Dall’ospedale in Fiera alla mazzetta da 10mila euro: chi è il dirigente della Protezione civile arrestato in Puglia

Antonio Mario Lerario era al vertice della Protezione civile regionale

I Finanzieri lo hanno arrestato per strada a Bari mentre riceveva i soldi da un imprenditore. Il suo nome è già finito nell’inchiesta sull’ospedale in Fiera. Emiliano: “Sconcerto e amarezza”. Lopane designato al suo posto – fonte: bari.repubblica.it

Lo hanno sorpreso dopo che un imprenditore edile gli aveva consegnato 10mila euro all’interno della sua automobile in una strada di Bari. Un “pensiero per Natale” sospetta la Guardia di finanza. Una tangente portata da una persona che sarebbe stata agevolata nell’ottenere appalti della Protezione civile regionale. Da ieri è in carcere con l’accusa di corruzione Mario Lerario, uomo di fiducia del governatore Michele Emiliano, che lo ha voluto a capo della Protezione civile negli anni durissimi dell’emergenza Covid, dopo avergli in precedenza affidato la sezione Strategia e governo dell’offerta.

Il presidente della Regione, subito dopo “aver appreso con sconcerto e amarezza la notizia del suo arresto”, ha convocato la giunta per revocare gli incarichi e sostituire Lerario: al suo posto è stato designato Nicola Lopane, già dirigente regionale della sezione Raccordo e controlli al sistema regionale.

L’arresto di Lerario è stato effettuato in flagranza dagli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria del colonnello Luca Cioffi, che si sono presentati a un appuntamento tra Lerario e l’imprenditore. I loro rapporti erano da tempo finiti sotto i riflettori, nell’ambito di inchieste incrociate sulla Protezione civile. L’operazione è stata coordinata dal procuratore Roberto Rossi e dall’aggiunto Alessio Coccioli, nelle prossime ore il gip dovrà convalidare l’arresto e disporre l’eventuale misura cautelare.

Il personaggio

Negli anni di lotta al Covid da semplice dirigente regionale che era, Lerario è diventato uno degli uomini di più stretta fiducia di Emiliano, che gli ha affidato compiti importanti. Prima l’incarico di andare ad acquistare mascherine e altri dispositivi di protezione in Cina, poi la costruzione di una fabbrica di dpi nella zona industriale. È stato quello il primo dei progetti contestati duramente dalle opposizioni, che subito dopo hanno aperto il capitolo dell’ospedale alla Fiera del Levante.

Il ruolo di Lerario, nel frattempo però, è diventato ancora più evidente, tanto che è stato proprio lui a presiedere la commissione che di recente ha indicato i nomi degli idonei alla nomina di direttori generali delle aziende sanitarie dell’intera regione. Al punto tale che, pochi giorni fa, il suo nome era fra i candidati a sostituire Vitangelo Dattoli (agli arresti domiciliari dal 13 dicembre nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Foggia su presunti accordi per dirottare appalti sanitari) alla guida ddegli Ospedali Riuniti di Foggia.

Appalti truccati a Foggia, revocati gli arresti per tre indagati. Ma Dattoli resta ai domiciliari

Ora al caso di Dattoli e a quello del manager Pietro Quinto – designato dal presidente della Regione alla guida dell’Azienda Prevenzione e condannato dal tribunale di Matera a 2 anni e sei mesi nell’inchiesta sulla sanitopoli lucana – si aggiunge quest’altro brutto colpo per i vertici regionali.

Le indagini

Sono almeno due quelle che hanno incrociato il nome di Mario Lerario e gli appalti della Protezione civile. Quella già nota riguarda la costruzione dell’ospedale Covid alla Fiera del Levante da parte dell’associazione Cobar-Itam Oxygen, con l’ormai famosa lievitazione dei costi dagli 8 milioni inizialmente preventivati ai 17,5 finali. A sovrintendere all’appalto era stato proprio Lerario e lui a spiegare – durante la cerimonia di inaugurazione – che i costi aggiuntivi erano stati determinati da cinque ordini di servizio, che portavano proprio la sua firma. Tutta la documentazione dell’appalto era stata acquisita dalla finanza, che dalla primavera ad oggi l’ha studiata minuziosamente.

Nel corso dell’inchiesta – coordinata dal pm Federico Perrone Capano insieme all’aggiunto Alessio Coccioli – sono state ascoltate numerose persone informate sui fatti, a partire dagli uomini di vertice del Policlinico di Bari, a cui è stata affidata la gestione dell’ospedale. Prima Vitangelo Dattoli (direttore dimissionario degli Ospedali Riuniti di Foggia, ora agli arresti domiciliari), che quando l’appalto della Fiera lievitò inspiegabilmente era commissario del Policlinico barese. E poi Giovanni Migliore, l’attuale direttore dell’azienda universitaria, che non ha partecipato alla fase di realizzazione dell’ospedale in Fiera ma alla sua attivazione. Senza dimenticare l’ingegnere della Regione Antonio Mercurio, che della struttura aveva redatto il progetto.

Altri appalti

Non solo quello della Fiera è finito al centro delle indagini della finanza. Gli accertamenti hanno riguardato anche una gara per l’acquisto di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale, che potrebbe essere stata truccata per favorire un imprenditore amico. Probabilmente lo stesso che ha consegnato a Lerario quella che per i finanzieri aveva tutta l’aria di una mazzetta di Natale.

Indagine sull’ospedale Covid di Bari: scattano le perquisizioni, i nomi degli indagati – bari.repubblica.it

La Guardia di Finanza di Bari ha eseguito questa mattina, venerdì 24 dicembre,  perquisizioni nei confronti di sette persone, tra i quali imprenditori e il funzionario della Regione Puglia Antonio Mercurio, indagate in concorso con l’ormai ex dirigente della Protezione civile regionale Mario Lerario, arrestato ieri, per i reati a vario titolo contestati di corruzione, turbativa d’asta e falso.

L’indagine della Procura di Bari, coordinata dal procuratore Roberto Rossi con l’aggiunto Alessio Coccioli, riguarda la realizzazione e l’allestimento della struttura per le maxi emergenze Covid, realizzata circa un anno fa nella Fiera del Levante di Bari.

Le perquisizioni sono state eseguite dalla Guardia di finanza di Bari, su disposizione della Procura, nei confronti di Francesco Girardi di Acquaviva delle Fonti, Antonio Illuzzi di Giovinazzo, Luca Ciro Giovanni Leccese di Foggia, Donato Mottola di Noci, Domenico Tancredi di Altamura, Sigismondo Zema di Bari, tutti imprenditori e tecnici accusati di corruzione e turbativa d’asta. Perquisito anche il funzionario regionale Antonio Mercurio di Grumo Appula, responsabile unico del procedimento per la realizzazione dell’ospedale Covid nella Fiera di Bari, indagato per turbativa d’asta e falso.

I sette destinatari delle odierne perquisizioni sono tutti indagati di presunti episodi corruttivi in concorso con Mario Antonio Lerario, in carcere da ieri per corruzione, arrestato in flagranza dopo aver intascato una presunta tangente da 10 mila euro da uno degli imprenditori.
L’inchiesta sull’ospedale riguarda la procedura di affidamento dei lavori e i costi di realizzazione, stimati inizialmente in circa 9 milioni di euro, poi lievitati a oltre 17 milioni. L’ospedale, la cui gestione è affidata al Policlinico di Bari, è stato realizzato un anno fa in 45 giorni all’interno di tre padiglioni della Fiera del Levante, requisiti nel novembre 2020 dalla Prefettura per accelerare l’iter, e contiene 152 posti di terapia intensiva e sub-intensiva Covid.
Nell’ambito di questa inchiesta Lerario era sottoposto da tempo a intercettazioni ambientali audio-video anche nella sua auto ed è così che, ieri, i finanzieri hanno scoperto la consegna di una busta col denaro, che ha poi portato al suo arresto.

 

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