quote.

Giancaspro, dopo aver assunto la gestione amministrativa, l’affida a Michele Amato, tuttora dipendente di Mps nella sezione recupero crediti e presidente del Trani calcio. Da allora i flussi provenienti dal Gestore dei servizi energetici vengono dirottati su Kreare Impresa e il denaro usato per restituire a Messina i 600 mila euro, a cui se ne aggiungono come interessi altri 300 mila in soli tre mesi, acquisendo cosi il 71 per cento di Finpower.

C’e poi l’affare della vendita di un parco eolico su Melfi, per la cui realizzazione nel 2013 Finpower wind (partecipata per I’80 per cento da Finpower e il 20 da Ener spa di Faenza) ottiene l’autorizzazione. Tra i contatti con l’estero interessati, c’e Glenmont & Partner, un fondo che opera in tutta Europa nel comparto delle energie rinnovabili. Prima di portare avanti l’affare, racconta la denuncia, Giancaspro consiglia di liquidare Finpower, dal momento che era stato raggiunto lo scopo sociale. Licenziati i dipendenti, con il patrimonio in liquidazione, restano asset per 30 milioni di euro e la necessità di chiudere la posizione su Mps, nel frattempo lievitata a 4 milioni e 600 mila euro.

Nomina liquidatore il suo praticante commercialista, Francesco Izzo (ascoltato nei giorni scorsi dalla guardia di finanza nella nuova inchiesta sul Bari calcio), e con un giro circolare di denaro da Finpower wind a Kreare Impresa tramite Finpower, raccontano i soci nella denuncia, viene effettuato un falso aumento di capitale: Giancaspro si ritrova socio di Finpower wind al 40 per cento, il restante 60 lo rileva da Izzo. L’epilogo avviene quando, dopo aver convocato l’assemblea dei soci, Izzo e Giancaspro si sostituiscono a Bona e Ferrara nel cda. Con il 100 per cento delle quote, infine, chiude con Glanmont e vende tutto per 22 milioni di euro, con la dichiarazione di essere l’unico proprietario quote di Finpower wind sin dall’inizio. II risultato è che ” quei campi a Melfi sono stati abbandonati e saccheggiati – scuote la testa Bona – e ci fa soffrire tanto pensare alla sorte di Finpower. L’abbiamo fatta crescere, abbiamo dato alla società il tempo che abbiamo sottratto ai nostri figli. Quello che ha fatto Giancaspro nei confronti nostri, è quello che ha fatto oggi col Bari. Mi rattrista per i tifosi e la città di Bari che non meritavano un trattamento simile.

Aggiornamento del 28.07.2018 la Repubblica Bari:

La difesa di Antonio Messina – “Diedi i soldi per Finpower perché amico di Mino”

Dopo una pluriennale collaborazione aziendale non ho contatti, professionali o lavorativi, con il dottor Giancaspro e con ii dottor Ferrara da circa dieci anni. E’ la difesa di Antonio Messina, legale rappresentante di un’azienda di Molfetta che in passato ebbe rapporti con la Finpower di Giancaspro e la cui posizione è stata esaminata dalla procura di Trani nell’ambito di un’indagine sul crac della ditta Ciccolella, che coinvolge anche il patron della società calcistica barese. L’inchiesta è coordinata dalla sostituta procuratrice Silvia Curione, e condotta dalla guardia di finanza, ed è parallela a quella incardinata presso la Procura di Bari.

In merito alla notizia che mi vedrebbe coinvolto in una ipotetica truffa ordita dal dottor Giancaspro nei confronti di altri soci della società Finpower preciso che, al contrario, il mio intervento finanziario ha sostenuto temporaneamente la stessa società consentendole di continuare l’attività con la liquidità necessaria — ha chiarito Messina. Non ho mai richiesto né percepito alcun interesse sull’operazione di copertura finanziaria temporanea che ho fatto a Finpower solo ed unicamente per un’antica amicizia con Giancaspro e Ferrara. Il denaro mi è stato completamente restituito e le garanzie conseguentemente tutte liberate“.

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