Accade di sabato pomeriggio, l’ultimo sabato di maggio ma il primo assolato con molta gente a prendere il sole sulla massicciata a mare di Cala Sant’Andrea. Arrivano con il motore acceso a pochi metri dalla riva, bevono e fumano, devono mostrarsi e poi si tuffano. Non sono i soliti benestanti che devono fare sfoggio della loro povera ricchezza, non sono adulti in cerca di avventura, no, nulla di tutto questo. Sono probabilmente l’immagine opaca e promettente della possibile nuova “classe dirigente” della criminalità molfettese? A Molfetta si passa facilmente dalla stagione della baby-gang dei piccoli furti, scippi, rapine, vendita abusiva di ortofrutta, all’ostentazione del piccolo fuoribordo. Ma i genitori sono a conoscenza della seconda vita dei loro figli, o sono complici? Il denaro per comprare le bibite, le sigarette, il gasolio e l’imbarcazione stessa, da quale attività lavorativa provengono?
Poco prima dell’arrivo di questa “allegra comitiva” la zona era stata visitata da quattro acquascooter guidati da giovinastri (anche in coppia per ogni mezzo) che si sono esibiti in pericolosi giochi d’acqua a pochi metri dalla riva, e dai bagnanti, mettendo a rischio la loro e altrui incolumità.
Ci chiediamo chi deve controllare queste preoccupanti presenze, e far rispettare le ordinanze della Capitaneria di Porto di Molfetta? La risposta è scontata, ma le altre Forze dell’Ordine devono fare la loro parte con altre indagini parallele.