di MARA CHIARELLI – bari.repubblica.it
Appartamenti, terreni e conti correnti accumulati con il traffico di sostanze stupefacenti, in particolare di hashish, ma anche grossi quantitativi di eroina. Si sarebbe arricchito così Marco Muserra, ex componente del clan Parisi (del quartiere Japigia di Bari) e diventato il capo di una organizzazione criminale che controllava lo spaccio di droga nell’hinterland barese.
I beni mobili e immobili, per centinaia di migliaia di euro, sono stati sequestrati all’uomo dagli uomini della Dia di Bari nell’ambito di una vasta operazione antidroga in Puglia, Abruzzo e Toscana. Venti persone, di cui 15 albanesi e cinque italiani tra cui Muserra (che era già ai domiciliari), sono state arrestate, in esecuzione di un ordine di custodia cautelare emesso dal gip del tribunale barese Chiara Mastrorilli. Altre 18 sono indagate.
Dalle indagini coordinate dal pm antimafia Ciro Angelillis e poi, dopo il suo trasferimento a Roma passate al collega Roberto Rossi, è emerso che la droga veniva acquistata purissima in Albania e poi trasportata ad Altamura, dove l’organizzazione si era dotata di una vera e propria centrale di produzione: nei mesi scorsi è stato sequestrato un laboratorio dove veniva trattata chimicamente per ridurne il principio attivo e poi distribuita in dosi per coprire il mercato dell’hinterland barese (Altamura e Modugno in particolare). Nel laboratorio sono stati trovati presse meccaniche, centrifughe, miscelatori e tutto il materiale per il confezionamento delle dosi.
Lo spaccio, secondo gli investigatori, avveniva con il beneplacito dei clan del capoluogo. Durante le perquisizioni condotte all’alba sono stati sequestrati 11 chili di hashish custoditi proprio da Muserra e nascosti in un pilastro di cemento. A scovarli il cane poliziotto Saphira, del Nucleo cinofili della Questura barese.