Gasdotto Tap, falda inquinata e ulivi espiantati: 15 indagati per reati ambientali

fonte: CHIARA SPAGNOLO – bari.repubblica.it

Quindici indagati per i presunti illeciti commessi nella costruzione del gasdotto Tap a Melendugno: dai vertici italiani della multinazionale a quelli delle ditte che finora hanno effettuato i lavori, compresa Saipem, incaricata della realizzazione del microtunnel. L’avviso di conclusione indagini è firmato dal procuratore della Repubblica di Lecce, Leonardo Leone de Castris, e dalla pm Valeria Farina Valaori, che hanno definito contestualmente tutti i tronconi investigativi sull’infrastruttura energetica tanto contestata in Salento.

I reati ipotizzati vanno dal deturpamento di bellezze naturali alla violazione del Codice dei beni culturali, fino inquinamento della falda acquifera sotto il cantiere di San Basilio.

Tra gli indagati figurano il country manager di Tap Italia Michele Mario Elia(già manager di Ferrovie dello Stato); i rappresentanti legali della società Luca Schieppati e Elisabetta De Michelis; il project manager Tap Gabriele Paolo Lanza; Luigi Romano fabbrication operation manager Saipem nonché Adriano Dreussi e Piero Straccini, offshore costruction manager della stessa azienda di San Donato Milanese; Lucio Mello dell’omonima ditta di Carmiano; Massimiliano Greco della Cosimo Greco Snc di Monteroni; Antonio Vallone della Montaggi Industriali di Galatina; Yuri Picco e Fortunato Aniello responsabile di commessa e direttore tecnico di cantiere della I.Co,P. di Basiliano (Udine); Giuseppe Mariano della Sme Strade di Copertino; Giuseppe Cesario Calò della Geoambiente di Cavallino; Maurizio Luigi De Pascalis della De Pascalis Pietro di Galatina; Claudio Coroneo ePantaleo Notaro della Nuova Montaggi di Galatina.

Tutti avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o presentare memorie difensive, poi i magistrati decideranno se chiedere il loro rinvio a giudizio o archiviare le loro posizioni. Le questioni al centro dell’inchiesta riguardano l’espianto di circa 400 ulivi dall’area Le paesane, sotto sequestro dall’aprile scorso. Secondo la ricostruzione dei carabinieri del Noe, Tap avrebbe lavorato in una zona soggetta a vicolo paesaggistico e per la quale avrebbe dovuto ottenere ulteriori autorizzazioni.

L’altro problema in evidenza riguarda il presunto inquinamento della falda acquifera, causata dall’incompleta impermeabilizzazione di alcune zone del cantiere di San Basilio, nelle quali sarebbero state scaricate acque reflue e depositai rifiuti, il cui dilavamento avrebbe contaminato la falda con sostanze pericolose, a partire dal cromo esavalente. Il 16 novembre i carabinieri del Nucleo operativo ecologico effettuarono perquisizioni e sequestri  di documenti nelle sedi Tap di lecce e Roma e nel laboratorio di analisi “SGS Italia spa” di Villafranca Padovana, in cui sono state effettuate le analisi delle acque di falda sotto il cantiere di San Basilio.

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