Caso Marconi, parla il questore De Iesu: «Escludo infiltrazioni della criminalità»

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di Francesco Strippoli – corrieredelmezzogiorno.corriere.it

Non esiste alcun elemento per considerare che i soggetti esterni, intrufolatisi nelle scuole occupate dagli studenti, possano far capo alla criminalità. Sono rassicuranti le parole del questore di Bari Antonio De Iesu.
Cosa si sa delle infiltrazioni nell’istituto Marconi?
«La dirigente scolastica (Anna Grazia De Marzo, ndr) ci ha riferito dell’infiltrazione, nella sua scuola occupata, di elementi esterni all’istituto. E ci ha informati del presumibile furto di biciclette e altro materiale».

La Questura come si è comportata?
«Personale della Digos, non in divisa e con molta delicatezza, è entrato nell’istituto. A quel punto c’è stato un fuggi fuggi generale, anche di studenti del confinante istituto Santarella. I ragazzi sono stati identificati e denunciati per interruzione di pubblico servizio. Spetta ai responsabili delle due scuole fare l’inventario e denunciare l’eventuale assenza di materiale».
Cosa si sa dei soggetti esterni entrati al Marconi?
«Come sempre capita in queste occasioni, non escludiamo che si sia trattato di giovani provenienti da altre scuole occupate. Ma non abbiamo elementi per poterlo affermare con certezza».
Si può trattare di elementi affiliati alla criminalità?
«Non è plausibile. Cosa c’entrerebbe la criminalità? Non vi sono elementi per pensarlo. Del resto, per quale motivo elementi della criminalità entrerebbero in una scuola occupata? Per portar via qualche bicicletta? Escludiamo un’ipotesi del genere».
Cosa si sente di raccomandare agli studenti che occupano le scuole?
«Suggerisco di valutare con molta ponderazione le loro attività. Essere identificati dalla Digos è un’esperienza di cui resta sempre una traccia negli archivi. E questo potrebbe nuocere nel caso qualcuno di quei ragazzi volesse intraprendere un qualche concorso pubblico. Aggiungo un altro suggerimento».
Quale?
«Chiedere al dirigente scolastico uno spazio autogestito, oppure allestire un gazebo o anche organizzare un corteo. Esprimere dissenso, anche verso provvedimenti governativi, è non solo legittimo ma pure garantito dalla Costituzione. Mettere la catena ad un cancello e sbarrare l’ingresso della scuola è un altro discorso».
Che conseguenze ci potrebbero essere?
«Impedire l’accesso a scuola è contro le norme. I ragazzi che ne fossero responsabili potrebbero risponderne davanti al giudice: manifestare è legittimo, chiudere la scuola con un catenaccio è reato».

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