Caso De Benedictis, cocaina agli avvocati: l’ex gip sapeva delle rivelazioni dei pentiti su di lui

Il magistrato originario di Molfetta era al corrente dell’inchiesta che l’avrebbe travolto e sui legali “a libro paga dei clan” – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

“Che io mi faccia pagare dalla droga non è possibile…”. Diceva così l’ex giudice Giuseppe De Benedictis il 20 gennaio scorso al carabiniere (richiesta del diritto all’oblio), il quale lo informava che un collaboratore di giustizia aveva riferito ai pm che le parcelle di alcuni avvocati sarebbero state pagate anche con partite di droga.

Sapeva tutto per filo e per segno, l’allora gip, di quello che i pentiti Domenico Milella e Michele Oreste avevano detto alla Dda di Bari. E lo sapeva anche Giancarlo Chiariello. Anzi, per la Procura di Lecce il giudice e l’avvocato avrebbero addirittura ricevuto da un carabiniere una copia cartacea del verbale di Oreste.

Negli atti depositati a corredo dell’ordinanza di custodia cautelare che il 24 aprile ha portato De Benedictis e Chiariello in carcere (il penalista è ora ai domiciliari) e poi con la conclusione indagini si intrecciano una serie di vicende complicate, che raccontano da un lato le fughe di notizie sulle indagini in corso a Bari e dall’altro i rapporti fra avvocati e alcuni esponenti dei clan baresi, che in alcune circostanze potrebbero essere sfociati in veri e propri reati.

Il condizionale, al momento, è d’obbligo. Perché le dichiarazioni dei pentiti non vengono mai prese per oro colato e perché sul punto sono in corso delicate indagini. Ma quel che è certo è che De Benedictis sapeva bene cosa stavano raccontando i collaboratori e anche come si stava muovendo l’Antimafia di Bari.

Lo dimostrano le intercettazioni effettuate nel suo ufficio mentre parlava con un carabiniere. Il 20 gennaio era proprio il carabiniere ad andare dal magistrato: “Ti devo dire una cosa, però lasciamo il telefono“. Il 25 l’appuntato tornava: “Stanno appresso a noi, per le dichiarazioni dei pentiti“. E De Benedictis commentava: “Sono dieci anni che vanno attorno attorno“, dimostrando di essere al corrente che nel 2012 e nel 2013 Matteo Tulimiero e Vito De Felice avevano detto che prendeva soldi per le scarcerazioni.

Il carabiniere spiegava che si trattava di pentiti nuovi. E il gip: “Addirittura, sul registro paga...”, alludendo al fatto che Oreste aveva affermato che ci fossero penalisti a libro paga dei clan. Poi sulla cocaina: “Che io mi faccio pagare dalla droga non è possibile“. Sull’argomento i due tornavano il 26 gennaio: “Buquicchio lo tiene il procedimento. Ma chi è questo che dice questa cavolata? — chiedeva De Benedictis — Cioè io non dico che l’avvocato è onesto, probabilmente è pure uno zaraffo, ma almeno è intelligente, cioè non stiamo ai livelli di quell’altro cocainomane“.

Di tali affermazioni il pubblico ministero salentino Alessandro Prontera ha chiesto conto a De Benedictis durante gli interrogatori del 29 aprile e del 10 giugno scorsi. Inizialmente l’ex giudice originario di Molfetta ha cercato di ridimensionare il proprio coinvolgimento nelle rivelazioni di atti segreti che erano state fatte da un carabiniere (il quale — secondo l’accusa — gli avrebbe consegnato copia dei verbali del pentito in cambio della definizione positiva del procedimento di un amico): “A me non interessava. Gli ho detto che che aveva fatto bene ad avvisare Chiariello, io non ho avuto copia di niente“.

Poi cambiava versione: “Nel dicembre 2020lo stesso carabiniere mi venne a parlare di Oreste e Milella e di altri due ma mi cullavo del fatto che si riferissero ad altri magistrati. Poi Chiariello mi venne a trovare, mi disse di aver saputo dei pentiti e che bisognava usare la massima prudenza, anche se secondo lui non sarebbero mai arrivati a noi due“.

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi