Il colpo di scena è arrivato nell’udienza del processo Domino quando i giudici sono stati chiamati a pronunciarsi sulla richiesta della difesa. Richiesta che è stata accolta, la procura non aveva chiesto la sospensione dei termini: Savinuccio Parisi, quindi, è tornato in libertà. Ieri sera ha lasciato il carcere di Novara dove era detenuto in regime di isolamento.
Quello che da sempre viene considerato dall’Antimafia il boss del quartiere Japigia era dietro le sbarre dal primo dicembre del 2009. E in regime di custodia cautelare ha trascorso dietro le sbarre il massimo del periodo, previsto per i reati che gli vengono contestati. Prima di esprimersi sulla richiesta della difesa, rappresentata dagli avvocati Raffaele Quarta e Rubio Di Ronzo, i giudici del Tribunale hanno chiesto un parere della procura che, all’ipotesi di un ritorno in libertà di Savinuccio, ieri, in aula ha detto no. Il boss è imputato nel processo Domino, apertosi nel febbraio del 2011, di fatto due anni dopo gli arresti.
Savinuccio è tra coloro che avevano scelto il procedimento ordinario, processo che, complessivamente, conta 46 imputati. Il dibattimento va avanti da poco meno di due anni ed è caratterizzato in media da un’udienza a settimana. Al momento il processo procede con le audizioni dei testimoni dell’accusa (sostenuta dall’aggiunto
Drago e dal pm Elisabetta Pontassuglia). La posizione di Savinuccio è una delle più gravi. Arrestato nel blitz degli uomini delle fiamme gialle, il primo dicembre del 2009, è accusato tra l’altro di associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti. Ieri i giudici non hanno potuto fare diversamente. Dal giorno del decreto che dispone il giudizio sono trascorsi due anni. E di più, non essendo intervenuta una sentenza di condanna, anche per un reato grave, come quello di traffico di droga, in regime di custodia cautelare, il boss non avrebbe potuto trascorrere altro tempo, anche perché, prima della scadenza dei termini, non è arrivata una richiesta di congelamento da parte dell’accusa. Savinuccio, quindi, torna a Bari, sottoposto al regime della sorveglianza speciale. Qualora per lui nel processo dovesse arrivare una condanna di primo grado, il boss potrebbe ritornare in carcere, anche in attesa di una sentenza definitiva. Come accaduto ai 42 imputati del procedimento che sono stati processati con il rito dell’abbreviato.
Il gup, nel maggio del 2011, ha inflitto complessivamente 125 anni di reclusione. 18 gli imputati condannati, 38 invece gli assolti. Sentenza che ha riconosciuto l’esistenza di un’associazione mafiosa che, tra Bari e Valenzano, ha gestito traffici e attività illecite. Savinuccio ha altre pendenze con la giustizia. Nel 2005 in primo anno era stato condannato a sette anni per contrabbando. La sentenza è stata annullata con rinvio dalla Cassazione e il processo davanti alla Corte d’Appello non è stato ancora istruito.