di GIOVANNI DI BENEDETTO – bari.repubblica.it
TRANI – Assolti perché il fatto non sussiste. I dirigenti dell'Eni (Giorgio Mario Artibani, Antonio Caffarelli, Bernardo Casa, Fiorella Iobbi, Marco Pinzuti Ansolini, Alessandro Rosatelli e Gaetano De Santis, quest'ultimo direttore della raffineria di Taranto) non sono responsabili, non dovevano essere loro a garantire la sicurezza. Si conclude così, davanti al gup del tribunale di Trani Maria Grazia Caserta, il processo con la formula del rito abbreviato dell'inchiesta bis per la morte nella ditta Truck center di Molfetta di cinque operai, rimasti soffocati dalle esalazioni di acido solfidrico in una cisterna che dovevano bonificare il 3 marzo del 2008. Il pm Giuseppe Maralfa, ritenendo che dall'Eni non avrebbero evitato che lo zolfo fuso caricato dai serbatoi della raffineria di Taranto fosse messo in circolazione senza una preventiva valutazione dei pericoli, aveva chiesto condanne fino a tre anni e 4 mesi di reclusione per i 7 dirigenti, oltre che un risarcimento di 746mila euro per l'Eni, nella sua qualità di persona giuridica.
Dopo quasi due anni dal processo di primo grado che ha visto condannati tutti gli imputati, escluso l'autista della cisterna, l'accusa aveva ritenuto che per quella tragedia ci fossero anche altri responsabili. Tra questi appunto i vertici dello stabilimento Eni di Taranto da cui partì la cisterna carica di zolfo. Secondo il pm gli altri responsabili sono da individuare nella Nuova Solmine di Scarlino, in provincia di Grosseto, dove il carico fu acquistato, e nella società
barese Meleam consulente per la sicurezza della Truck center. Dalla Nuova Solmine non si sarebbero attivati perché dopo lo scarico la cisterna fosse adeguatamente bonificata. E infine il rappresentante legale della Meleam Puglia, incaricato dalla ditta di procedere alla valutazione dei rischi derivanti dalle attività svolte dalla società di Molfetta, avrebbe redatto un documento di valutazione del rischio "assolutamente generico".
Per la trattazione delle richieste di rinvio a giudizio relative agli altri 12 imputati l'udienza è stata fissata al 13 gennaio. Nell'incidente morirono il titolare dell'autolavaggio Vincenzo Altomare, di 64 anni, e gli operai Luigi Farinola, di 37 anni, Biagio Sciancalepore, di 24, Guglielmo Mangano, di 44, e Michele Tasca, di 19. Al termine del processo di primo grado furono condannati a 4 anni di reclusione Alessandro Buonopane e Mario Castaldo, dirigenti della "Fs Logistica" società proprietaria della cisterna della morte, Pasquale Campanile, dirigente de "La 5 Biotrans" incaricata del trasporto su gomma dello zolfo, oltre che le rispettive società, compresa la ditta Truck center, in qualità di persone giuridiche.