Inferno di fuoco in via Devenuto. Ora è allarme rosso

Hanno lavorato sino alle prime luci dell'alba le tre squadre dei Vigili del Fuoco intervenute questa notte, nella periferia a nord di Giovinazzo, per domare il gigantesco incendio che ha provocato una nuvola di fumo acre e nero visibile in quasi tutta la cinta urbana.

11 sono le autovetture coinvolte nello smisurato rogo scoppiato intorno alle ore 03.35 in un parcheggio condominiale di via Devenuto, nel rione 167, a due passi dalla chiesa Immacolata.

E quel che resta delle autovetture, stamane, è ancora lì, assieme alla rabbia dei loro proprietari, che nulla hanno potuto fare contro un incendio (l'ennesimo da queste parti, ndr) che in pochissimi minuti ha mandato in fumo migliaia di euro.

«Il piromane inafferrabile – afferma ai nostri taccuini Diego Iessi, nelle vesti di amministratore del condominio coinvolto nell'incendio – ha avuto una seconda chance. E stavolta è riuscito in pieno nel suo intento».

L'allusione, nemmeno troppo velata, è ovviamente riferita al principio d'incendio di una Ford Escort di vecchia data, parcheggiata proprio nel parcheggio condominiale di via Devenuto, avvenuto lo scorso 9 aprile, appena tre giorni fa.

«Stanotte – continua Diego Iessi – il piromane inafferrabile si è nuovamente presentato, stavolta in tono più violento. E nonostante il cancello d'ingresso sbarrato ha provocato l'inferno. Un vero e proprio inferno di fuoco».

Le fiamme «alte sino al terzo piano», afferma Tonia, una residente, hanno concluso l'esistenza terrena, senza passare da alcuna rottamazione, di una Fiat Punto, di una Toyota Yaris, di una Mégane Scénic, di una Fiat Stilo e di una Alfa Romeo 156.

«Siamo letteralmente senza parole – afferma Tina, un'altra residente -. Stanotte la nostra casa sembrava illuminata a giorno. Poi ci siamo affacciati al balcone ed abbiamo visto le fiamme altissime».

Insomma un vero e proprio effetto a catena che, in pochissimi minuti, ha coinvolto anche una Citroen C3, arrostita irrimediabilmente nella parte anteriore, oltre ad una Fiat Punto, una Opel Corsa, una Fiat Stilo, una Ford Fiesta ed una Alfa Romeo 146, colpite di striscio dalle fiamme.

Le persone colpite sono gente normale, «non c'è nulla di strano e le nostre auto sono state sicuramente colpite a caso», afferma un altro residente.

Ed a nulla, purtroppo, è valso il tentativo dei Vigili del Fuoco, giunti dapprima dal Distaccamento diMolfetta e successivamente dal Comando Provinciale di Bari, di spegnere l'incendio.

Allertati quando le fiamme erano già alte, al loro arrivo il fuoco aveva compiuto gran parte del suo lavoro.

Erano le ore 03.45, quando i primi caschi rossi sono arrivati sul posto assieme ai Carabinieri dellalocale Stazione, ed hanno lavorato fino alle primissime luci dell'alba per spegnere un rogo che ha destato molta paura negli abitanti degli stabili della zona.

«E per fortuna – continua Diego Iessi – nel parcheggio condominiale non erano presenti autovetture alimentate a gas metano, altrimenti oltre a raccontare questa scena apocalittica con fuoco e fumo non saprei davvero cos'altro sarebbe potuto accadere».

Terminate le operazioni di spegnimento, sono iniziate quelle di bonifica. Ma tra le numerose autovetture coinvolte nell'incendio di via Devenuto «non è stata trovata alcuna traccia di liquido infiammabile», fanno sapere gli inquirenti.

Ma a questo punto è veramente difficile pensare che non si tratti di episodi volontari e dolosi. Almeno in quest'ultimo caso è certo che non si è trattato di un corto circuito.

Secondo i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari«ignoti – spiegano in una nota stampa pervenuta in redazione – hanno incendiato una Toyota Yaris in sosta all’interno del parcheggio condominiale, le cui fiamme hanno danneggiato irrimediabilmente altre autovetture».

Insomma le fiamme si sarebbero propagate da una sola autovettura verso le altre parcheggiate accanto.

Ma c'è anche chi, tra i residenti, è pronto a giurare di aver visto «tre piccoli incendi, appiccati da ignoti, all'interno del parcheggio condominiale. Un solo innesco – asseriscono – non sarebbe stato in grado di provocare tutto ciò».

Sulla vicenda, adesso, stanno indagando i Carabinieri della Stazione di Giovinazzo, coordinati dalla vicina Compagnia di Molfetta. Ed è massimo il riserbo delle forze dell'ordine impegnate nella caccia al misterioso piromane.

«A Giovinazzo ormai – si sono sfogati stamane decine di abitanti della zona, anche dinanzi alle telecamere di Telenorba – è emergenza criminalità con decine di roghi notturni e sempre nuovi episodi di cronaca nera che accadono quotidianamente».

I vertici della Compagnia di Molfetta, invece, non la pensano così: «Non parliamo assolutamente di emergenza – affermano ai nostri taccuini -. E le nostre indagini proseguono a ritmo frenetico».

Ma la misura della popolazione, ormai, è colma.

E in molti, adesso, si dichiarano pronti a «scendere in campo per mettere fine a quest'incubo. Siamo ancora soli a difenderci». E promettono: «Ronde di volontari, già nelle prossime ore, saranno attive sul territorio per presidiare la nostra città».

«Non ci sentiamo tutelati – denunciano -. E adesso siamo disposti a tutto pur di difendere i nostri beni: una notte a testa, e se vediamo qualcosa di strano provvederemo ad avvisare gli altri e le forze dell'ordine».

Forze dell'ordine che, dal canto loro, hanno già assicurato, sin dalle prossime ore, «un potenziamento dei servizi di controllo del territorio negli orari specifici in cui si registra il fenomeno al fine di prevenire e reprimere la commissione di questi odiosissimi reati contro i cittadini di Giovinazzo».

Intanto, in vista della prossima nottata, c'è chi controllerà a vista la propria autovettura dalla finestra. E c'è chi, nel frattempo, è corso dalla propria assicurazione ad ampliare la polizza assicurativa.

E infine c'è chi spera che non passi proprio di lì il piromane seriale che sta gettando nel panico l'intera città di Giovinazzo. O vogliamo chiamarla ancora oasi felice?

Fiamme e tanta paura. Adesso la gente è stanca

www.giovinazzolive.it

Quante sono le auto bruciate dal piromane? 40? Qualcosa in più?

Non abbiamo nemmeno la voglia di contarle, tanta è la desolazione per una situazione che non trova una soluzione concreta.

Solo un paio di giorni fa, l'11 aprile scorso, avevamo pubblicato un articolo che riportava gli intenti manifestati dal sindaco, Antonello Natalicchio, di incontrare al più presto il Prefetto di BariCarlo Schilardi.

La situazione è divenuta insostenibile già da tempo, con qualche atto di emulazione e ritorsioni private ad aggravare un quadro già di per sè pesantissimo.

La paura ha così lasciato spazio alla rabbia: non si tratta più solo di auto incendiate, magari il frutto del lavoro di anni, andati in fumo in una manciata di minuti, ma di pericolo per incolumità delle persone, con fiamme alte e fumo denso che rende la respirazione quasi impossibile.

Ed allora ecco che i malumori corrono veloci, in un tam tam senza sosta. Dai bar alla piazza, dal web ai forum dei siti d’informazione.

La richiesta è unanime: giustizia! Ma i metodi per raggiungere l’obiettivo appaiono discordanti.

Marienza, 24enne, su Facebook si chiede: «Ci rendiamo conto che non si riesce a prendere questa teppaglia? Aspettiamo che scappi il morto per avviare qualcosa di serio?».

Le fa eco Marco per il quale «è difficile pensare che le forze dell’ordine non abbiano ancora dei sospetti […]. Giovinazzo coi suoi 20mila abitanti – aggiunge – ha una superficie estremamente ridotta, non è Chicago».

Antonella ed Augusto propongono «ronde notturne sul territorio comunale diviso in zone e turni come primo elemento per contrastare i continui raid» perché è vero che non siamo nel far west, ma difendersi quando lo Stato non lo fa, è un diritto.

Non tutti, però, la pensano così. C'è chi, come Antonio, afferma: «Paghiamo perchè ci siano persone "professionali" al nostro servizio… abbiamo delegato solo a loro la gestione dei problemi di polizia… Non facciamo ridere ancora di più piromane ed emulatori…».

In piazza Leonardo, pensionato 60enne, ci va giù duro, ma non ragiona con la pancia: «L’incontro del sindaco col Prefetto deve avvenire il più presto possibile, inutile fare proclami, si alza il telefono e ci si fa ricevere».

«I Carabinieri della locale Stazione – sottolinea- sono pochi e poco supportati. Diamoci tutti una svegliata, cittadini ed istituzioni. Facciamoci sentire perché occorrono rinforzi per una soluzione rapida».

Paolo è disposto a «mettere a disposizione l'auto per acciuffare nel cuore della notte il piromane», mentre Giusy si interroga: «Non so, devo aspettarmi il morto da una notte all’altra? No, perché qui si sta giocando alla roulette russa!».

In un bar del centro, poi, c’è Nicola che invoca «telecamere ovunque, come ho visto nei comuni del nord».

«Ci lamentiamo delle pretese leghiste – si infervora – ma intanto quelli sanno come difendere il proprio territorio e la propria gente. Perché non monitoriamo giorno e notte buona parte del territorio? Costa tanto? Io pagherei volentieri una tassa "una tantum" a questo scopo!».

Reazioni forti, figlie del momento difficile che sta attraversando la nostra comunità.

Una delle tante verità è che i giovinazzesi si sentono in trappola, quasi impotenti davanti ad un destino che pare ineluttabile.

Purtroppo non vediamo tanta rabbia e tanta indignazione anche davanti a fenomeni criminali organizzati, che stanno lentamente stritolando la nostra realtà. Ed in ogni caso, chi sa spesso tace e poi magari va a lamentarsi al bar con gli amici.

Ha ragione il sindaco Antonello Natalicchio a chiedere alla gente di collaborare ed a voler incontrare il Prefetto di Bari, a chiedere un tavolo nel quale discutere di questo.

Ma ha anche ragione chi, come facciamo noi da questo sito, chiede un coordinamento tra istituzioni locali, in modo che la popolazione possa contare su un blocco monolitico che li rappresenti davanti ai vertici della Prefettura.

Velatamente, nelle scorse settimane, ci è parso di cogliere uno scollamento tra amministrazione e forze dell’ordine, frutto forse della tensione del momento. Non una divisione vera e propria, ma una diversità di vedute sul come arrivare a dei risultati.

Ora è inutile rinvigorire polemiche, ma trovare soluzioni. Noi sproniamo l'intero Comune di Giovinazzo e i vertici locali dell'Arma dei Carabinieri ad incontrare il Prefetto di Bari, Carlo Schilardi, presto, prestissimo.

Devono giungere sul territorio comunale nuovi uomini e bisogna lavorare alacremente per arrivare al risultato finale: acciuffarlo, chiunque esso sia, con un lavoro investigativo approfondito.

D’altro canto, il tavolo con il rappresentante provinciale del governo deve anche servire per approntare un vero piano di intervento per la stagione estiva alle porte. Il piromane è forse una persona malata e sola, forse.

Ma la criminalità, quella subdola, presente, strisciante, è fatta da tanta gente e Giovinazzo ha bisogno di sapere che anche sul quel fronte, altrettanto pericoloso, si agisce per stroncare ogni tentativo di conquista di un territorio fino a qualche anno fa vergine.

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