Concerti con “utilizzatori finali”

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Il concerto dei Gotan Project si è fatto e dal punto di vista artistico il risultato è stato lusighiero; noi oggi vogliamo offrire ai cittadini alcune riflessioni che non hanno attinenza con l’arte e la cultura. Partiremo dai comunicati stampa che sono apparsi sui nostri network locali nei giorni precedenti all’evento musicale.

“Siamo convinti che gli spettatori renderanno merito allo sforzo organizzativo messo in atto per organizzare questo prestigioso appuntamento”, dichiarava Pietro Centrone, presidente della Fondazione Valente che assieme all’amministrazione Comunale di Molfetta ha organizzato il cartellone di “Luci e Suoni a Levante”. La zona dell’area portuale dove si svolgerà il concerto verrà ovviamente interdetta alla circolazione mentre via Dante e via San Domenico resteranno aperte anche se il Comando di Polizia Municipale fa sapere che si prevedono tempi di percorrenza aumentati. Per questo motivo l’invito degli organizzatori è quello di “raggiungere a piedi il luogo del concerto parcheggiando i veicoli nella zona di Ponente per chi proviene dalla direzione Foggia e nella zona del lungomare per chi arriva da Bari“.
«Uno degli obiettivi della Fondazione Valente– ha spiegato a tal proposito Pietro Centrone – è di valorizzare il territorio attraverso la musica e la cultura in generale. Riuscire a portare in città artisti di fama internazionale è per noi motivo d’orgoglio anche in considerazione della possibilità di mostrare agli osservatori esterni le bellezze e le potenzialità turistiche di Molfetta». 

Il palco che ospiterà i Gotan Project verrà allestito in modo tale da avere “sullo sfondo una scenografia di incantevole bellezza: la banchina peschereccia del porto e le inconfondibili sagome del Duomo Vecchio e di Palazzo Dogana”.

Dobbiamo contraddire subito il dott. Centrone perchè il palco è stato allestito dalla parte opposta. Forse “gli organizzatori” hanno voluto evitare di mostrare un Duomo abbruttito dalla costruzione di un torrino privato sul tetto adiacente ad una delle sue cupole (e dire che un componente della famiglia che ha costruito il torrino era fino a qualche giorno fa un membro importante della Fondazione Valente).
Ma il palco, in compenso, offriva sullo sfondo un altro “monumento” importante di questa città, la nuova foresteria della Capitaneria di Porto, prima voluta dal sindaco e dalla sua maggioranza e poi declassata a “Punta Perotti molfettese” dagli stessi.

Ma il dott. Centrone ha disatteso anche l’invito degli organizzatori “di raggiungere a piedi il luogo del concerto parcheggiando i veicoli nella zona di Ponente per chi proviene dalla direzione Foggia e nella zona del lungomare per chi arriva da Bari”.

divieto di s. Gotan 29072010Lui, consiglieri comunali e tanti altri ospiti illustri hanno parcheggiato la loro auto sulla Banchina san Domenico, zona interdetta al traffico e parcheggio (dal monumento al marinaio fino alla gelateria Lena) sin dalle 8.00 del mattino fino alle 2.,00 del 29 luglio. E’ accaduto quindi che i turisti o cittadini sono rimasti imbottigliati nel traffico e rispediti dai vigili in periferia per trovare un parcheggio, mentre i nostri cari “organizzatori”, politici, giornalisti e autorità varie con a seguito mogli o famiglia, esibendo un pass, predisposto dall’amministrazione, potevano tranquillamente parcheggiare a due passi dal palco.

Auto Centronee altri 29072010Ci siamo subito chiesti chi fossero questi “organizzatori” tanto potenti da fare i padroni di casa, perché leggendo la delibera di G.C. n. 194Approvazione proposta della Bass Culture per l’esibizione del gruppo “Gotan Project”. Impegno di spesa € 12.000,00. –  con cui è stata patrocinata la manifestazione e che è stata affissa all’albo pretorio solo qualche ora prima del concerto, non abbiamo trovato traccia della “Fondazione Valente”.
Scorrendo il documento della Giunta leggerete che “ la Bass Culture srl,  ha avanzato proposta di spettacolo e richiesta di contributo, per il sostegno economico delle spese da sostenersi per realizzare in Molfetta, Banchina San Domenico in data giovedì 29 luglio 2010, con nota pervenuta al Municipio di Molfetta il 15.07.2010 e registrata al prot. n. 41470.
Anche in questo caso, così come avevamo detto per gli organizzatori del ”BEER MUSIC FESTIVAL” deve trattarsi di gente ben raccomandata se riesce ad ottenere una delibera in soli 14 giorni dalla richiesta. Non crediamo che a Molfetta ci sia un privato cittadino o responsabile di associazione che abbia avuto dal Sindaco o dagli uffici comunali una risposta o contributo in un tempo così breve. Siamo pertanto indignati per questo trattamento riservato solo agli amici degli amici, ma ciò che ci ha veramente sconvolto è il seguito riportato in delibera quando si dice di  “… Approvare l’impegno di spesa comprensiva di IVA al 20% di €. 12.000/00, sul cap.22382 epigrafato “Contributi per attività culturali” del bilancio 2010, quale contribuzione della Civica Amministrazione relativa alla suddetta iniziativa.
Prevedere, senza ulteriori formalità, la liquidazione della fattura n. 42 del 14 luglio 2010 di € 12.000,00 IVA compresa  a mezzo assegno circolare da emettere entro il 29 luglio 2010 in favore della Bass Culture.”
Questi signori hanno emesso la fattura il giorno prima di presentare la richiesta della manifestazione e sono stati pagati dal Comune prima di svolgere il concerto.
Ma il mondo associativo culturale cittadino e i partiti d’opposizione rimangono indifferenti difronte a tali privilegi?
Perché il dott. Pietro Centrone si accompagna a suo cognato, il sindaco Azzollini, nelle conferenze stampa per presentare il cartellone degli spettacoli estivi e rassegne musicali, interviene con i comunicati stampa e poi rimane in ombra e non compare più nelle delibere di certi concerti? Abbiamo fatto bene a pensare l’anno scorso a lui come una sorta di “assessore ombra” di suo cognato? A dire il vero ha telefonato al coordinatore del Liberatorio dopo il nostro comunicato perché era risentito per il titolo che gli avevamo attribuito e per la parentela sottolineata. La parentela purtroppo non si può cancellare, mentre per il titolo di “assessore ombra” non ci sembra un demerito, anzi per fortuna che c’è.
Entrambe le qualifiche, però, non vorremmo che diventassero il pass-partout di accesso alla stanza dei bottoni e che la “Fondazione Valente” rappresentasse la garanzia del business  della cultura a Molfetta.
E’ come se Centrone, con la Fondazione Valente, fosse il primo prestanome e garante delle manifestazioni, le varie agenzie di spettacolo più o meno conosciute in Italia fossero il secondo livello di garanzia e il terzo livello, quello sconosciuto, potrebbero essere quello che noi definiremmo degli  “utilizzatori finali”.
Sarebbe interessante conoscere la distinta delle spese comprese nella fattura finale che  gli organizzatori (quali?) presentano; ci piacerebbe conoscere per esempio chi gestisce i servizi di amplificazione, i palchi, il trasporto, il servizio d’ordine, ecc, ecc.
Non abbiamo ancora dimenticato di aver visto tra gli addetti al servizio d’ordine del concerto dei POOH dell’agosto 2009 il sig. Cristoforo Brattoli.
Insomma è arrivato il momento di chiarire molte cose e prima del concerto di Mario Biondi che si terrà il 5 agosto nella stessa location del concerto dei Gotan Project., poniamo al sindaco questi dieci quesiti:

1) Chi ha organizzato realmente il Concerto dei Gotan Project e quello di Mario Biondi? Il Comune di Molfetta? Pietro Centrone? La Futuradriatica s.r.l.? La Delta Concerti s.r.l.? La Fondazione Valente? La Bass Culture srl ?
 
2) Quanto costa il concerto dei Gotan Project e quello di Mario Biondi: cioè quanto sono pagati gli artisti ? E quanto costa l’allestimento dei concerti?
 
3) E’ vero che l’occupazione del suolo è stato concesso dal Comune gratuitamente? E se è vero per quale motivo?
 
4)L’autorizzazione concessa per lo spettacolo dei Gotan Project quante presenze prevedeva nello spazio transennato? E’ vero che erano presenti circa quattromila persone?
 
5) Quanti biglietti sono stati dichiarati alla S.I.A.E.?
 
6) Quanti biglietti sono stati venduti e a quale prezzo?  Quanti biglietti sono stati venduti per posti a “stare in piedi”?;
 
7) In cambio dei 12.000,00 euro, il Comune quanti biglietti ha ricevuto in omaggio? Come sono stati selezionati i cittadini destinatari dei biglietti omaggio?
 
8) E’ vero che consiglieri comunali, dirigenti, assessori e autorità hanno ricevuto biglietti omaggio con il pass che permetteva loro di parcheggiare dove era stato vietato il transito e il parcheggio ai comuni cittadini?
 
9) E’ vero che esiste un regolamento comunale che detta norme sui requisiti dei beneficiari e sulle modalità di concessione di tali contributi e nel caso di questi concerti è stato applicato?
 
10) Chi ha rilasciato la certificazione idonea a ritenere lo spazio utilizzato, per il concerto dei Gotan Project  e da utilizzare per Mario Biondi, rispondente a tutti i requisiti di sicurezza, dal momento che una volta transennato e chiuso non presenta vie di fuga se non in mare?
 
Inoltre pensiamo sia doveroso, da parte degli organizzatori, laddove si riesca ad individuarli, permettere ai tanti cittadini che non possono pagare neanche il biglietto più popolare di assistere in piedi dietro le transenne o di prevedere uno schermo gigante delocalizzato. I soldi che il Comune utilizza sono pur sempre dei contribuenti.

4 Risposte a “Concerti con “utilizzatori finali””

  1. Matteo D'Ingeo sei invidioso perchè non hai avuto i biglietti da Pietro Centrone e dal sindaco Antonio Azzollini?

  2. gli idioti sono sempre in agguato… ma hai capito di che stiamo parlando? Tu pensi che il Liberatorio scriva tutta sta roba solo perchè il suo coordinatore non ha ricevuto due biglietti per il (i) concerti?
    stiamo parlando di un sistema losco e clentelare che va abbattuto… e poi 
    conosco matteo da una vita e ricordo anche che quando era consigliere comunale ha rispedito in busta al suo sindaco Guglielmo Minervini gli inviti per i concerti e l'abbonamento per la molfetta sportiva. Cosa che ancora oggi i consiglieri ricevono di maggioranza e di opposizione.
    Riflettiamo un po' di più prima di scrivere cazzate e diamoci una mossa prima che la "famiglia" si8 prenda tutta la città….

    Marco G.

  3. Come il suo padrone anche azzollini compra tutto e tutti…anche il cognato che tempo fa' era il leader di Unione di Centro…ma una cosa non potra' mai comprare la stima e la dignita'…

  4. A me non sembra nemmeno così importante se Matteo D'Ingeo abbia avuto dei biglietti omaggio o meno. Perlomeno non mi sembra la prima cosa della quale preoccuparmi. Come dice lui stesso nel post, i biglietti omaggio vengono distribuiti dal Comune secondo alcuni criteri, finché questi criteri sono chiari e rispettati possiamo criticarne le modalità o il fatto che queste non siano ben definite, non coloro che questi biglietti li ricevono. Non so, non mi sembra il primo problema.

    Quanto all'orientamento del palco, a me sembra che in questo modo invece sia meglio fruibile dal flusso di gente che accede alla platea avendo tutto il borgo davanti e non la strettoia tra la nuova capitaneria e quel bar ad angolo. Ad ogni modo penso siano decisioni affidate a persone incaricate della sicurezza e (spero) non al gusto paesaggistico dell'assessore.

    A mio parere restano importanti le questioni sollevate dal Liberatorio sulla necessità di trasparenza con la quale dovrebbe muoversi ogni atto pubblico, posso capire che pur di ottenere la presenza di certi artisti ci possano essere dei compromessi con le organizzazioni ma finché le cose restano legali non vedo motivo per nasconderle.

    Un aspetto che vorrei invece sollevare è quello relativo al guadagno di immagine che Molfetta ne ricava o meno.
    Mi sembra innegabile che legare il nome della nostra città ad eventi di questo tipo sia motivo di prestigio. Penso che, perlomeno sulla carta, Molfetta venga percepita come al centro di eventi culturali significativi. Bene, ma cosa fa esattamente la città ed il Comune per accogliere il pubblico, verosimilmente altrettanto ricercato, che arriva in città per queste occasioni? Cosa fa, soprattutto, per non deludere le aspettative?

    Nella “magica cornice dell’antico borgo”, perlomeno quella sera, c’era dentro la puzza degli scarti di pesce che forse bastava poco pulire prima dell’evento, i ruderi di quella costruzione di fianco al mercato ittico, le ormai perenni giostre ed un paio di venditori di panini e giocattoli che non mi sembravano un esempio di bellezza e di decoro. Di magico, da molfettese, ho visto solo l’assenza delle bancarelle di cinture da uomo e cerchioni di auto che non capisco in quale disegno per il guadagno di immagine della città si collochino.

    Con quale ricordo di Molfetta sono tornati a casa coloro che per un concerto di questo tipo sono venuti in città per la prima volta? Quanti di questi hanno percepito una accoglienza tale da spingerli a tornare?

    Perdonate la lunghezza del commento, Massimo.

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