Iva non pagata per 40 milioni, a processo patron Migro (“QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO”)

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di ANTONELLO NORSCIA – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

Finisce a processo il patron dell’Ingross Levante, la Spa con sede a Terlizzi, centro direzionale a Molfetta e piattaforme distributive in tutt’Italia che gestisce la catena alimentare e no food a marchio «Migro Cash and Carry». Oronzo Maria Amato, 54 anni, molfettese, è stato rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Trani Angela Schiralli nell’ambito dell’inchiesta «Patrasso» che ricostruì i presunti illeciti architettati per evadere l’iva in ingenti operazioni commerciali. Sul banco degli imputati del processo che inizierà davanti al Tribunale di Trani il 15 novembre siederanno altri 133 imputati, che nel 2005 furono accusati a vario titolo, dal pubblico ministero Giuseppe Maralfa, di associazione per delinquere finalizzata all’emissione di fatture inesistenti, a dichiarazione dei redditi fraudolenta e ad omessa dichiarazione dei redditi.

Secondo quanto ricostruirono le indagini del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari, il meccanismo ruotava intorno ad imprese fantasma della Comunità Europea. Tra il 1999 ed il 2005 «Migro» avrebbe venduto, sulla carta, beni all’estero per decine di milioni di euro. In realtà si sarebbe trattato di operazioni fittizie, giacchè la merce sarebbe stata commercializzata in Campania ed in Salento e di qui ad una serie di esercizi commerciali grazie ad operazioni a nero che proprio con l’illecito abbattimento dell’iva consentivano prezzi concorrenziali e favorivano un vero e proprio settore parallelo. Le operazioni avrebbero consentito u n’evasione d’iva per circa 40 milioni di euro grazie all’emissione di fatture false per 193 milioni di euro. Nel mirino della Procura di Trani finirono oltre 100 imprese nazionali di autotrasporti (non era infatti la Migro a curare il trasferimento delle merci) di cui la metà sconosciute al fisco prima dell’operazione battezzata «Patrasso», la città greca dove fu individuata la prima delle circa 40 società fantasma inserita nel meccanismo di false fatturazioni verso l’estero.

Il fenomeno avrebbe visto società virtuali anche in Spagna, Francia, Austria, Inghilterra e Portogallo. Il 5 luglio 2005 le indagini sfociarono in 48 arresti disposti dal gip Roberto Oliveri Del Castillo. Oltre ai 134 rinviati a giudizio, l’elenco degli imputati contava altre 8 posizioni: 3 persone sono morte nelle more del procedimento ed altre 5 hanno visto stralciate le rispettive posizioni per problemi di notifica in un processo che per alcuni versanti è a rischio prescrizione.

Un altro stralcio, ma per motivi d’incompetenza territoriale, avvenne dopo le prime fasi investigative: le posizioni di altri 164 indagati (soprattutto vettori ed autisti) furono inviate al vaglio delle Procure di Bari, Napoli e Nocera Inferiore. Alcuni profili della vicenda «Migro» sfociarono anche dinanzi alla giustizia tributaria che, tuttavia, ritenne come i copiosi elementi investigativi raccolti dalla Procura tranese fossero meri indizi. Poi, però, l’inchiesta della Procura di Bari denominata «Gibbanza» ha ritenuto che diversi giudizi tributari fossero pilotati: tra questi, per l’accusa, anche alcuni procedimenti «Migro».

L’Ingross Levante si è sempre difesa sostenendo che non sapeva, né era tenuta a sapere, dove effettivamente giungesse la merce una volta uscita dalle proprie piattaforme distributive, attraverso autonome società di trasporti. Ma per il gup Schiralli: «La Migro ha continuato diverse volte ad operare su partite iva comunitarie nonostante ne fosse stata accertata l’inesistenza e ha proseguito nell’operare indisturbata».

Una risposta a “Iva non pagata per 40 milioni, a processo patron Migro (“QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO”)”

  1. Bravo Matteo!!! Il “giornaletto” che moraleggia a tutto spiano, oltre che oscurare le notizie sta attuando sul suo Forum una CENSURA che nemmeno la STASI!!! Meno male che c’è il Liberatorio…avanti così, Matteo!!!

I commenti sono chiusi.

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