Brindisi, tangenti ai politici per gli appalti sui rifiuti: sigilli alla ditta di smaltimento

 
Prima gli arresti e poi il sequestro di beni: si allarga l’inchiesta della Procura di Brindisi sulle tangenti versate da una ditta di Carovigno per dirottare appalti per la raccolta dei rifiuti in diverse province pugliesi. La guardia di finanza di Ostuni ha sequestrato beni e disponibilità finanziarie della Rete Servizi di Carovigno e delle tre società utilizzate come cartiere ovvero per emettere fatture inesistenti e rendere disponibile il denaro con cui la ditta madre versava le mazzette a politici e faccendieri.

Gli accertamenti sono andati di pari passo con quelli effettuati fin dal 2014 dai carabinieri, che lunedì 23 ottobre hanno portato all’arresto di dodici persone, a partire dai referenti della ditta (Pasquale Leobilla, Angelo e Francesco Pacere), passando per amministratori pubblici (il sindaco e vicesindaco di Torchiarolo, Nicola Serinelli e Maurizio Nicolardi; il sindaco di Villa Castelli Vitoantonio Caliandro, il vicesindaco di Poggiorsini Giovanbattista Selvaggi) e finendo a consulenti esterni di Comuni e Aro (Giuseppe Velluzzi e Michele Zaccaria).
 

I finanzieri hanno svolto una verifica fiscale sulla Rete Servizi e scoperto che – tramite dichiarazioni fiscali false e omissione di documenti contabili – ha occultato al fisco circa due milioni di euro di imponibile, riuscendo in tal modo ad evadere Iva per oltre 600mila euro. Sulla scorta dei risultati investigativi, il pm Francesco Carluccio ha chiesto e ottenuto dal gip un decreto di sequestro preventivo, finalizzato a recuperare quanto era dovuto allo Stato.

Sui conti dei tre indagati per i reati fiscali (Pasquale Leobilla, Angelo Pecere e Cosima Celino), però, non sono state trovate disponibilità sufficienti a raggiungere la cifra indicata nel decreto di sequestro e tale evidenza lascia ipotizzare che parte dei guadagni illeciti sia stata nascosta o intestata a prestanome.
 

I sigilli sono stati apposti a tutte le proprietà – acquistate dal 2014 in poi – ovvero 15 automezzi della ditta e alle disponibilità finanziarie per un valore di circa 60mila euro. Il valore dei beni sequestrati ammonta a 310mila euro.
 

Intanto, davanti al gip di Brindisi iniziano gli interrogatori delle persone coinvolte nell’operazione dei carabinieri. I primi ad essere ascoltati saranno gli imprenditori, che avrebbero comprato gli appalti a botta di tangenti. A seguire sindaci e vice, che hanno fatto sapere tramite i loro avvocati di non essere intenzionati a dimettersi, almeno per il momento. Il prefetto di Brindisi, Valerio Valenti, ha firmato il decreto di sospensione dalla carica di Serinelli, Nicolardi e Caliandro.  Il Comune di Torchiarolo è attualmente retto dall’assessore anziano Anna Paola Greco, mentre quello di Villa Castelli dal vicesindaco Pietro Franco

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