Criminalità, ce n’è troppa o poca?

Molfetta città a criminalità zero oppure città dalla sicurezza pubblica precaria? Su questo dilemma si registra una inedita polemica tra il movimento Liberatorio Politico di Matteo d’Ingeo e l’associazione provinciale Antiracket guidata da Renato de Scisciolo.
Per l’associazione che affianca gli imprenditori pugliesi nella battaglia contro il pizzo, Molfetta è una città sostanzialmente tranquilla sotto il profilo della sicurezza nelle strade. Lo confermerebbero i dati ufficiali sui reati che avvengono a Molfetta rapportati a quelli di altre città: da queste parti sono fortunatamente rari gli omicidi, mentre gli altri reati risulterebbero entro parametri fisiologici.
Concetti ribaditi recentemente durante un convegno – intitolato “Mafia in Puglia” – che il presidente dell’associazione provinciale Antiracket Antimafia ha tenuto insieme con il console generale di Germania a Napoli, Christian Much. L’immagine di Molfetta che è emersa dall’incontro è quella di una città immune dalla presenza della grandi organizzazioni criminali. Anche i copiosi investimenti nella zona artigianale e nella zona industriale, con gruppi imprenditoriali provenienti da fuori regione, sarebbero una conferma di quanto il territorio molfettese sia allettante per il mondo delle imprese.
Tesi rigettata dal Liberatorio Politico che della battaglia per la legalità fa da sempre una propria bandiera. “Noi non sappiamo dove vive il sig. De Scisciolo e che conoscenza abbia della situazione delinquenziale e criminale molfettese, noi invece viviamo a Molfetta e ne siamo a conoscenza. Molti di noi – si legge ancora sul blog del Liberatorio – hanno vissuto in ‘prima linea’ negli anni ’90 e sanno cosa è accaduto in città grazie alla sottovalutazione dei fenomeni di micro e macrocriminalità, non solo da parte di certa parte politica, ma anche delle forze dell’ordine che ritenevano, allora, la situazione molfettese non allarmante rispetto a tanti altri comuni della provincia di Bari”.
Insomma, per D’Ingeo la realtà è che Molfetta sta attraversando “un momento di grande degrado morale e civile dove trovano terreno fertile micro e macro-criminalità”.
Intanto, resta un invito rivolto all’Associazione Antiracket Provinciale “ad occuparsi della realtà molfettese organizzando conferenze pubbliche in orari più consoni alla partecipazione dei cittadini in modo che ci si possa confrontare pubblicamente sui temi della criminalità locale”.
 
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Una piccola nota a margine di questo articolo senza firma apparso su Barisera del 27 ottobre 2010. Ci sembra imprecisa e fuorviante l’informazione data a proposito della situazione molfettese e in particolare di un fantomatico  “convegno – intitolato “Mafia in Puglia” – che il presidente dell’associazione provinciale Antiracket Antimafia ha tenuto insieme con il console generale di Germania a Napoli, Christian Much“. Si tratta invece di un incontro svolto alle 14.30 del pomeriggio, a porte chiuse e riservato alla stampa. Le poche informazioni conosciute sono state portate fuori da qualche giornalista affamato, vista l’ora. Non c’è mai stato un manifesto cittadino o qualsivoglia invito che favoriva la partecipazione dei cittadini. Del resto l’associazione Antiracket molfettese e provinciale ci ha abituati a questo tipo di iniziative. Evidentemente l’attività principale della stessa è quella di costituirsi parte civile nei vari processi di usura sparsi un po’ ovunque in provincia e in regione forse per dar lavoro agli avvocati che ne fanno parte. Per il resto l’attività dell’associazione è sconosciuta ai cittadini e nè si conoscono iniziative di denuncia e proposte per la crescita della cultura della legalità.

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