Domani l’udienza preliminare del processo d’appello per il nuovo porto di Molfetta.

Dopo oltre tre anni dalla sentenza di primo grado, pronunciata il 20 dicembre del 2019, domani 15 maggio 2023 si torna a parlare del processo sul nuovo porto di Molfetta. Il Presidente della Prima Sezione Penale della Corte di Appello di Bari, visti gli atti d’appello presentati dal Procuratore Generale della Repubblica, dal Pubblico Ministero presso il Tribunale di Trani, e da una parte civile, rappresentata dal “Comitato Bonifica Molfetta”,  ha emesso i decreti di citazione per Azzollini Antonio (ex sindaco della città di Molfetta), Balducci Vincenzo (responsabile unico del procedimento), Calderoni Giorgio (procuratore speciale della Cmc in qualità di direttore tecnico d’appalto),  Capraro Alfio (capo cantiere della Fantozzi Group Srl), Catteau Pierre (procuratore speciale della Sidra), Defendi Daniele (direttore dei lavori di dragaggio condotti dalla Sidra), Fantozzi Massimo (legale rappresentante della Fantozzi Group Srl), Grimaldi Franco (legale rappresentante dell’Idrotec Srl), Grondona Giuseppe (direttore tecnico e procuratore speciale della Spa Pietro Cidonio), Loliva Gianluca (componente dell’ufficio della direzione dei lavori con incarico di direttore operativo), Marconi Carlo Alberto (direttore tecnico e procuratore speciale della Sidra), Mazzola Osvaldo (amministratore unico della spa Cidonio),  Menchini Gianluca(presidente del cda della Molfetta Newport), Parmigiani Carlo (direttore tecnico della Cmc), Turbolente Paolo (legale rappresentante della Srl Acquatecno di Roma) e due società, FANTOZZI GROUP S.r.l. e  SOCIETA’ ITALIANA DRAGAGGI – SI.DRA.

Nel processo di primo grado tutti gli imputati furono assolti e tre delle cinque società, imputate come persone giuridiche, furono condannate per illecito amministrativo alla pena pecuniaria di 52mila euro ciascuna.

In questo processo d’appello la massima attenzione rimane sui due imputati più importanti, l’ex Senatore e Sindaco Antonio Azzollini e l’Ing. Vincenzo Balducci in qualità di Responsabile Unico del Progetto della costruzione del nuovo porto di Molfetta, che avevano rinunciato alla prescrizione.

La pubblica accusa, rappresentata dal Pubblico Ministero dott. Giovanni Lucio Vaira, aveva chiesto a conclusione del dibattimento, nel dicembre 2019, la condanna per Azzollini e Balducci a 1 anno e 6 mesi per falso ideologico in atto pubblico. Invece il Collegio giudicante, presieduto dalla dott.ssa Marina Chiddo, ritenne di assolverli entrambi per insussistenza dei fatti.  Ora il Dott. Vaira torna a chiedere la condanna di Azzollini e Balducci basando la sua accusa sulle stesse argomentazioni che aveva portato in aula nel dibattimento.

Il R.U.P. Ing. Balducci, così recitava il capo di accusa, “siccome dirigente del settore lavori pubblici dello stesso Comune e responsabile unico del procedimento, indebitamente indotto dall’Azzollini con abuso della sua qualità e dei suoi poteri operava il 6 e il 14.9.2006, in violazione dell’art. 47 del d.p.r. n. 554 del 1999, la validazione del progetto definitivo dell’opera pure di seguito indicata (validazione allegata alla delibera di G.M. n. 94 del 25.9.2006), in quella attestando falsamente una circostanza dotata di speciale capacità certificativa e pertanto fidefacente, e cioè di avere verificato, tra l’altro, l’acquisizione di tutte le approvazioni ed autorizzazioni di legge, necessarie ad assicurare la successiva cantierabilità del progetto”; attestazione falsa in quanto, come l’Azzollini e il Balducci sapevano bene, sussisteva, oltre alla mancanza delle necessarie autorizzazioni, l’inaccessibilità della zona di mare interessata per la presenza nella stessa di un notevole numero di residuati bellici che ne facevano una vera e propria discarica subacquea di ordigni (e quindi la non realizzabilità del progetto e la non eseguibilità dei lavori prima della completa bonifica dei fondali”. La stessa accusa era rivolta per la validazione del progetto esecutivo.

Il dott. Vaira non aveva dubbi: ”Questo è il problema, questo è il processo del porto di Molfetta, questo è il motivo per il quale abbiamo mandato in fumo milioni di euro di soldi pubblici. Io ho capito che Azzollini era impaziente, che è decisionista, che voleva accelerare, che faceva affidamento anche sul suo ruolo, giustamente, sul suo potere. Verrebbe, sottolineo il condizionale, da parlare di delirio di onnipotenza, ma non uso questa espressione perché mal si attaglia al Senatore Azzollini, che invece è una persona estremamente lucida, abile, esperta“.

E poi ancora: “Se il Comune avesse aspettato di finire la bonifica prima di validare il progetto definitivo, di fare la gara e di consegnare i lavori, a quest’ora non avremmo questi problemi. Io credo che a quest’ora il porto sarebbe realizzato, non avremmo buttato i soldi pubblici, soprattutto quelli utilizzati per pagare la transazione, e non saremmo qui a discutere questo processo“. Altri passaggi delle conclusioni del P.M. Vaira riguardavano le confessioni di Balducci già durante il suo interrogatorio di garanzia. 

L’Ingegner Balducci, peraltro, alle pagine 50 e seguenti del suo interrogatorio di garanzia, ha ben spiegato come, e in che contesto, e con quali pressioni è avvenuta la validazione del progetto esecutivo, una validazione potremmo dire frettolosa. Balducci dice: io correggevo a penna, abbiamo dovuto fare in fretta e furia e anche in modo superficiale, lo dice in più punti. Una validazione frettolosa e superficiale imposta da Azzollini che aveva una ragione per imporre queste tappe forzate, perché intendeva deliberare la validazione nell’ultima giunta utile, del 12 febbraio 2008, prima che l’amministrazione comunale e sindaco si dimettessero. Quindi doveva arrivare il Commissario e quella era l’ultima giunta ed è stata imposta la validazione in tempo utile affinché la giunta poi l’approvasse“.

“Sia chiaro – continuava il dott. Vaira –  io di tutto questo non mi scandalizzo, né faccio ad Azzollini una colpa per essere stato un uomo di potere, con un ruolo di potere. E nemmeno gli faccio una colpa per aver usato il suo potere anche nella vicenda del porto di Molfetta, quando questo potere era funzionale al raggiungimento di obiettivi di interesse pubblico, e segnatamente dell’obiettivo di portare a termine la costruzione del porto. Il potere però, a volte, è insofferente ai limiti. Per questo ritengo che spesso questo potere sia stato usato per forzature istituzionali, per forzare le regole, per agire in modo più spedito verso l’obiettivo agognato, anche a prezzo di commettere talvolta irregolarità amministrative o addirittura penali“.

 “Se rileggiamo i verbali delle udienze, abbiamo parlato di bombe per ore ed ore, proprio perché le bombe, gli ordigni, sono davvero il clou del problema. Leggiamo dunque il capo B, nel quale si contesta la validazione del progetto definitivo, in violazione di due norme di legge. Il progetto definitivo è stato validato dall’Ingegner Balducci e dal suo collaboratore geometra De Pinto, la cui posizione però è prescritta. Ovviamente di questa accusa risponde anche il Senatore Azzollini, in sostanziale qualità di istigatore. Anticipando l’argomento, su cui si può andare spediti, non c’è nessun problema nell’addebitare questa condotta all’imputato Azzollini, nonostante la validazione che si assume falsa non rechi la sua firma. Azzollini nel suo esame non si è certo nascosto dietro un dito, ha rivendicato il suo ruolo di dominus dell’appalto, presente e incidente su tutte le fasi salienti della procedura. Peraltro, questo ruolo del Senatore appare ovunque in questo processo, fin dall’interrogatorio di garanzia dell’Ingegner Balducci. Quindi se questo reato c’è stato, è ovvio e certo che l’Azzollini ne risponda, e su questo credo sia d’accordo persino lui”.

Questi erano alcuni e brevissimi passaggi dell’intervento della pubblica accusa, che non convinsero la dott.ssa Marina Chiddo e il suo Collegio giudicante. Vedremo cosa ne penserà il nuovo Collegio giudicante. Sarà interessante conoscere anche le argomentazione che la Procura Generale della Repubblica utilizzerà per sostenere la riforma della sentenza di primo grado che ha visto assolti gli stessi Azzollini e Balducci per i reati riguardanti il pagamento della transazione di € 7.800.000 in favore dell’ATI (C.M.C. – S.I.DRA – CIDONIO) che costituisce danno ingiusto per il comune di Molfetta, in quanto trattasi di un maggior onere corrisposto a titolo di risarcimento. Invece il “ Comitato Bonifica Molfetta” sosterrà in appello le tesi per cui la “cassa di colmata”, creata nelle acque antistanti la Basilica della M.dei Martiri, sia stata utilizzata illecitamente per la raccolta e lo smaltimento di quanto residuava al dragaggio degli ordigni bellici, unitamente ai fanghi e alle rocce raccolti sul fondale marino, rendendola così una vera e propria discarica abusiva di rifiuti pericolosi. Nei prossimi mesi sicuramente avremo modo di approfondire le fasi di questo nuovo processo, mentre nel nuovo porto di Molfetta continuano i ritrovamenti di ordigni bellici.

fonte: Matteo d’Ingeo – dal mensile cartaceo – “L’altra Molfetta” – Aprile 2023

aggiornamento del 16.05.2023

La prossima udienza è stata fissata al prossimo 29 settembre 2023 – 4 dicembre

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