E i consiglieri varano la moltiplicazione delle commissioni, addio ai risparmi del decentramento

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di FRANCESCO PETRUZZELLI – bari.repubblica.it

Nati per snellire la macchina amministrativa. “Per essere più vicini alla gente e per ridurre i costi della politica” annunciavano trionfanti i sostenitori di una riforma attesa da anni a Bari, mentre i separatisti delle periferie, Carbonara e Palese, tentavano di staccarsi dalla casa madre. “Decentrare, decentrare il più possibile ai territori, ai quartieri, ai rioni come succede nelle grandi città. Come a Roma, come a Napoli! Perché anche noi saremo area metropolitana” ripetevano festanti dopo la maratona in consiglio comunale per decretarne la nascita e la composizione. Ora i Municipi a Bari rischiano di fare una grande inversione a U. Perché fatta la legge (il regolamento) trovato l’inganno. Anzi, il desiderio di cambiare le regole del gioco a distanza di appena sei mesi dall’entrata in vigore dei nuovi enti.

Si torna all’antico, come succedeva nelle vecchie nove Circoscrizioni, definite il vero “bubbone” della spesa comunale. Anche i cinque Municipi a Bari potranno istituire più volte commissioni speciali: convocare riunioni mattutine – già come avviene per le commissioni permanenti – su argomenti più svariati tentando di battere ogni tipo di record in termini di presenze e di gettoni. Insomma, i piccoli (i consiglieri municipali) seguono le orme dei fratelli più grandi (i consiglieri comunali) per mettere su non una grande famiglia, ma una fabbrica di riunioni.

L’attuale regolamento infatti prevede che ogni Municipio possa istituire una sola volta all’anno una commissione speciale di appena tre mesi, non rinnovabile. Bene, adesso potrà essere prorogata di altri tre mesi. Ma non finisce qui. I Municipi potranno anche istituire le commissioni speciali permanenti, Trasparenza e Qualità dei Servizi, le stesse che impegnano tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, i consiglieri comunali su ambiti indefiniti (già il nome stesso delle commissioni offre una varietà di temi da trattare all’infinito). Le modifiche sono state approvate dalla commissione comunale Decentramento e approderanno presto in consiglio – a Palazzo di Città – per la votazione finale. Incassato il sì dell’aula e trasferite tutte le deleghe dal Comune centrale – perché ancora oggi gli enti di quartiere vanno avanti al passo lento delle Circoscrizioni – i Municipi potranno autonomamente istituire le proprie commissioni motivandone le necessità. Il rischio di amplificare i costi della politica barese sono praticamente dietro l’angolo. Qualche esempio. Nel I Municipio, quello più grande e che raccoglie 20 consiglieri, per i primi quattro mesi di attività, dal primo settembre al 31 dicembre scorso, sono stati impegnati 85mila euro per liquidare le presenze in consiglio e nelle tre commissioni permanenti, Lavori Pubblici, Welfare e Cultura. In pratica, una media di circa 21 mila euro al mese.

Cifre che quindi aumenterebbero con l’entrata in vigore delle nuove tre commissioni speciali. Con buona pace della tanta abusata, verbalmente, spending review. Un’altra tegola si abbatte quindi sul Comune di Bari proprio nelle ore della tolleranza zero annunciata dagli uffici contro gli sprechi delle commissioni. La segreteria generale ha infatti deciso che dalle prossime settimane tutti i verbali delle commissioni saranno pubblicate online per sgomberare quindi il campo da ogni dubbio sui temi trattati e sul lavoro profuso dai consiglieri. Una soluzione richiesta più volte dal gruppo dei Cinque Stelle, ma bocciata mesi fa dall’aula con voto bipartisan, a destra come a sinistra. Della vicenda è stato informato il sindaco Antonio Decaro: “Non posso entrare nel merito delle commissioni perché i consiglieri comunali esercitano delle loro prerogative. Posso solo auspicare gesti concreti all’insegna della sobrietà”. Il presidente del consiglio comunale Pasquale Di Rella avverte: “L’impegno dei consiglieri comunali non si riduce solo alla presenza nelle sedute di consiglio e di commissione. Vi è parallelamente un’intensa attività di controllo da parte loro perché esaminano atti, delibere e chiedono informazioni agli uffici e ai dirigenti al fine di esercitare al meglio il proprio mandato e di dare delle risposte ai cittadini”.

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