Tangenti ed escort in cambio di appalti, i sindaci di Torchiarolo e Villa Castelli fra i 12 arrestati

fonte: http://bari.repubblica.it – di CHIARA SPAGNOLO

Mazzette in cambio di appalti per la gestione dei rifiuti, con migliaia di euro che finivano anche sui conti di candidati in varie campagne elettorali. Ed escort ingaggiate per allietare le serate dei componenti della cricca. E’ sfaccettato lo spaccato di illegalità emerso dall’inchiesta Hydra dei carabinieri di Brindisi, che hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare (due in carcere e dieci ai domicliari) nelle province di Bari, Brindisi, Foggia e Potenza.

Gli arresti sono scattati per 12 persone, fra cui il sindaco e il vicesindaco di Torchiarolo, rispettivamente Nicola Serinelli e Maurizio Nicolardi; il sindaco di Villa Castelli, Vitantonio Caliandro; il vicesindaco di Poggiorsini (Area metropolitana di Bari), Giovanbattista Selvaggi; l’ex direttore generale dell’Azienda di servizi ecologici-Ase di Manfredonia (un’azienda totalmente estranea alla vicenda), Giuseppe Velluzzi, consulente esterno di diversi Comuni pugliesi; il responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Squinzano, Michele Zaccaria, e vari altri incaricati di pubblico servizio.I promotori dell’associazione per delinquere, secondo gli investigatori, sarebbero Angelo Pacere e Pasquale Leobilla, teoricamente dipendenti della Rete Servizi ma che in realtà ne sarebbero gli effettivi gestori, finiti entrambi in carcere. Ventisette in totale le persone indagate.

L’inchiesta è nata nel 2014 da alcuni accertamenti, avviati dai carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni, su presunte irregolarità nell’assegnazione di appalti per la gestione dei rifiuti ed è stata coordinata dal sostituto procuratore di Brindisi Milto De Nozza. Negli stessi anni la stessa Procura condusse un’inchiesta parallela che nel febbraio del 2016 fece finire agli arresti domiciliari l’allora sindaco di Brindisi, Cosimo Consales, accusato di avere preso tangenti per favorire un’altra società che coordinava la raccolta dei rifiuti in provincia.

L’ipotesi dell’indagine che ha portato agli ulteriori arresti è che gli amministratori pubblici – in associazione tra loro – avrebbero alterato le gare dei rispettivi Comuni, per favorire la Rete Servizi Srl con sede a Carovigno. In cambio i pubblici ufficiali corrotti (sindaci e dirigenti) avrebbero ottenuto cospicue mazzette: 3mila euro per Serinelli durante la campagna elettorale del 2014 – hanno spiegato i carabinieri – e 5mila euro per Caliandro prima delle elezioni 2015.

Oltre ai reati immediatamente collegati all’alterazione delle gare pubbliche, la Procura di Brindisi ha contestato agli indagati anche una serie di altri reati, tra i quali finanziamento illecito ai partiti, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso e addirittura favoreggiamento della prostituzione. “Si tratta di condotte di notevole gravità – ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Brindisi, colonnello Giuseppe  De Magistris – nell’ambito delle quali si è inserito anche un uso particolare dello sfruttamento della prostituzione e delle assunzioni clientelari, che dimostrano il livello elevato a cui è arrivato questo mercimonio”.

Leobilla aveva sistemato l’escort in un’abitazione di Carovigno e alla quale – tramite un funzionario comunale compiacente – aveva procurato carta di identità, codice fiscale, certificato di residenza, un conto corrente, un falso contratto di lavoro e perfino l’assistenza sanitaria. La donna riceveva anche in un albergo di Carovigno, il cui proprietario – interrogato dai carabinieri – ha negato di essere a conoscenza delle attività nelle stanze della struttura. Nel corso dell’indagine è emerso che anche lui fosse complice del gruppo capeggiato da Leobilla e Pecere: per questo motivo risulta indagato per favoreggiamento della prostituzione.

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