Calabria, la Madonna fa l’inchino al boss. Il vescovo: “Interverremo”

OPPIDO MAMERTINA (Reggio Calabria) – Ci sono i preti che lottano contro la ‘ndrangheta e ci sono quelli che davanti ai boss ancora s’inchinano e fanno inchinare pure i santi in processione. E successo ancora, è successo in Calabria, dove Papa Francesco solo due settimane addietro aveva tuonato contro i mafiosi scomunicandoli pubblicamente, davanti a 200 mila persone che erano andati ad ascoltarlo a Rossano.

E’ successo lunedì scorso, a Oppido Mamertina, in provincia di Reggio, dove il vescovo Giuseppe Fiorini Morosini per combattere i boss, la scorsa settimana ha chiesto di sospendere per 10 anni la figura dei padrini ai battesimi e alle cresime. E’ successo, e succede ancora spesso. Solo che questa volta i carabinieri non hanno solo fatto una relazione di servizio ai loro superiori, ma hanno lasciato  latealmente la processione del paese, sottolineando come lo Stato, o almeno lo Stato da loro rappresentano, davanti ai boss non s’inginocchiano.

La notizia è stata diffusa dal Quotidiano della Calabria stamattina che fa la cronaca di quanto avvenuto a Oppido, città nota per una delle più cruente guerre di mafia calabresi. Una faida che contò quasi cento morti ammazzati, non risparmiando neppure donne e bambini.

Come da tradizione, lunedì era in corso la processione della Madonna delle Grazie. Un rito secolare particolarmente sentito dai fedeli della parrocchia che si trova nella frazione Tresilico. La processione ad un certo punto è stata clamorosamente abbandonata dal comandante della stazione dei carabinieri di Oppido e da due carabinieri che come ogni anno accompagnano la processione.

Il maresciallo Andrea Marino ed i suoi uomini ha fatto marcia in dietro dopo aver assistito ad una scena ritenuta intollerabile per chi porta la divisa. La statua della Madonna delle Grazie, preceduta dai sacerdoti, ma anche da mezzo consiglio comunale, arrivata all’incrocio tra Corso Aspromonte e via Ugo Foscolo, era stata fatta fermare da alcune decine di portatori davanti alla casa del boss del paese.

Uno stop di meno di un minuto, seguito da un inchino dell’effige alla dimora di Giuseppe Mazzagatti, vecchio capo clan di 82 anni, già condannato all’ergastolo per omicidio e associazione a delinquere di stampo mafioso. Un padrino temuto e ancora potente, che da tempo si trova ai domiciliari per motivi di salute.  Assistendo all’episodio, il maresciallo ha immediatamente ordinato a suoi carabinieri che si trovano ai lati della statua di abbandonare la cerimonia.

Un gesto clamoroso è fatto in maniera plateale, proprio a marcare le distanze con quanto accaduto. Vicenda grave anche perché sembra che prima della processione, Marino – forse avendo avuto sentore di qualcosa – avesse incontrato personalmente i componenti della commissione della festa avvertendoli di non effettuare gesti particolari o inchini durante il tragitto. Una raccomandazione rimasta evidentemente inascoltata. Una brutta scena insomma, che ha scosso i militari, ma non gli altri presenti. Tant’è che quando i carabinieri hanno lasciato la processione nessuno tra le autorità civili e religiose presenti sembra lo abbia seguito. E questo nonostante avesse spiegato le ragioni del suo gesto. Tutti presenti e tutti consapevoli dunque. Tutti ossequiosi. Qualcuno per paura, altri per complicità. Con il Rosario in mano e la Madonna sulle spalle, a riverire i boss che Papa Francescovorrebbe scomunicare.

Oggi anche il vescovo della diocesi di Oppimo Palmi interviene. “Il fatto è grave e prenderemo dei provvedimenti molto energici”, ha detto monsignor Francesco Milito, in un’intervista a Radio Vaticana.  “Abbiamo appreso stamane – ha aggiunto – quanto è accaduto. In tempi brevi prenderemo tutte le informazioni in modo da avere un quadro completo, sia sui fatti che sulle persone. La cosa certa è che prenderemo dei provvedimenti. Bisogna far capire che non ci possono essere alleanze di alcun genere che siano contro la fede. Questo è un punto fermo, quali che siano le tradizioni ataviche, i collegamenti che possono esserci, le interpretazioni che si possano dare”.

Intanto, a distanza di centinaia di chilometri, un altro segnale nei confronti dell’anatema di Papa Francesco contro i mafiosi: lo sciopero della messa di duecento detenuti nel carcere di Larino.

La statua della Madonna fa l’inchino al boss 
Il maresciallo dei carabinieri lascia la processione

Inchino della statua della madonna al boss, il comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio: “Non abbiamo abbandonato la processione”

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