“Ecco i cinque carabinieri che mi aiutarono a nascondere le armi”: l’ex giudice De Benedictis svela i nomi

E’ stato l’ex giudice barese a mettere i magistrati della Procura di Lecce sulle tracce dei militari che qualche anno fa lo avrebbero aiutato a effettuare un trasporto di armi illegalmente detenute da un magazzino di una masseria ad Andria  nella quale oltre 200 pezzi sono stati scoperti e sequestrati il 29 aprile dello scorso anno – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Adesso vi dico i nomi dei cinque carabinieri, così mi ripulisco la coscienza del tutto“: è stato l’ex giudice barese Giuseppe De Benedictis a mettere i magistrati della Procura di Lecce sulle tracce dei militari che qualche anno fa lo avrebbero aiutato a effettuare un trasporto di armi illegalmente detenute da un magazzino di una masseria ad Andria, in località Borduito, nella quale oltre 200 pezzi sono stati scoperti e sequestrati il 29 aprile dello scorso anno.

Le rivelazioni, in realtà, sono state effettuate nell’interrogatorio tenuto dalla giudice salentina Giulia Proto subito dopo la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare per armi effettuata il 13 maggio 2021, quando De Benedictis era già in carcere per corruzione (reato per cui è stato recentemente condannato a move anni e otto mesi). Il verbale di quell’interrogatorio, assieme a migliaia di altre pagine dell’inchiesta salentina è stato depositato dai pm Roberta Licci e Alessandro Prontera con la richiesta di rinvio a giudizio, che riguarda anche un caporale maggiore dell’Esercito, Antonio Serafino, e l’imprenditore andriese Antonio Tannoia. Il processo a loro carico riprenderà il 28 giugno a Lecce

Proseguono intanto le indagini sul mondo dei collezionisti di armi e dei venditori, nel quale De Benedictis, Tannoia e Serafino – a quanto pare – si muovevano da protagonisti. Si cercano complicità e si valutano tante posizioni, tra cui anche quelle dei carabinieri che l’ex magistrato ha indicato come le famose “vedette”, di cui parlava con Serafino in una conversazione intercettata. All’epoca spiegava che per spostare centinaia di armi nella masseria di Tannoia aveva avuto il supporto logistico di alcuni militari. Dei quali ha fatto tre nomi: il primo è un pensionato, di cui De Benedictis era molto amico e che era stato intercettato già durante l’inchiesta per corruzione perché si trovava spesso al centro di incontri fra varie persone (soprattutto imprenditori) e il giudice, nei quali si chiedevano interventi su procedimenti giudiziari in corso. Gli altri due di cui sono stati fatti i nomi (anche se non del tutto precisi) erano invece due carabinieri in servizio nel 2021 al Reggimento Puglia e a Matera.

Proprio quello che lavorava in Basilicata nel maggio 2020 era stato intercettato mentre parlava con l’allora magistrato di una sua richiesta di trasferimento, per caldeggiare la quale aveva chiesto un intervento su un generale. Un pressing che non era stato risolutivo, tuttavia, perché l’alto ufficiale aveva fatto sapere a De Benedictis che per il suo amico era stato già deciso il trasferimento da Matera a Modugno e che la sua richiesta di andare ad Altamura avrebbe dovuto essere ancora valutata: “Mi ha detto non lo so, adesso vediamo se lo posso mandare alla centrale. Ti farò sapere… “.
Anche in altri atti dell’inchiesta compaiono evidenze che fanno capire come l’ex magistrato avesse rapporti ambivalenti con le forze dell’ordine. “Io, tanto per cominciare, ero amico di tutte le divise”, ha detto in uno dei tanti interrogatori per spiegare il suo rapporto con il carabiniere Nicola Soriano, recentemente assolto dall’accusa di avere rivelato a lui e all’avvocato Giancarlo Chiariello le dichiarazioni dei pentiti che li riguardavano. E se dalle indagini è emerso che in effetti De Benedictis ha avuto legami confidenziali con molti militari, si capisce che aveva timore di quelli che non conosceva. Soprattutto quando maneggiava e spostava le armi. Non a caso in una conversazione con Serafino, relativa agli “spari” che avrebbero fatto tra Natale e Capodanno 2020, l’ex giudice diceva: “La Finanza se ti ferma sono infami… Non tanto polizia e carabinieri, ma quelli grigi sono infami e cattivi”.

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