Grandi centrali a biomasse? NO GRAZIE!

Vi proponiamo un interessante e divertente video prodotto dal Meetup Matera 2 di Beppe Grillo sulla probabile costruzione di un inceneritore proprio nel territorio di Matera. Crediamo che ci siano molte cose in comune con la battaglia che stiamo sostenendo a Molfetta.
Immaginatevi in quella conferenza al posto dei “millantatori”, così come gli hanno chiamati,  ci fossero stati gli interventi della Dott.ssa Gentilini e del Prof. Tamino che per la costruzione di una centrale a biomasse/inceneritore nel Comune di Russi (provincia di Ravenna) si sono già espressi in questi termini:
– Premesso che in questa centrale si bruceranno annualmente 270.000 tonnellate di pioppo e canna, ma la legge vigente consente che possano essere utilizzati rifiuti animali, industriali, residui agricoli e rifiuti urbani, la dott.ssa Gentilini, onco-ematologa, sostiene che il processo di incenerimento provoca l’emissione di polveri fini (PM10) e ultrafini (trasportate dal vento anche a distanza di 50/60 km), potrebbe causare tumori, ictus, infarto e malformazioni ai neonati. La fuoriuscita di diossine, potrebbe causare linfomi, indebolire il sistema immunitario, ridurre la fertilità maschile e femminile, aumentare il rischio di aborti spontanei, provocare malformazioni, ridurre lo sviluppo neurologico dei feti e incrementare il rischio di diabete. Le diossine in particolare entrano nel ciclo alimentare e soprattutto nel latte materno e non esiste alcun filtro in grado di trattenerle.

Il prof. Gianni Tamino, docente di biologia e di diritto ambientale all’Università di Padova, esperto di fama internazionale e già consulente del ministero dell’Agricoltura afferma che una centrale a biomasse di grandi dimensioni non può essere alimentata solo con materie prime delle zone limitrofe e sarebbe quindi necessario importare materiale da fuori con un conseguente aumento dell’inquinamento, facendo venire meno uno dei principi fondamentali per cui una centrale a biomasse può esistere,  mantenere  a zero il rapporto tra i valori della CO2 (anidride carbonica) emessa con quella sintetizzata dalle piante bruciate.
Prevedere di utilizzare cippato di canna comune  e pioppo rappresenta un problema tecnico rilevante perché hanno una scarsa resa energetica e richiedono l’apporto di migliaia di m3 di metano per garantire l’efficienza del forno con una resa energetica comunque molto bassa, circa il 25%!
A Russi si è ribaltata la logica in quanto prima si è programmata la potenza della centrale e poi si sta cercando la materia prima che servirebbe a mantenerla. Invece è sulla base della materia prima disponibile che va calibrata la potenza delle centrali. Un danno economico e alla salute, insieme, verso i cittadini.
E a Molfetta cosa accadrà? Lo chiederemo a breve direttamente ai due illustri esperti.

4 Risposte a “Grandi centrali a biomasse? NO GRAZIE!”

  1. ma va la….non vuole gli inceneritori? allora preferisce sguazzare nell’immondizia?no, mi spieghi perche se non è zuppa è certamente pan pagnato!

  2. dopo questo risultato elettorale, non resta che rintanarci e leccarci le ferite.

    Sconfitto schiacciante!

  3. Non si tratta nè di zuppa nè di pan bagnato… il problema non è l’inceneritore, ma ciò che bruciamo negli inceneritori!! i “nostri” rifiuti (e quando dico nostri, mi riferisco ai rifiuti prodotti in Italia meridionale!) sono in larga parte NON DIFFERENZIATI e, di conseguenza, la produzione di diossina e altre sostanze altamente tossiche è inevitabile!

  4. NESSUNA SCONFITTA….NIENTE FERITE DA LECCARE: siamo più carichi di prima e riprenderemo le nostre iniziative più combattivi di prima!!!

I commenti sono chiusi.

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