La data probabile della votazione della Giunta delle autorizzazioni sul caso Azzollini è il 24 giugno. Lo ha confermato il presidente Dario Stefano: «Cercheremo per quella data di portare a compimento l’esame a meno che non emergano cose particolari. Abbiamo un programma di due settimane», ha detto Stefano.
Intanto, domani il presidente della commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzollini, presenterà il ricorso al tribunale del Riesame contro la richiesta di arresto trasmessa, nei suoi confronti, a Palazzo Madama. Lo ha annunciato, secondo quanto riferiscono senatori della giunta, lo stesso senatore durante la sua audizione alla giunta per le Immunità di Palazzo Madama. Il sottosegretario non ha presentato alcuna memoria, ma solo una lettera dalla quale, secondo quanto spiegano alcuni componenti della giunta, si evincerebbe che il pm Savasta aveva «le sue buone ragioni» per accusare Azzollini, visto che il fratello del magistrato era stato chiamato a ricoprire un ruolo presso le suore che gestivano la casa di cura Divina Provvidenza per il cui crack il senatore è indagato. «Sono sempre sereno, ho risposto alle domande», queste le sue parole all’uscita dell’audizione.
«Abbiamo bisogno di un ulteriore approfondimento per vedere se c’è stato fumus persecutionis. Abbiamo chiesto altra documentazione in modo da poter avere per martedì prossimo la possibilità di esprimere una valutazione», questa la posizione di Stefania Pezzopane (Pd). Per il senatore del M5s, Michele Giarrusso, però «Azzollini si è sottratto alle nostre domande, in particolare su chi gli ha chiesto di interessarsi all’istituto religioso, è stata un’audizione insoddisfacente, è stato evasivo e le sue tesi difensive sono un libro di fantapolitica». A chi gli chiede un giudizio sugli altri commissari che hanno parlato di fumus persecutionis nei confronti del presidente della Commissione Bilancio Giarrusso risponde: «Sono tutte posizioni precostituite».
Prima del via alcuni membri della giunta avevano anticipato la loro linea, confermata al termine dell’audizione: per Felice Casson (Pd) «Non c’è fumus persecutionis. Ho letto le carte. Per me l’ordinanza è fatta bene, è lineare e corretta». Di tuttaltro avvisto il collega di partito di Azzollini, Carlo Giovanardi : «E’ vittima di una frase che è stata totalmente inventata da qualcuno che stava fuori della porta…». In difesa del senatore si schiera anche Lucio Malan di Forza Italia: leggendo l’ordinanza «emerge un quadro estremamente lacunoso», con «cose pretestuose che non dovrebbero essere presenti in un fascicolo giudiziario». «Se c’è fumus persecutionis? A mio parere sì». «Da quello che leggo – prosegue – Azzollini non ha mai intascato un soldo». Orientato al voto contrario all’arresto è anche il socialista Enrico Buemi: «La richiesta di arresti mi sembra debole», e rincara: «A Trani ci vuole un’ispezione del ministero della Giustizia. Chiedo ad Orlando di mandare gli ispettori per verificare il comportamento di questi magistrati».